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Intervista a Barbara Perna

Barbara Perna vive e lavora a Roma. Ci tiene a precisare che però lei è partenopea, nata a Napoli il 6.9.69 (avete letto bene). Il superamento del Concorso in Magistratura nel 1998 le ha brutalmente stroncato una (forse) brillante carriera come attrice teatrale comica.
Ha svolto il ruolo di giudice tuttofare un po’ in giro per l’Italia ma il suo cuore è rimasto in Toscana nel piccolo Tribunale di Montepulciano dove ha lavorato per cinque anni prima di trasferirsi a Roma.
Scrive per passione, lavora per dedizione, legge per autodifesa. E viaggia molto, soprattutto con la mente.
Con Giunti Editore ha pubblicato il suo romanzo di esordio Annabella Abbondante, la verità non è una chimera (2021).

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L’intervista

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di avere un personaggio seriale?

Sicuramente un personaggio seriale ti consente di sviluppare una trama orizzontale in modo più ampio, attraverso la stesura di più romanzi. Il mondo creato intorno al personaggio seriale costituisce a sua volta un protagonista della storia, su cui lavorare, sviluppandolo e arricchendolo di nuovi personaggi secondari. E’ una gratificazione per lo scrittore seriale verificare l’affezione del pubblico al personaggio e questo indubbiamente contribuisce a fidelizzare i lettori. Ma la scrittura seriale presenta di certo notevoli asperità e limiti che devono essere tenuti sempre presenti. Il rischio di essere ripetitivi o di inaridire il racconto facendo ricorso troppo spesso ai cd. tormentoni è sempre dietro l’angolo. Ma credo che il principale antidoto contro questo male sia lo spessore e l’umanità che si riesce a regalare al protagonista seriale. La sfida è quella di seguire la crescita, l’evoluzione di Annabella Abbondante, nel mio caso, e trasformarla piano piano da personaggio femminile a donna, con tutti i limiti, le fragilità, le insicurezze di una persona reale.

Quanto è abbondante Annabella Abbondante? Quando nasce nella tua mente?

Il personaggio di Annabella mi è spuntato in mente all’improvviso come un “pop up” una mattina di 10 anni fa nel dormiveglia.  Ho pensato subito che un personaggio come quello di di Annabella Abbondante sarebbe stato un buon testimonial per raccontare il “dietro le quinte” del mondo giustizia. Un modo leggero per parlare di un argomento serio, che mi stava particolarmente a cuore. Da magistrato ho sempre pensato che sarebbe stato utile raccontare alle persone in cosa davvero consistesse il nostro lavoro di giudici civili. Molte persone non conoscono la differenza tra un pubblico ministero, un giudice penale e un giudice civile. E soprattutto hanno una visione del tutto distorta della realtà giudiziaria. E poi nel mondo della narrativa e dei media era necessario introdurre un giudice simpatico! Se ci fai caso, nei romanzi e nelle serie TV i magistrati sono dipinti sempre in negativo. Sono boriosi, arroganti, ignoranti, scansafatiche se non addirittura maniaci sessuali come il PM di Montalbano. Allora ho creato questa figura di giudice che innanzitutto è una donna, e non è elemento da poco. Poi è una donna normale: con le sue piccole nevrosi, le sue fragilità, i suoi difetti. E infine è una donna ironica che affronta la vita cercando il bello in ogni cosa, e il lato positivo nelle persone. Annabella è un’esplosione di energia e vitalità, di contraddizioni e buoni sentimenti che ti travolge. I lettori empatizzano con lei come donna e come magistrato. E questo è proprio il risultato che volevo ottenere.

Annabella donna, per giunta simpatica oltre che arguta… quanto vi siete date a vicenda? Vi somigliate?

Da quando l’ho creata, donandole una mia costola e anche molto altro di me stessa, Annabella è il mio avatar e mi fa compagnia. Spesso mi sorprendo a chiedermi: “cosa farebbe Annabella Abbondante in questa circostanza?” Sicuramente per tanti aspetti ci somigliamo molto e non solo nell’aspetto fisico. Soprattutto Annabella è il tipo di magistrato che io aspiro sempre ad essere. Un magistrato che si mette in ascolto delle persone, che tiene sempre la porta aperta per chi ha bisogno del suo aiuto. Ad Annabella però  ho consentito anche di realizzare molte delle mie aspirazioni di gioventù. E le ho fatto fare scelte che adesso, tornando indietro, farei anche io. Annabella vive e prende le sue decisioni senza timore del giudizio altrui. Cosa c’è di più bello? Forse solo la libertà di mangiare cannoli a valanga senza farsi venire il diabete!
Annabella invece mi ha regalato una seconda vita, quella da scrittrice, a 50 anni. Ma la cosa non mi spaventa: Andrea Camilleri ha cominciato a scrivere che era anche più “grande” di me.

Cosa nasce per prima nei tuoi romanzi? Come li costruisci?

Io sono una scrittrice metodica, quindi procedo alla stesura del romanzo soltanto quando ho completato il “progetto” in ogni suo aspetto. Per il primo romanzo, ho iniziato creando il personaggio di Annabella Abbondante a 360 gradi, dai gusti per il cibo, la musica, gli abiti, ai rapporti familiari, i dati biografici, il corso di studi, tutto nel dettaglio. Poi ho immaginato e strutturato nei particolari tutto il mondo attorno a lei: i molti personaggi secondari, le locations del tribunale di Pianveggio e della Palermitana. Per il secondo romanzo tutto questo era già pronto per me, ma ho voluto comunque togliermi lo sfizio di creare un paio di personaggi nuovi e immaginare per loro una trama orizzontale avvincente.
Dopo aver strutturato la trama orizzontale, che costituisce lo sfondo per la narrazione, passo alla scrittura della trama gialla vera e propria che scrivo e articolo in ogni suo aspetto. Alla fine di tutto questo, mi siedo alla scrivania e inizio a divertirmi! Io immagino le scene come se stessero accadendo davanti a me, per cui non nascondo che parecchie volte mi capiti di ridere da sola mentre scrivo. E quel che è più grave di ridere ancora quando mi rileggo. D’altro canto l’ironia e l’umorismo sono la mia cifra esistenziale. le lenti attraverso cui guardo sempre la vita. Non potevo che scrivere un romanzo in chiave umoristica.

Il libro

Barbara Perna, Annabella Abbondante L’essenziale è invisibile agli occhi
Giunti Editore – Collana A
pp. 372
euro 15,90

Sono giorni che Annabella Abbondante ignora le mail della Scuola Superiore della Magistratura, ma non può sfuggire a lungo al suo destino… Uno dei tutor ha dato forfait all’ultimo secondo e dovrà sostituirlo al corso di formazione per nuovi magistrati che si tiene ogni anno nella splendida cornice di Villa Castelpulci, in provincia di Firenze. Una bella grana, perché le lezioni, tre settimane spalmate su due mesi, si vanno a sommare alla sua già gravosa attività giudiziaria e alla sua fin troppo vivace vita sociale. Ma quando nel giardino della Scuola viene trovata una donna morta, il suo soggiorno fiorentino prenderà una piega del tutto inaspettata. Annabella conosceva la vittima e pur di scoprire la verità sulla sua
morte farà ogni cosa in suo potere, anche collaborare con Ferruccio Landi, il PM incaricato delle indagini, conosciuto in circostanze imbarazzanti ma sorprendentemente affascinante e molto, molto disponibile. Tra un’udienza e un caffè al bar, gli amici alle prese con problemi di cuore e sua sorella che ne reclama a gran voce l’attenzione, per Annabella e il suo fidato cancelliere Dolly non c’è mai stato così tanto da fare.

Nel secondo capitolo delle avventure della giudice più simpatica e travolgente del giallo italiano nuovi indimenticabili personaggi, una trama gialla a prova di bomba e un’Annabella alle prese con emozionanti vicende sentimentali.

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