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Andrea Pedrinelli ci consiglia cosa ascoltare questo Natale

Come ogni anno, il Natale smuove anche l’industria del disco. E come ogni anno, vanno a inserirsi nell’ormai pressoché infinito elenco di album “di Natale” anche nuovi titoli che escono dall’ovvio, che cioè regalando bella musica mettono pure in evidenza prospettive inedite da darsi a un repertorio tanto sterminato quanto iper-sfruttato, e spesso banalmente.

I tre dischi di Natale nuovi consigliati

Per il 2020 di questi “nuovi-nuovi” dischi di Natale da tenere in alta considerazione ne abbiamo selezionati tre, sono tutti di donne (però molto diverse fra loro) e ve li segnaliamo in ordine alfabetico.
Certi che, se vorrete dare un ascolto a queste opere, finirete con l’inserirle nella vostra discoteca delle feste da qui… all’eternità: perché la musica di Natale esiste da duemila anni, e probabilmente è un genere – e un catalogo – che esisterà sempre.

Grafica Divina

Carlot-ta

Carlot-ta
A Silent Night

(Extended Play / Incipit Records – Egea Music)

Carlot-ta A Silent Night

A giudicare dai suoi primi tre dischi, davvero notevoli, Carlot-ta è la Björk italiana o forse – meglio ancora – la Tori Amos italiana. In effetti, ricorda molto la classe assoluta di Tori Amos, il nuovo EP nel quale Carlot-ta ha scelto di scomporre e ricomporre quattro classici delle feste sino a renderli non tanto irriconoscibili (per quanto un po’ ci riesca…), quanto soprattutto come fossero modernissimi e nuovi di zecca. Sostenuta da possenti e intriganti tastiere, che suona con cultura, maestria e inventiva fra dark e sarcasmo, Carlot-ta rivede “Silent Night” facendola uscire dall’ovvietà retorica e dandole nuove, intriganti armonie; osa squilibrare verso grottesco o misterioso classici pop dell’industria USA come “Santa Claus Is Coming To Town” e “All I Want For Christmas Is You”; infine dà vigore, profondità e attualità a “The Little Drummer Boy”, canzone  natalizia che – i fan del genere ci perdoneranno – è fra le più stucchevoli e deprimenti in assoluto della storia, e che quando dedicammo un intero studio alla musica di Natale pochissime volte ci capitò di ascoltare emozionata ed emozionante. Per dire: a nostro avviso, alla grande “The Little Drummer Boy” forse l’ha incisa solo Ray Charles. Dunque, se scriviamo che Carlot-ta ha firmato una versione interessante e per nulla banale del brano, proprio come quella di Ray pur ovviamente diversissima nel mood, non crediamo che l’artista piemontese se ne avrà a male…

Annie Lennox

Annie Lennox
A Christmas Cornucopia – 10th Anniversary Edition

(Island Records)

Annie Lennox A Christmas Cornucopia

Quando lo pubblicò era il suo sesto album da solista, e come gli altri spiazzò e diede il segno di un’arte (e una voce) uniche quanto emozionanti; ora, dieci anni dopo, Annie Lennox ha rimesso mano al suo disco di Natale rivedendone la tracklist, impacchettandolo con eleganza argentata fra CD ed LP, e aggiungendovi un intenso e dolente inedito, “Dido’s Lament”, che proviene dal diciassettesimo secolo di Henry Purcell ma vuole rimandare esplicitamente al portato doloroso di questo stravolgente 2020, senza però rinunciare a spronarci alla speranza. È comunque magnifico, riascoltare ripuliti i suoni particolarissimi, poliedrici, raffinati di questo viaggio della Lennox in un canzoniere natalizio per lo più poco frequentato: un viaggio peraltro fatto in prima persona dall’artista suonando quasi tutti gli strumenti, innervato qua e là dall’orchestra e valorizzato in alcuni passaggi da ulteriori attualizzazioni molto azzeccate, se non “politiche” in senso alto. Come nel caso della “Lullay Lullay” in cui la Lennox trasforma la storica “Coventry Carol” rendendola oltre che canto della Natività di Gesù Bambino anche denuncia, nell’oggi, dei bambini-soldato africani. In scaletta scorrono comunque diverse perle, tutte corredate da una voce sublime ed energica: “Universal Child” i cui proventi vanno tutti all’Annie Lennox Foundation per istruire bambini in Africa e aiutare malati di HIV in Scozia, “Angels From The Realms of Glory”, “In The Bleak Midwinter”, “Il Est Né Le Divin Enfant”, una versione dilatata e davvero magica di “The First Noel”.

Dolly Parton

Dolly Parton
A Holly Dolly Christmas

(Butterfly Records)

Dolly Parton A Holly Dolly Christmas

Dolly Parton è un’icona della musica country-pop americana, e prima o poi era inevitabile approdasse pure lei al “suo” disco di Natale. Lo ha pensato però scoppiettante quanto mai, ricco di validi inediti di suo pugno e di duetti toccanti, ma soprattutto diverso dai soliti. Perché non ci sono le pagine più ovvie della tradizione (né quelle religiose né quelle laiche “made in USA”), e sono state sostituite da canzoni moderne: quindi si apportano al repertorio molte novità, spesso anche ironiche e quasi sempre comunque frizzanti, danzanti, alfine convincenti. Fra i duetti spiccano il confronto fra due mondi e due età di “Christmas Is” con la brava Miley Cirus, l’eleganza trapuntata di suoni jazzy di “Cuddle Up, Cozy Down Christmas” con Michael Bublé, la qualità autorale e interpretativa di “Pretty Paper” col grandissimo Willie Nelson, la divertita quanto commossa “You Are My Christmas” col fratello Randy Parton (e la nipote Heidi alle armonie). Ma sono validissime e rinfrescanti canzoni “nuove” di Natale anche le varie “Holly Jolly Christmas”, “Christmas On The Square”, “I Saw Mommy Kissing Santa Claus” e “Mary, Did You Know?”. La voce di Dolly Parton, sempre possente, incisiva, solare, è poi sempre un regalo musicale in più.

Articolo di: Andrea Pedrinelli

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Critico musicale e teatrale, è giornalista dal 1991 e attualmente collabora con Avvenire, Musica Jazz, Scarp de’ tenis, Vinile. Crea format tv e d’incontro-spettacolo, conduce serate culturali, a livello editoriale ha scritto importanti saggi fra cui quelli su Enzo Jannacci, Giorgio Gaber (di cui è il massimo studioso esistente), Claudio Baglioni, Ron, Renato Zero, Vasco Rossi, Susanna Parigi. Ha collaborato con i Pooh, Ezio Bosso, Roberto Cacciapaglia e di recente ha edito anche Canzoni da leggere, da una sua rubrica di prima pagina su Avvenire dedicata alla storia della canzone.

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