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“Pop, Rock, Jazz… e non solo” Franco Simone: esce “Franco… è il nome”

Per la rubrica “Pop, Rock, Jazz… e non solo”, Andrea Pedrinelli ci presenta il nuovo lavoro di Franco Simone “Franco… è il nome” (Skizzo Edizioni Musicali / Clodio Music).

Ecco la sua recensione

Franco Simone, “Franco… è il nome”

Un bel giorno, qualcuno ci spiegherà perché Franco Simone non sia sulle prime pagine dei nostri giornali, nell’airplay radiofonico di mainstream, in televisione come ospite d’onore. Peggio per loro, comunque. Perché il cantautore salentino, ormai, ha pure finito di stupirci; e dimostra la sua classe poliedrica, moderna, raffinata, a più livelli (autore-compositore-interprete puro) anche nel nuovo album “Franco… è il nome”, che allinea inediti strepitosi, duetti d’altissimo livello, classici di Lionel Richie divenuti bellissime canzoni italiane, grandi pagine del canzoniere di ieri dell’artista riprese con piglio e gusto contemporanei.

Grafica Divina
Franco… è il nome

Franco… è il nome titolo bizzarro che però adombra un progetto più ampio di Simone, s’apre e si chiude anzitutto con due maestose composizioni del figlio di Morricone Andrea Morricone, l’autore del tema di “Nuovo Cinema Paradiso”, cui Franco Simone dona testo e voce.
“Azzurri gli oceani”, mix di ritmica pesante, orchestrazioni classiche, spruzzate di parlato, è un’apoteosi di sensualità latina con strepitose aperture melodiche, un testo d’amore maturo e sofferto quanto solare, e una voce che graffia. Ed oltre ad aprire il disco, è anche in un bel videoclip girato in Salento nonché tradotto in spagnolo e francese. Mentre il brano che chiude il disco, “Cambia la città”, è se possibile pure più bello: un episodio di autorale sospensione che abbina eleganza di scrittura e d’arrangiamento, di liriche commosse e interpretazione sublime, e dona un finale da brividi all’intero album.
Un album, questo, che fra l’altro sottolinea una volta di più lo spessore vocale raggiunto da Simone: con una voce che sa di vita, di sale, di sangue, che sa sferzare e accarezzare, rivestirsi di velluto e ruvidità rock. Ché se qualcuno non fosse del tutto d’accordo sul Franco Simone cantautore, beh, l’interprete oggi come oggi è davvero arrivato a livelli d’eccellenza inattaccabili.

I duetti

Ci sono, si scriveva sopra, anche dei duetti magnifici in Franco… è il nome. Di uno s’è già parlato in questa rubrica, è la bella “Come gira il mondo” con Paolo Belli, canzone moderna di piglio danzante e contenuti forti. Poi abbiamo la voce spettacolare di Cinzia Marzo in “Mani d’amore”, prova d’autore di Franco che ha scritto qui una pagina maiuscola che sembra di ieri, è perfetta per l’oggi, potrà rimanere attuale domani; “Mani d’amore” sottolinea la cifra compositiva d’un autore sempre col gusto d’una scrittura anomala, molto personale, a tratti persino spiazzante per scelte armoniche quanto sorprendente ed emozionante per sviluppi melodici. E a questa partitura Simone ha donato anche un testo notevolissimo, sui valori, che insieme è scontrosamente terrigno e vola altissimo.
Sempre sul fronte duetti, si prosegue con la bella voce pulita di Zeta, per una “Per esempio” che dimostra come si possa fare pop puro ma alto, occhieggiando un po’ anche ai nuovi generi dilaganti ma senza rinunciare a una canzone strutturata, di sensibilità moderna, con refrain che rimane.
E “Ballando sul prato”, duetto con Rita Pavone già uscito qualche anno fa in un album di Rita, è un gioiello di testo, musica e sviluppo, che fa incontrare sul terreno della modernità due voci senza tempo, capaci di dare senso e peso a ciò che cantano.

Canzoni del passato

Poi, in scaletta vi sono canzoni del passato di Franco Simone, pescate qua e là da una discografia con pochissimi punti deboli, e che come ai loro esordi convincono ed ammaliano. Poco si può aggiungere su un gioiello come “Respiro”, per esempio; se non sottolineare un’altra marcia in più di “Franco… è il nome”, ovvero gli arrangiamenti contemporanei e insieme classici di Alex Zuccaro, veri e propri incontri sonori con inattesi ma tosti squarci rock qua e là, come in “Respiro” appunto che si fa tagliente, qui, oltre che essere valorizzata puntando non sul riempire ma sul togliere, sulla spazialità e la profondità del suono.
“Cara droga”, altra faccenda maestosa del canzoniere di Simone, riemerge tirata, possente, con un groove degno dell’R’n’B USA; “A quest’ora” si fa invece elettricamente guizzante, mentre “Tentazione” è rivisitata quasi puntinisticamente. Poi “Tu per me” non perde il suo gusto anni ’80 ma in compenso, così graffiata, sembra di stamane, e “Gocce” è sviluppata puntando sulle mille sfaccettature dell’autorialità.

E non è ancora finita!

Che in scaletta figurano pure: “Solo se mi vuoi”, versione italiana di “Hello” di Lionel Richie, con testo toccante e voce che ispessisce una composizione doc; “Trasparente”, autobiografica e indifesa, intensa e dolente, sul Senso con la maiuscola, altro gioiello d’autore; “Caruso” di Dalla, vissuta in modo sapientemente trattenuto ma con un’interpretazione vocale da gigante; “Ancora lei” insieme lieve e ficcante, con un arrangiamento mosso a donargli più anime ed inquietudini spettacolari.

Che dire, dunque?

Forse solo che canzoni come “Cara droga” andrebbero portate nelle scuole, e altre come “Ballando sul prato” sarebbero da insegnare ai nuovi autori come esempio di scrittura. E se pensate che siamo eccessivi, sappiate che in Sudamerica già usano, “Cara droga”, per sensibilizzare i ragazzi contro le dipendenze; e già insegnano, nelle università, Franco Simone accanto a Dalla e Modugno.
Siamo noi, che sin troppo fedeli al latino “nemo propheta in patria”, chissà quando ci accorgeremo di questo signore elegante e grintoso, solare e vitalissimo, sensibile e profondo, autore-compositore-interprete puro di Serie A, che non sarà nelle scuole ma è già, ampiamente, nella storia della canzone italiana.

Recensione di: Andrea Pedrinelli

Da ascoltare/guardare: “Azzurri gli oceani”, Franco… è il nome

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Critico musicale e teatrale, è giornalista dal 1991 e attualmente collabora con Avvenire, Musica Jazz, Scarp de’ tenis, Vinile. Crea format tv e d’incontro-spettacolo, conduce serate culturali, a livello editoriale ha scritto importanti saggi fra cui quelli su Enzo Jannacci, Giorgio Gaber (di cui è il massimo studioso esistente), Claudio Baglioni, Ron, Renato Zero, Vasco Rossi, Susanna Parigi. Ha collaborato con i Pooh, Ezio Bosso, Roberto Cacciapaglia e di recente ha edito anche Canzoni da leggere, da una sua rubrica di prima pagina su Avvenire dedicata alla storia della canzone.

4 Commenti

  1. Grazie mille, caro Andrea Pedrinelli: servizio meraviglioso e recensione precisa e perfetta!!!!
    Ovviamente è tutto vero e più che meritato: il nostro Poeta è il Poeta più bravo che ci sia!!!

  2. Speriamo che prima o poi si riesca a scardinare questo silenzio assordante della televisione ed emittenti radiofoniche italiane. Lei che è giornalista non si stanchi di farlo pesare!

  3. Recensione precisa e puntuale di un cantautore che si è fatto apprezzare nel mondo, ma non ha mai avuto il giusto riconoscimento nella sua terra.Apprezzamento e amore che però non gli manca certo da noi fans /amici, che non perdiamo occasione di seguirlo e ascoltarlo ovunque egli vada! Rita, seguace da 41 anni….

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