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“Pop, Rock, Jazz… e non solo” Neo Garfan Suoni dalla Luna

Neo Garfan
“Suoni dalla Luna”

(Music Ahead / Artist First)

Non è un caso, se Antonello Garofalo alias Neo Garfan sia molto stimato in diversi Paesi del mondo: dalla Russia alla Spagna fino a Inghilterra e Stati Uniti. Non è un caso perché questo artigiano della nostra musica d’autore, giunto con “Suoni dalla Luna” al suo terzo album, è davvero un cantautore valido e ben capace di miscelare il groove della scuola Motown con la nostra melodia, dando così alle sue opere un piglio insieme moderno e internazionale, ma anche solido; ulteriormente valorizzato poi da una voce magnifica, composizioni di buona presa, testi discreti non di rado profondi.

Grafica Divina

Neo Garfan “Suoni dalla Luna”

In “Suoni dalla Luna” Garfan sublima tre anni di lavoro fra pop e R’n’B, gospel e soul “bianco”, in un percorso ben mosso, elegante, per sound curatissimo e per impatto luminoso: con cui intende leggere sé e la realtà guardando ai valori dell’anima, fra sentimenti e riflessioni.

I brani che meglio sintetizzano il linguaggio originale dell’artista romano, qui paiono essere “Al di là del limite”, fiero canto d’amore con squarci molto moderni, “Ogni volta che”, mosso pop d’alto bordo di presa ritmico-melodica e dal testo interessante, “Più lontano”, gran bel testo sulla verità di sé stessi giocato in profondità ritmica fra pop, R’n’B, melodia e modernità, e la finale “Dimmi che”, altro R’n’B molto americano e dal testo ricco di valori, che valorizza la voce dell’autore come certe inattese polifonie accattivanti, in stile gospel.

Ma ci piace qui soprattutto sottolineare altre due pagine significative di “Suoni dalla Luna”. La prima è “Dalla Luna”, una ballad che riflette intensamente su quali siano i reali valori del vivere e disvela una scrittura garbata “classica” quanto emozionante, nonché una “arma segreta” di Garfan, il pianoforte; che forse dovrebbe anche usare di più nella misura in cui lo sa valorizzare quale strumento-portatore di peso, cultura, profondità. E la seconda pagina che ci piace segnalare è invece “Tu non sai”, bel testo schietto e bell’arrangiamento misurato, da cui emerge l’anima pop alta dell’artista: in una composizione sì autorale ma impreziosita con maestosi slarghi pop-melodici, sino a un insieme davvero da brividi per scrittura, voce, capacità di comunicare emozioni.

È forse fra questi due linguaggi, che meglio s’esprime in originalità il talento di Neo Garfan: da un lato l’autorialità colta, dall’altro la nobiltà pop; due riferimenti cui guardano poi anche, rispettivamente, “Mai libero” (molto fascinosa) e “Notte e giorno” (ballabile, ritmata, ma di un’energia che fa sempre rima con spunti di peso). Anche se poi, certo, ciò che più permette a Garfan d’andare all’estero -e speriamo di trovare attenzione anche qui, visto che la sua proposta certo non è labile- è l’amore per sound e groove dell’R’n’B. Amore sonoro che emerge da “Caduta libera” (di fascino arioso e contemporaneo fra groove ed elettronica) e che porta Neo persino alla capacità di tentare il cosiddetto “sound design” dei neri americani, faccenda che in “Come se domani” sa far deflagrare in una sorta di pop-soul “bianco”, tenendo ferma la lezione ritmica dell’R’n’B e mescendola però arditamente -ma bene- con le sonorità della lingua italiana.

E forse di certo coraggio pure il mito di Garfan, Stevie Wonder, sarebbe fiero.

Articolo di: Andrea Pedrinelli

Da ascoltare/guardare: “Non sai”, Neo Garfan

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Critico musicale e teatrale, è giornalista dal 1991 e attualmente collabora con Avvenire, Musica Jazz, Scarp de’ tenis, Vinile. Crea format tv e d’incontro-spettacolo, conduce serate culturali, a livello editoriale ha scritto importanti saggi fra cui quelli su Enzo Jannacci, Giorgio Gaber (di cui è il massimo studioso esistente), Claudio Baglioni, Ron, Renato Zero, Vasco Rossi, Susanna Parigi. Ha collaborato con i Pooh, Ezio Bosso, Roberto Cacciapaglia e di recente ha edito anche Canzoni da leggere, da una sua rubrica di prima pagina su Avvenire dedicata alla storia della canzone.

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