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Premio Città di Castello a Giorgio Giannini e Giulia Malinverno

Premio speciale della Giuria per la saggistica edizione 2020 Giorgio Giannini, Le mie tre vite.
PREMIO CITTÀ DI CASTELLO.
Giorgio Giannini è nato a Roma nel 1949. Ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza, la Specializzazione in Diritto penale e Criminologia e il Perfezionamento in Scienze Amministrative presso l’Università “La Sapienza”, di Roma. È stato obiettore di coscienza al servizio militare e docente di Discipline Giuridiche ed Economiche nelle Scuole Superiori. Negli anni 1996-1998 ha prestato servizio presso il Museo Storico della Liberazione di Roma in via Tasso 145, Roma. Dal 2006 è presidente dell’associazione pacifista e nonviolenta Centro Studi Difesa Civile, costituita nel 1988 www.pacedifesa.org.

Premio Città di Castello a Giorgio Giannini per la saggistica edizione 2020

Fa parte del Direttivo del Circolo Giustizia e Libertà, fondato a Roma nel 1948 da partigiani del Partito d’Azione, e della Associazione democratica Giuditta Tavani Arquati, fondata a Roma nel 1887 per tutelare gli ideali risorgimentali, e inoltre è membro della Associazione nazionale del libero pensiero Giordano Bruno, costituita a Roma nel 1906 per tutelare gli ideali di libertà e di laicità.

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Ha pubblicato nel 2018 con LuoghInteriori L’inutile strage – Controstoria della Prima guerra mondiale, opera vincitrice della Sezione Saggistica al Premio Letterario “Città di Castello” edizione 2017, e nel 2019 La tragedia del confine orientale.
Ha scritto 12 libri sui temi dell’Obiezione di Coscienza, della Resistenza e del Giorno della Memoria (in particolare sulle “vittime dimenticate” della barbarie nazista: Rom, omosessuali, disabili…).
Sugli stessi argomenti ha curato oltre 250 articoli.

Il libro nasce dalla volontà di Mario Fiorentini (classe 1918) di completare la storia della sua vita.
In realtà il saggio racconta un’esistenza divisa in tre fasi, con unico grande comune denominatore: la passione per qualcosa in cui si crede fermamente.
La prima vita, dalla seconda metà degli anni Trenta fino all’occupazione nazista del 10 settembre 1943, racconta un “uomo di cultura”, un intellettuale, che svolge attività nel mondo del cinema e del teatro, con interessi anche in campo musicale e artistico, tanto da conoscere molti attori e artisti in seguito diventati famosi.
La seconda vita, dal settembre 1943 all’aprile 1945, lo racconta come “partigiano combattente”.
La terza vita, dagli anni Settanta agli anni Novanta, lo descrive prima come docente di matematica nelle scuole superiori e poi, dal 1 novembre 1971, come professore di geometria superiore all’Università di Ferrara.
Una vita lunghissima e straordinaria, che guarda ancora avanti. A chi gli chiede quali sono i suoi desideri per il futuro, Mario Fiorentini risponde: «L’unica cosa che si può desiderare veramente è avvicinarsi alla fine sereni, perché non abbiamo rimpianti, perché siamo stati quello che volevamo essere».
Il saggio Le mie tre vite ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria nella XIV edizione 2020 del Premio Letterario “Città di Castello”.

Giulia Malinverno prima classificata narrativa Premio Letterario Città di Castello Edizione 2020 Dentro la Vita

Autrice di narrativa per l’infanzia e per gli adulti, Giulia Malinverno, classe ’73, è impiegata bancaria ma nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa e alle passeggiate in campagna e nei boschi: «il cuore, d’altronde, va sempre dove sa di poter trovare tesori» è il suo motto.
Laureata in Scienze Economiche e Bancarie e in Scienze Politiche e Internazionali, collabora con enti pubblici e associazioni per la realizzazione di eventi culturali e turistici.
Vincitrice di molti premi letterari con racconti spesso autobiografici e romanzi, ha pubblicato per i giovani lettori La luna non si vede e Le Storie del Trenino – Vagone 1 e 2. Per AbelPaper e Elison ha pubblicato il romanzo La bustina del tè, premiato nel 2019 in concorsi letterari nazionali.
Nel 2020 Dentro la vita (scusa, sciur padrun) è risultato vincitore del Premio Letterario “Città di Castello” (sezione narrativa), del Premio Letterario “Amori sui Generis” Città di Grosseto e del Premio Letterario “Carlo Piaggia” di Capannori (Lucca); secondo classificato al Premio Letterario “Rocco Carbone”, finalista al “Tre Colori”, ottenendo cinque contratti di pubblicazione da case editrici italiane; dal 2017, il racconto incipit Li beli braghi bianchi si è classificando vincitore in varie selezioni letterarie nazionali riservate a opere inedite.

Dentro la Vita

Certe guerre non finiscono mai se ci nasci dentro. Tuttavia, ogni conflitto lascia solo il segno di un passaggio, ti ferisce ma non cancella mai del tutto ciò che hai dentro. Così, quello che muore dentro la vita di Pina, attraverso le sue difficili esperienze al tempo della Seconda guerra mondiale, è solo lo schiaffo di un’onda che le scorre in corpo, tra le risaie placide e quiete che è solita coltivare. L’onda della vita, più forte delle altre, più inquieta e imponente ma pur sempre un mare che non ammette condizioni: «Devi perderti dentro per imparare a nuotare».
Come l’onda che ha in sé, Pina è elegante, sinuosa, sonora, vivace. E con la sua storia dà vita a un romanzo al femminile, fatto di miseria, violenza, conflitto ma anche amore, cultura, condivisione e complicità.
Cercando libertà in una società che è ancora roccaforte di false credenze rurali e di una lingua impenetrabile, Pina sa parlare anche al mondo contemporaneo per raccontare la donna di ieri, oggi, domani.
Quando la vita di qualcuno si staglia nel cielo diafano della pagina scritta, anche Tu – lettore – hai un pezzo di cielo all’interno di te… e cos’è in fondo un libro, se non una vita possibile scritta dentro di te?

Federico Fabbri secondo classificato narrativa Premio Letterario Città di Castello 2020

Federico Fabbri (Firenze, 1970) vive a Firenze con la moglie, la figlia e una gatta persiana bisbetica.
Dopo gli studi tecnici e qualche anno di lavoro nelle aziende di famiglia, inizia la sua carriera nel settore finanziario; attualmente si occupa di gestioni patrimoniali presso una private bank fiorentina. Svolge la sua attività lavorativa tra Firenze e Prato.
Lettore onnivoro e curioso, amante del cinema e della musica leggera italiana adora il tennis e la buona cucina.
Per lui scrivere è come guardarsi allo specchio e scoprire cose di sé altrimenti invisibili.
Ha pubblicato due romanzi – Maledette Ortensie (LuoghInteriori, 2015) e La verità ha bisogno del sole (AmicoLibro, 2017) – e la raccolta di racconti La strada verso casa (LuoghInteriori, 2020).
Con La sottile differenza si è classificato al secondo posto nell’edizione 2020 del Premio Letterario “Città di Castello”.
Lo spazio dei sentimenti è un territorio sismico. Una provocazione continua alla sicurezza di casa, al grattacielo dei legami familiari. Non esiste verità di cuore che non sia capace di radere al suolo legami tenuti in piedi a fatica per anni.
È proprio questa la sottile differenza: la scossa che può cambiarci la vita, l’intercapedine inaspettata tra le macerie di un rapporto che sa dirci che sì, c’è differenza, tra vivere la vita e lasciarsene solo attraversare, tra pensare di non avere alternative e scoprire una nuova strada.
Con La sottile differenza scopriamo uno spazio contrario e ribelle, come la sfumatura che non raccoglie più colore (o li comprende tutti) nel grande dipinto nascosto in questo romanzo, uno spaccato di vita familiare che è come un silenzioso atto di guerra: alle facili convinzioni, alla morale imperante, al comunemente detto. È insomma quell’atto di rivolta – che non è rivoluzione – per capovolgere le zolle di macerie familiari difficili da accettare, ma non meno lontane dal vissuto di tante famiglie reali.
La storia di Baby, Amanda, Rachele e Pietro si racconta senza inganni. È il coraggio di accettare che l’amore non è mai un obbligo di sangue, in un libro che non ha creduto di fare qualcosa di straordinario, e invece lo ha fatto: la sottile differenza sta anche e soprattutto in questo.

Fonte: Daniela Lombardi

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