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Ligabue: su RaiPlay “È andata così”, la nostra intervista

Luciano Ligabue ha presentato in conferenza stampa – a cui la nostra redazione ha partecipato – la docu-serie “È andata così”, che ripercorre i suoi 30 anni di carriera.
Il primo disco, il rapporto con i fan, la consacrazione, i film da regista e poi gli inciampi e i grandi successi: RaiPlay racconta LUCIANO LIGABUE inLIGABUE – È andata così”, la prima docu-serie, disponibile in esclusiva sulla piattaforma digitale Rai, che ripercorre i 30 anni su e giù da un palco del Liga, attraverso la voce narrante di Stefano Accorsi, con la regia di Duccio Forzano.

Luciano Ligabue E andata cosi conferenza stampa 11 ottobre 2021

Un biopic in 7 capitoli, (ciascuno composto da 3 episodi di circa 15 minuti), nel quale Ligabue ripassa le tappe della sua vita, dialogando con Accorsi tra aneddoti, curiosità inedite ed esibizioni esclusive.

Grafica Divina

Nella narrazione Stefano Accorsi è il fedele complice della rockstar in questa avventura che vede coinvolte le testimonianze di tanti amici e colleghi che in qualche modo hanno fatto parte della vita e della carriera dell’artista.

Prodotta da Friends & Partners e Zoo Aperto, “LIGABUE – È andata così” rappresenta una cavalcata mozzafiato, dalla fine degli anni ‘80 a oggi, in un viaggio che mescola, senza soluzione di continuità, immagini di repertorio, dialoghi scritti ad hoc e testimonianze di ospiti, con un continuo avvicendarsi di registri narrativi (fiction, doc, attualità).

All’interno della serie le canzoni e la carriera della rockstar si intersecano ai fatti di cronaca e di costume più salienti degli ultimi 30 anni, che non rappresentano solo semplici elementi di un contesto storico, ma sono episodi che hanno avuto un’influenza sulle scelte e sulla vita dell’artista.

Insieme alla musica nella docu-serie si rivivrà anche un altro percorso di Ligabue, quello dedicato ai film e ai libri, per evidenziare lo sguardo intimo e inedito dell’artista che si racconta dai suoi luoghi d’elezione: il suo studio e il suo paese, Campovolo.

Luciano Ligabue E andata cosi conferenza stampa 11 ottobre 2021

Ecco la nostra intervista!

7 puntate, 7 capitoli, 7 temi. Come li hai scelti?

Il progetto è stato subito affascinante, ma era difficile capirne la forma. Non sapevo dove andare a parare. Sapevo che c’era da raccontare la mia storia, ok, e che a quel punto era il come a fare la differenza.

Stefano Accorsi racconta la tua storia insieme a te. È un amico?

Con Stefano c’è un’amicizia di vecchia data. Ma c’è una cosa che non tutti sanno: lui ha dentro una parte che sa cazzeggiare! Quindi da una parte fa il dj che racconta gli eventi, da una parte è l’amico che mi fa domande, e in più abbiamo ogni tanto un po’ sbracato! (ride)

Raccontare Luciano oltre Ligabue è stato difficile?

Lo è sempre un po’! Perché sai vengo dalla scuola che dice che le canzoni dovrebbero parlare da sole, che se vogliamo è un pensiero anche un po’ codardo, perché uno dice: “mando avanti quelle”. Sai che ognuno di noi ha quei tre/quattro aggettivi che lo caratterizzano… Uno di questi tre/quattro aggettivi che mi riguardano è “riservato”. Sono andato a guardare sul vocabolario e “riservato” significa che uno si tiene tutte le cose per sé. Allora abbiamo fatto una puntata tutta sulle canzoni che raccontano le mie parti più intime: separazioni, lutti, nascite, amori… Poi c’è una puntata sulle tre grandi crisi professionali che ho attraversato, una delle quali avevo deciso di ritirarmi, dopo i primi dieci anni di carriera.

“Il pubblico non è tuo! Ce l’hai in prestito! Poi va restituito!”

Cosa è cambiato in 30 anni?

È cambiato tutto! Pochissime cose non sono cambiate. Si cambia in modo naturale, figuriamoci facendo un mestiere con così tante sollecitazioni emotive! Se mettiamo insieme i numeri di canzoni, libri, film è una massa di cose che è tanta! Significa che sono andato avanti a testa bassa. Il Covid mi ha fatto guardare indietro e mi ha fatto un po’ impressione, ma anche tanta tenerezza…

Sei rimasto sempre a Correggio?

Sì. Le puntate sono girate lì perché io sono rimasto sempre lì, anche se avrei potuto spostarmi a Milano, ma non l’ho fatto.

Prima hai detto “sollecitazioni emotive”. Qual è la sollecitazione emotiva maggiore in questi 30 anni di carriera?

Ritrovarsi ad avere persone che confidano in te e scrivere canzoni per loro diventa una responsabilità con cui fai i conti tutti i giorni.

Hai detto che c’è una puntata in cui racconti le 3 grandi crisi professionali che hai attraversato. Ce ne parli?

La prima è stata alla pubblicazione del terzo album, perché sembrava che il pubblico dei primi due fosse sparito. La seconda è personale: non riuscivo a gestire la popolarità. È stata a fine anni Novanta. Per uscirne ho fatto Miss Mondo, in cui ho raccontato quel fatto lì: il successo può avere parti oscure. È una cosa che però la gente non vuole sentire. La terza è legata a Made in Italy, nel 2016, un concept album che poi è diventato un film, in cui mi sono ritrovato io a impersonare un’altra persona e mi sono trovato a perdere la mia voce, perché durante il tour ho avuto un polipo alle corde vocali, con la sensazione che la voce potesse non tornare quella di prima. Ho già fatto troppo spoiler! Così sapete già i contenuti della puntata numero 5! (ride)

Avevi pensato di dirigere tu? (la regia è firmata invece da Duccio Forzano, NdR)

Non avrei accettato, perché diventava troppo grande come impegno e troppo a senso unico. C’era bisogno di Duccio Forzano e, in generale, di un’altra mano. Sono cinque/sei ore di puntate ed è stato difficile farci stare 30 anni. Così come per uno scrittore è impossibile mettere tutta la propria vita in un libro.

Il tuo rapporto con la tv?

Ho un rapporto stretto con la televisione. Ne guardo tanta, guardo parecchie serie. Corro sul tapis roulant tutti i giorni e nel frattempo guardo le serie.

Progetti televisivi futuri?

Non posso spoilerare, ma alla fine della docu-serie io e Stefano ci facciamo una promessa sui progetti futuri. Ma appunto è proprio il finale e non lo posso spoilerare!

Cosa farai di nuovo? Magari andare in gara a Sanremo?

(ride) Credo di aver fatto tutto quello che volevo fare. Ho avuto la fortuna e la possibilità di fare quello che volevo fare. In gara a Sanremo non credo! Per quanto riguarda il progetto con Stefano, lo scoprirete vivendo! Al momento ho bisogno di rimettermi sul palco.

Luciano Ligabue E andata cosi conferenza stampa 11 ottobre 2021

NOTA: Le domande dell’intervista sono state raccolte durante la conferenza stampa tra le domande poste dai giornalisti che hanno partecipato.

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