Home Da conoscere “Too Unbelievable” di Michael Timaco e Ilaria Riccardi in libreria

“Too Unbelievable” di Michael Timaco e Ilaria Riccardi in libreria

Too Unbelievable è un libro davvero unico nel suo genere perché mescola l’autobiografia (dell’illusionista Michael Timaco) con l’esplorazione di una terra suggestiva come quella del Marocco.
Si parla di spettacolo, di prestigiazione, ma anche di amore e le sensazioni che la natura offre ai nostri occhi e al nostro animo. Un capitolo molto importante riguarda un male subdolo che affligge più persone di quanto si possa pensare: la depressione.

Per meglio esplorare questo particolarissimo libro abbiamo intervistato i due autori: Michael Timaco e Ilaria Riccardi

Come nasce l’idea di scrivere Too Unbelievable?

Grafica Divina

MT: Il libro nasce dall’esigenza di dare voce alla nostra arte che da troppi mesi era “silenziata”. Quando ho iniziato a pensarci, infatti, la Lombardia era appena entrata nella zona rossa di fine 2020. Non potevo esibirmi, quindi non potevo lavorare… Cosa potevo fare? Magari potevo scrivere… Ma c’era un problema. Io non sono e non ero uno scrittore di professione! Avevo bisogno di un aiuto. Per questo ho pensato subito ad Ilaria, che invece lo fa proprio di lavoro. Con lei avevamo anche passato l’estate a ricostruire il format “Too Unbelievable”, e da poco avevamo iniziato a proporlo alle varie case di produzione televisive, alle Film commission…
IR: Sì, infatti. La zona rossa aveva bloccato improvvisamente tutti i nostri piani. Tra settembre e ottobre, chiunque avesse letto il format – che nel frattempo avevamo sviluppato in modo completo, scritto e depositato in SIAE – ne era rimasto affascinato. Era un momento in cui sembrava di nuovo tutto possibile. Ci stavamo credendo parecchio. In un modo o nell’altro (pensavamo) stavamo per “partire”. In tutti i sensi! E invece era una falsa ripartenza. Da un giorno all’altro siamo ripiombati in una specie di nuovo lockdown e si è rifermato tutto. Le case di produzione hanno messo tutti i progetti, specie quelli nuovi, in stand-by. Quando Michael mi ha proposto di scrivere un libro assieme, sebbene a distanza perché viviamo in due comuni diversi e non ci potevamo incontrare dal vivo, ho accolto l’idea con molto entusiasmo! Era anche un modo per continuare a far vivere il progetto.

Autobiografia? Diario di viaggio? Libro sulla magia?

MT: Autobiografia sicuramente: tutti gli aneddoti raccontati li ho realmente vissuti! In questo senso il libro si è trasformato in qualcosa di più, è diventato un diario di viaggio… Interiore, oltre che fisico. Mi sono dato la possibilità di lasciar andare i ricordi.
IR: Come diario di viaggio è decisamente sui generis! E anche come biografia. Credo che questa sua natura ibrida lo renda una lettura interessante per tutti, non solo per chi fa magia, o chi viaggia. All’inizio pensavo che Michael volesse ricalcare le orme dei travel blogger che tanto ama, invece è riuscito a sorprendermi con i suoi scavi interiori.
MT: Per quanto riguarda la magia, non è un vero e proprio libro sull’illusionismo, perché non contiene tecnicismi. È però il racconto di come ho deciso di utilizzare quest’arte per vivere meglio. E di come è bello, ma anche difficile, arrivare a campare con l’arte magica. Insomma, non basta partecipare a un talent show!

Cosa vuol dire nel 2021 fare spettacolo?

IR: Eh, questa è bella! Figurati che non siamo ancora riusciti a fare una presentazione di questo libro dal vivo, perché fino a poche settimane fa era proibito. Michael è riuscito a fare una diretta su Instagram, ma nessun firmacopie, ecco. Evento rimandato a settembre.
MT: Sì, come dice Ilaria, la prima metà del 2021 è stata parecchio difficile. Se parliamo di spettacolo dal vivo, naturalmente. Non a caso ci siamo messi a fare un podcast! Ma certo il palco mi è mancato parecchio. Adesso le cose sembrano andare meglio, incrociando le dita. Non siamo tornati ancora ai ritmi del 2019, però…
IR: Però almeno nel frattempo non siamo stati con le mani in mano!

Depressione. Perché è vergognoso parlarne? Fare spettacolo o avere una forte passione può aiutare a uscirne?

MT: L’idea che mi sono fatto io, e che infatti raccontiamo nel libro, è che la vergogna nei confronti della depressione sia un po’ una cosa nostra, di noi italiani. Non vediamo la depressione come una malattia, che in quanto tale può essere anche passeggera, ma la vediamo come qualcosa che deve essere tenuta nascosta.
Non so se per tutti sia così ma, nel mio caso particolare, anche semplicemente tenere un mazzo di carte in mano quando ero da solo a casa aveva il potere di calmarmi. Quindi sì, una grande passione può aiutare, ma non credo che basti. Quanto al fare spettacolo credo valga lo stesso. Io credo che per uscirne del tutto sia necessario parlarne senza vergogna e non aver paura di farsi aiutare da un professionista.
IR: In effetti c’è un po’ il pregiudizio che andare dallo psichiatra sia “roba da matti”. Ma credo che per le nuove generazioni sia diverso. Mi sembrano più aperte ad affrontare la tematica. O almeno lo spero! Io sono stata adolescente negli anni ’90 e la mia depressione aveva la forma del disordine alimentare. Facevo finta di stare benissimo.
Il paradosso più grande, è che tutti vedono che tu stai male, tu lo neghi, e in più sei sicuro che sia un segreto solo tuo!
È che la depressione è molto comune, molto subdola, può assumere tantissime forme. E può diventare una vera e propria malattia invalidante, lo dico per esperienza… A volte è talmente forte che ti fa dimenticare anche la tua passione più grande. Ma si guarisce, quello sì.

In questo libro sono narrati successi e insuccessi. Solitamente questi ultimi vengono omessi

MT: Ma sì, gli insuccessi fanno parte del percorso di tutti! Credo che andrebbero vissuti non come un fallimento, ma come un’occasione per crescere.
IR: E poi raccontarli, anche scherzandoci su, aiuta a ridimensionarli: a nessun insuccesso non c’è rimedio. L’importante è non vedere i fallimenti come punti di non ritorno, bensì come opportunità di cambiamento. Ovviamente questa è la frase motivazionale che mi ripeto ogni volta che qualcosa va male, dopo aver pianto! Eheheh.

Wanderlust, Marocco e format. Come si intersecano questi tre mondi?

MT: Il punto d’incontro è proprio il format. Il Marocco rappresenta l’esperimento, la puntata pilota. Wanderlust è, come nel significato della parola stessa, un bisogno costante di esplorare e viaggiare. Il format Too Unbelievable è dove viaggio, magia e paesi lontani possono convivere. Perché poi un wanderer è anche colui che vuole scoprire nuove culture, oltre che nuovi posti. Conoscere le persone che vivono dall’altra parte del mondo, le loro abitudini. E vuoi mettere quanto è stimolante vedere l’effetto che fa la magia di due ragazzi lombardi sul pubblico di Marrakech o di Essaouira?
IR: Esatto. Quando ci siamo messi a ricostruire il format e io sono entrata ufficialmente nella squadra, ho coniato lo slogan: “Un bel viaggio è una magia, perché non portare la magia in viaggio?”. Ma per ora il Marocco l’ho visto solo attraverso i racconti che me ne ha fatto Michael per il libro, e i video già girati per la puntata pilota. È un posto dove non sono ancora stata.

Lo spettatore dove può vedere Too Unbelievable?

MT: Finalmente una domanda facile! Con l’aiuto di Antonio “Tox” Mazza, il regista molto bravo che ha seguito me ed Ale Bellotto in Marocco e non solo, abbiamo di recente messo online un sito dedicato a questo progetto. Lì si possono recuperare tutti i video, che comunque sono anche su YouTube. C’è pure una pagina Instagram con un sacco di foto! Tra l’altro il materiale non è solo quello del Marocco che abbiamo raccontato nel libro, ma anche quello del Kenya…
IR: La cui storia stiamo conservando per il seguito!
MT: Esatto.
IR: Il sito è, ovviamente: www.toounbelievable.it Lì si trova tutto.

Prossimi viaggi e/o impegni professionali?

MT: Io, come forse sai, sto rispondendo a quest’intervista dalla bellissima Puglia. Da qui è ripartito il mio primo tour, diciamo post pandemia. Si tratta di un one-man-show, in cui presento anche delle grandi illusioni. È un tour tra i resort di questa splendida regione. Questo è il lavoro che mi impegnerà fino alla fine dell’estate. Poi… Vedremo! Sicuramente per prima cosa dovremo recuperare la famosa presentazione dal vivo col firmacopie!
IR: Io invece sto rispondendo a quest’intervista dalla torrida Milano, invidiando moltissimo Michael. Per ora sono impegnata con qualche lavoretto da copywriter e un documentario (che però non c’entra niente con la magia, c’entra con la comicità!). Prossimo viaggio… Vacanza! Al Circeo, dove vado da quando sono nata.

Articolo e intervista: di Luca Ramacciotti

dasapere da leggere

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.