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Condanna a morte per l’agricoltura europea

Il voto della plenaria del Parlamento europeo ha segnato la condanna a morte dell’agricoltura europea. Gli eurodeputati non sono riusciti a riformare la PAC (Politica agricola comune) – che plasmerà l’agricoltura Ue per i prossimi sette anni – per consentirle di affrontare la crisi climatica ed ecologica in corso.

Il Parlamento Ue ha adottato un accordo preconfezionato tra i gruppi PPE, S&D e Renew, respingendo le proposte della Commissione ambiente del Parlamento Ue di tagliare i sussidi per il sistema degli allevamenti intensivi o di aumentare sostanzialmente i finanziamenti per le misure ambientali.

Grafica Divina

“I deputati hanno firmato una condanna a morte per ambiente, clima e aziende agricole di piccole dimensioni, che continueranno a scomparire a un ritmo allarmante. Per oltre 60 anni, la politica agricola europea è stata cieca rispetto all’impatto dell’agricoltura sull’ambiente e il Parlamento europeo sta continuando volontariamente nella stessa direzione mentre gli scienziati avvertono che l’agricoltura deve cambiare rotta per affrontare la crisi climatica. Questo voto potrebbe rivelarsi una condanna a morte anche per gli obiettivi del Green Deal europeo” dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia.

C’era così tanta insoddisfazione tra i deputati al Parlamento europeo per l’accordo presentato dai tre gruppi politici che 166 di loro, molti in opposizione alla leadership del proprio partito, hanno votato per annullare l’intera proposta della PAC e chiedere alla Commissione di tornare al tavolo di programmazione. Anche il Commissario europeo per l’agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha affermato che l’accordo raggiunto dal Parlamento è incompatibile con il Green Deal europeo.

Ieri sera i ministri dell’agricoltura, riuniti in Lussemburgo per decidere sulla PAC, hanno raggiunto un accordo in cui almeno il 20 per cento della dotazione nazionale degli aiuti diretti dovrà essere dedicata a incentivi per pratiche agronomiche

verdi. In attesa di conoscere i dettagli però, e consci che il 20 per cento non è assolutamente sufficiente ad affrontare la crisi in corso, ancora una volta non si è guardato in faccia alla gravità del problema e agito con la necessaria fermezza per un cambio di rotta urgente del sistema agroalimentare europeo.

I negoziati a tre, ovvero il trilogo, tra Commissione europea, Parlamento europeo e governi nazionali dovrebbero iniziare presto, sotto la presidenza tedesca del Consiglio europeo, per concludersi all’inizio del 2021.

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