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Ospite del nostro format musicale Marco Ziliani

Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Da giovane ero in fissa con i Clash e i Beatles, anche se non mi vestivo da punk oppure da mods. Crescendo mi sono appassionato al mondo del rock più alternative, Arctick monkeys, jet Kings of Leon, Franz Ferdinad,The Hives su tutti. Senza dimenticarsi dei Blur, Radiohead, Tame impala.

Grafica Divina

Ora ascolto anche il funky, tralasciando gli storici come i Earth Wind and Fire o Jackson 5 o i Kc and the sunshine band, tra i miei preferiti ci sono i Parcels, Daft Punk, Metronomy e Vulfpeck.

Del mondo italiano invece, grazie al mio impiego come backliner, mi faccio influenzare molto dagli artisti con cui lavoro. Oltre a questi mi piace molto Rino Gaetano e Cesare Cremonini.

Di cosa parla la tua nuova avventura musicale?

Il nuovo singolo parla di una love story vissuta a Genova, che avuto un finale diverso da quello che ci si poteva aspettare. Dopo una giornata passata con una ragazza, le nostre strade si sono divise nonostante ci fosse stato, più da parte mia, un forte coinvolgimento emotivo.

Realizzata la fine di questa storia, ho pensato che il modo migliore per non prendere troppo sul serio il suo rifiuto fosse quello di tirare due calci al pallone al campetto di casa mia in Piazza Vittoria.

Che è anche una piazza che sta a Genova.

Quindi, tutto sommato, questo posto racchiude tutta la storia del brano.

Qual è il momento in cui hai scoperto che avresti voluto intraprendere la strada della musica?

Ho capito che forse la musica per me era qualcosa di più di una semplice passione quando a 3 anni suonavo le pentole di mia nonna come batteria.

Successivamente è diventato il mio lavoro di tutti i giorni come tecnico audio e backliner, continuando comunque a suonare e cantare.

Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?

La produzione viene curata, oltre che da me,anche dal mio collega musicista Mathias. Generalmente uniamo i nostri ascolti, anche se molto simili, cercando di trovare un punto d’incontro tra le nostre idee.

Ci piace molto il mondo funky, e quindi la produzione tende a dare maggiore importanza principalmente alla ritmica degli strumenti, curando successivamente l’aspetto melodico degli stessi.

Alcuni brani, che hanno un’atmosfera più tranquilla, subiscono un percorso differente. Il risultato è un brano più ballad che funky dando più spazio alla melodia della voce e al pianoforte.

Cosa significa lavorare nella musica oggi?

Lavorare nella musica, come tecnico, significa sacrifici, sbatte, tanto lavoro, malinconia, passione e presa bene ed è davvero molto bello farne parte. La crew è squadra ma quando sei in giro diventa un po’ la famiglia. Questo il motivo per cui dicevo malinconia. Quando finisce un tour hai sensazioni molto positive, ma sei avvolto anche da un po’ di mal contento per la fine di un percorso con le persone con cui hai condiviso un esperienza, che ogni volta è unica nel suo genere.

Quando la passione diventa lavoro, la vivi in un modo differente.

Progetti?

Un nuovo singolo, finire il disco, farlo uscire e tornare al più presto sul palco come tecnico e musicista. Con Ziliani abbiamo preparato uno show che comprede altri 3 componenti oltre a me e Mathias. Inoltre suono la batteria con gli Usual (temporaneamente fermi per il fatto che anche Mathias fa parte di questa band ed entrambi siamo presi sul progetto Ziliani) e recentemente anche con i miei amici di Milano i “Miei migliori complimenti”. Quindi la voglia di tornare in giro a suonare e tirar cavi è tanta.

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