In libreria per Morellini Editore Dopo la tempesta il nuovo appassionato romanzo di Daniele Sartini che come scrive Gaja Cenciarelli nella bella presentazione “ha tutte le caratteristiche per diventare il libro del cuore di molti di noi”. Ho voluto approfondire e parlare direttamente con lui per presentarlo al meglio.
La tempesta del titolo è un evento che ha sconvolto una città, che l’ha segnata per sempre. Che legame hai con la strage ferroviaria del 29 giugno?
La scelta di indicare Tempesta con la “t” maiuscola mostra proprio la volontà di rendere questo tragico evento un protagonista vero e proprio, di personificarlo. Questo è anche un po’ il mio legame con la strage ferroviaria. L’ ho vissuta fin dal mattino seguente il 29 giugno quando sono arrivato a Viareggio, come ogni ogni giorno, e senza sapere cosa fosse successo mi sono trovato davanti un paesaggio inatteso. Ho ancora dentro di me quelle immagini di fumo, cenere, di qualcosa che sembrava passato ma che si capiva che non se ne sarebbe andato mai.
Perché hai scelto due protagonisti toccati da quella tempesta?
Volevo scrivere qualcosa su come le persone vengano cambiate da un evento di questo tipo, nel bene e nel male.
L’indagine in cui i protagonisti sono coinvolti sembra più una scusa per raccontare la vita e le sue contraddizioni… è così?
Esattamente, l’indagine mi è servita per raccontare altro. Soprattutto per mostrare questo legame fortissimo tra zio e nipote. I loro silenzi. La loro complicità.
Cosa ti hanno insegnato Sauro Lucchesi ma soprattutto Osvaldo Baglini?
Sauro mi ha insegnato che per stare bene con gli altri si devono affrontare, prima di tutto, le proprie debolezze. Il Baglini mi ha insegnato tantissime cose e, visto che sto scrivendo il secondo episodio, continua a darmi preziose ripetizioni sulla vita. Forse la cosa più importante che il Baglini mi ha trasmesso è quel modo tutto suo di provare a ingannare il dolore con l’ironia, che non significa essere superficiali ma solo combattere in un modo diverso.
Un omaggio e tanti rimandi a Viani di cui si avvicina un anniversario cosa ti lega a lui?
Un caro amico viareggino, uno dei primi che ho conosciuto, mi iniziò a parlare del Viani. Lo faceva con una passione che non era solo legata alla stima per la grandezza dell’artista ma anche all’orgoglio di poter dire che Viani era, ed è, sinonimo di Viareggio. Da lì ho iniziato a leggere i suoi romanzi, i racconti e a documentarmi sulla parte relativa alla pittura. Ho scoperto così una produzione di una bellezza a dir poco rara
Intervista di Elena Torre