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“Oryx e Crake” di Margaret Atwood: la nostra recensione

In libreria per Ponte alle Grazie “Oryx e Crake” di Margaret Atwood.
Alla Organic Farms il padre di Jimmy aveva un ruolo di tutto rilievo. Grande esperto di genomica aveva collaborato a progetti promettenti, dai nomi ambiziosi. Operazione Immortalità, per la creazione del Topo Matusalemme. Ma anche Sus multiorganifer, operazione Proporco per gli addetti ai lavori. Come resistere alla tentazione di far crescere organi umani resistenti a virus e batteri in maiali transgenici usati come ospiti? Jimmy si preoccupa ancora per gli animali. Come quando aveva cinque anni e con suo padre accanto aveva assistito ad un enorme falò di carcasse di mucche, maiali e pecore. Bruciati perché non diffondessero quello strano virus di cui non si conosceva abbastanza. Oggi Jimmy ha perso ogni cosa, persino il nome. Vestito di un lenzuolo sporco, rovista tra la spazzatura di un mondo che non c’è più, annientato dal delirio di una scienza priva di controllo. Oggi lo chiamano Snowman.

“Oryx e Crake” di Margaret Atwood

Oryx e Crake è il titolo originale del primo romanzo della trilogia MaddAddam di Margaret Atwood, pubblicato per la prima volta in Italia nel 2003 con il titolo L’ultimo degli uomini, seguito da L’anno del diluvio e L’altro inizio. Quando è stato pubblicato ha attratto l’attenzione della critica, candidato al Booker Prize e all’Orange Prize for Fiction, un romanzo di fantascienza postapocalittica, una distopia di orwelliana memoria.

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Oggi è qualcosa di più. È la conferma della capacità di una delle più grandi scrittrici contemporanee di costruire ponti su futuri possibili, eretti sui pilastri di un presente analizzato in modo così lucido da apparire inquietante. Come con Il racconto dell’ancella, scritto diciotto anni prima, Oryx e Crake disegna la mappa di un mondo che ora ci appare molto poco futuro e fin troppo presente. Per scriverne Atwood ha scelto la chiave distopica, ha scelto di descrivere il peggiore dei mondi possibili per capire ciò che viviamo. Per dirla con le parole di Gaja Lombardi Cenciarelli, scrittrice e traduttrice specializzata in letteratura anglo-irlandese, una delle massime esperte dell’opera di Atwood, “in questa seconda fase della sua vita letteraria, l’attenzione della Atwood è più concentrata sulla genetica, sui disastri ambientali e sull’impatto irreversibile che hanno sugli esseri umani. Pur mantenendo sempre fisso lo sguardo sulla condizione delle donne, la Atwood allarga il campo sull’analisi del contesto e delle cause”. E che sguardo!

Oryx e Crake
Margaret Atwood
Traduzione di Raffaella Belletti
Ponte alle Grazie

Articolo di: Cinzia Ciarmatori

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