“Pop, Rock, Jazz… e non solo”, la rubrica di recensioni musicali a cura di Andrea Pedrinelli
Charlie Risso
“Tornado”
(Incadenza)
Casomai qualcuno vi chiedesse se abbiamo, in Italia, giovani artisti di caratura internazionale, Charlie Risso è il nome da fargli in risposta.
Cantautrice e chitarrista genovese spesso attiva a Londra, capace di scrivere e cantare in perfetto inglese, Charlie è un’eccellenza da scoprire della nostra musica più giovane, contemporanea, sanamente indipendente.
Charlie Risso “Tornado” (etichetta Incadenza)
Col suo secondo album “Tornado”, nello specifico, Charlie Risso dimostra una capacità rara: quella di sperimentare in piena originalità, prendendo spunti affascinanti da vari generi e differenti sonorità, per poi volteggiare con un proprio, preciso, ammaliante linguaggio sopra e oltre essi; riuscendo anche a entrare nell’anima al volo, d’acchito, con una personalità precisa e prorompente.
Sarà la sua voce insieme incisiva e sensuale, che sa carezzare ma anche turbare, e mai è banale; sarà il gusto di mescere certo folk chitarristico-autorale con loop e batterie elettroniche; sarà un suo sguardo sognante molto Dream Pop che però qua e là si fa cupo e guarda alle ombre evocate dal Trip Hop; sarà la scelta d’accompagnarsi a una band coesa e solida, che però come lei sa essere pesante quanto luminosa, strappata e poi improvvisamente fluida; saranno i suoi testi intriganti, davvero originalissimi, capaci con pochi tocchi poetici d’aprire interi universi, interiori ed esteriori.
Comunque sia, Charlie Risso è sicuramente autrice e interprete d’altissimo profilo, e il suo “Tornado” un gioiello di cultura musicale e attenzione all’oggi, di poesia alta e intimismo modernamente inquieto, un album maestoso che coinvolge, scuote, emoziona.
Otto pezzi in inglese
Sono otto, i brani di “Tornado”, tutti in inglese. E i due singoli già dicono molto, e del disco e dell’artista.
“Dark”, sull’altalena del vivere e dell’amare, ammalia mentre trascina in un cupo viaggio negli abissi tramite tocchi sonori ben scelti e raffinatissimi, uno sviluppo da brividi, un testo sintetico eppure capace d’aprire mondi; e “Tornado”, davvero strepitoso pop-rock d’autore e di spessore internazionale, con aperture melodiche sapienti e testo insinuante e misterico, parla d’amore, sì, ma quanto diversamente dai soliti testi degli autori nostrani.
Passaggio splendido del CD è anche “Nothing At All”, dove tremolii sonori adombrano sogni in procinto di divenire incubi, e con molta classe Risso canta un’oscurità luminosa, un sentimento in bilico fra affermazione e disintegrazione, una preoccupazione dolce, insomma… i chiaroscuri dell’anima.
“Lord of Misrule”, che guarda al Cinquecento catapultandolo all’oggi, è invece sensuale evocazione dell’amare fisico, detta fra le righe sempre usando molti chiaroscuri, con bel gusto elettronico. E “Hollow Town” è addirittura un country “dark”, lento e sospeso, con squarci verso il folk e altri verso il pop, che in bilanciamento continuo e sapiente fra chitarra e violoncello canta d’amore e morte, consolazione e rimpianto. Mentre “We’re Even” guarda senza paura agli anni Ottanta più sintetici, ma con grande potenza e soprattutto la conferma della qualità con cui l’artista ha lavorato su costruzione dei brani, arrangiamenti, espressività (spesso sperimentale se non spiazzante tout-court) della voce: e in modo gustoso quanto profondo, alla fine il pezzo canta un amore finito con intimismo intenso e dolente.
Altri due brani, restano da commentare, e si allineano al meglio dell’opera. Sia la tesa e tosta “It Makes Me Wonder” che di per sé si basa su una melodia semplice, lavorata però con cesello e gusto d’osare sino a dar forza a un testo di ricerca di sé (dentro l’anima e indietro nel tempo) facendone sceneggiatura onirica e scuotente; sia l’elettropop distorto con aloni anni Settanta di “Crossroads”, che tramite un bell’ispessimento datogli dalla ritmica s’invola verso un piglio incalzante capace di valorizzare un testo di poesia e sensibilità.
Fra le note stampa e le note personali di chi scrive, Charlie Risso ricorda qua e là Nick Drake e i Mazzy Star, i Cranberries e il cosiddetto “folk apocalittico”, Jackie Leven e i Pink Floyd. Tutto vero, tutto riscontrabile. Eppure, è qualcosa di nuovo. È qualcosa di oggi.
È Charlie Risso: la risposta da farvi e da fare alla domanda “esiste un giovane artista italiano di linguaggio e spessore internazionale, oggi?”.
Esiste. Si chiama Charlie Risso, è da scoprire, ha fatto un CD da non perdere.
Andrea Pedrinelli
Da ascoltare/guardare: “Tornado”
https://www.youtube.com/watch?v=ru9RRPU48SA