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Novità Edizioni Tlon: Vulnerabilità Radicale di Judith Butler

Quarto titolo della piccola ma densissima collana digitale UqbarVulnerabilità radicale è lo straordinario intervento della filosofa statunitense Judith Butler durante il festival online “Prendiamola con filosofia”, organizzato da Tlon e Piano B. Il ricavato delle vendite di questo ebook sarà interamente devoluto all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Novità Tlon: Vulnerabilità Radicale di Judith Butler

Quando ricominceremo a vivere? E la vita riprenderà uguale a prima o troveremo ad attenderci un mondo trasfigurato? Cosa andrà perduto e cosa scopriremo di aver guadagnato, ammesso che di guadagno si possa parlare? Si apre con questi essenziali interrogativi la riflessione di Judith Butler, studiosa imprescindibile per chiunque voglia avvicinarsi ai temi del condizionamento sociale e del ruolo dei corpi nella società. Ospite della scorsa edizione del festival “Prendiamola con filosofia”, la filosofia americana ha posto l’accento su come, nello scenario attuale, all’isolamento dei corpi fa da contraltare la mobilità estrema di un virus che impatta non solo sul rapporto fra vita e morte ma anche sulle diseguaglianze alla base del sistema capitalistico, che sembrano radicalizzarsi proprio nelle zone più colpite dalla pandemia.

Grafica Divina
Vulnerabilità Radicale


Come si articolerà dunque la risposta alle politiche dell’emergenza? Si può arrestare la curva esponenziale del contagio con una campagna vaccinale di massa e agire contemporaneamente sulle diseguaglianze sociali ed economiche? Come immaginare un nuovo diritto alla salute e nuovi spazi di confronto democratico? E inoltre, in un momento storico in cui assistiamo al dilagare delle fake news e risulta complicato sostenere dibattiti pubblici sui social network, quale ruolo educativo può avere la filosofia, soprattutto per le giovani generazioni?
Nel tentativo di dare una risposta a tutto ciò, e di indagare l’emergenza per immaginare il futuro e definire nuovi spazi d’azione, centrale nella riflessione di Judith Butler è l’importanza di prendere coscienza del rapporto di interdipendenza che ci unisce a livello globale, così come della vulnerabilità che ci accomuna: una presa di coscienza che suggerisce l’idea di un’uguaglianza globale. Per la filosofa americana, la pandemia è infatti un evento che trascende gli schieramenti ideologici e che ha messo in luce la nostra interdipendenza, la nostra vulnerabilità, la possibilità che abbiamo tanto di nuocere quanto di aiutare gli altri.

Ed è questa, per Butler, una delle sfide più urgenti del complesso momento storico che stiamo vivendo: battersi per un’alternativa, politica e sociale, più umana. Un’alternativa che promuove l’uguaglianza a livello mondiale, che impone dei limiti al capitalismo e mira a fare della salute un bene comune, accessibile a tutti e al quale tutti hanno diritto. Una battaglia senza dubbio ancora aperta.

«È precisamente in questa nuova idea di uguaglianza che ripongo le mie speranze. Se pensiamo ad esempio ai vaccini anti-COVID, vediamo come è in atto uno scontro tra chi, da un lato, vorrebbe comprare e tenere per sé i farmaci antivirali che verranno prodotti o vorrebbe che non uscissero dal Paese di produzione, e chi, dall’altro lato, si oppone a questa logica e intende inviare qualsiasi farmaco venga scoperto e qualsiasi vaccino venga prodotto ai soggetti più vulnerabili, ovunque essi siano».
«È la cosa che più mi colpisce del virus: siamo vulnerabili e lo siamo tutti, senza eccezioni. Possiamo essere contagiati, o siamo già stati contagiati, magari senza saperlo, e insieme possiamo contagiare, possiamo trasmettere la malattia ad altri. Possiamo subire un danno e, al tempo stesso, possiamo infliggere a chi ci circonda. Le due possibilità si danno simultaneamente e questo dualismo determina tutte le nostre relazioni sociali. Ci scopriamo tanto vulnerabili quanto investiti di una responsabilità, e questo incide sul nostro modo di rapportarci gli uni con gli altri. Il mio corpo non è solo mio, non è una proprietà chiusa in sé stessa. È sempre virtualmente in contatto, sempre inserito all’interno di un qualche rapporto. Il mio corpo agisce sugli altri ed è esposto all’azione altrui, e questa presa di coscienza ci consente di ripensare l’individualità. Siamo vulnerabili e siamo, contemporaneamente, soggetti agenti, investiti di determinate facoltà e responsabilità, legati gli uni agli altri da una situazione critica che porta drammaticamente allo scoperto la nostra interdipendenza strutturale».

«Se da un lato la pandemia può amplificare i conflitti più intimi, le difficoltà di carattere esistenziale, dall’altro dà risalto alla nostra comune dipendenza dal sistema sanitario, specie laddove l’assistenza risulta gravemente inadeguata. E allora, se finora non avevamo considerato il sistema sanitario come bene assoluto, se il pieno diritto alla salute non era stato garantito a tutti allo stesso modo, questo è il momento di rimediare».
JUDITH BUTLER

L’autrice

Eminente filosofa post-strutturalista statunitense, Judith Butler ha dato importanti contributi nei campi del femminismo, della teoria queer, della filosofia politica e dell’etica. Attualmente insegna presso il Dipartimento di retorica e letterature comparate all’Università di Berkeley e presso la European Graduate School. Tra i suoi lavori tradotti più recentemente in Italia, ricordiamo Critica della violenza etica (Feltrinelli, 2006), Soggetti di desiderio (Laterza, 2009), L’alleanza dei corpi (Nottetempo, 2017) e La forza della nonviolenza (Nottetempo, 2020).

Da leggere Vulnerabilità Radicale.

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