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Alberi, WWF anche nei noci secolari il nostro futuro

Da millenni i noci del Brasile sostengono la vita delle comunità indigene e la biodiversità dell’ecosistema, ma deforestazione, incendi e illegalità li stanno mettendo a rischio. 

Il WWF ha un progetto per proteggerli 

Impariamo dagli alberi a riequilibrare il nostro rapporto con la natura e uscire dalla crisi: tutto è connesso, ognuno è importante e nessuno si salva da solo

A Natale mettici il cuore per davvero e sostieni i progetti WWF: wwf.it/natale 

Grafica Divina

Per uscire più forti dalla crisi sanitaria ed ecologica dovuta al Covid-19, una delle  peggiori che ci siamo trovati ad affrontare, dobbiamo riconoscere il legame fondamentale fra salute dell’uomo e natura, intraprendendo azioni urgenti per riequilibrarlo. Il primo passo che possiamo fare per salvarci è imparare dagli alberi, che non sono solo l’anello di congiunzione tra il sole e la Terra, energia del nostro respiro, fonte di cibo, ma possono anche contribuire a risolvere i problemi creati dall’uomo sul Pianeta. Tutti insieme, gli alberi ospitano fino all’80% della biodiversità terrestre e concorrono a far funzionare l’ecosistema forestale. Il migliore esempio delle loro capacità e funzionamento lo troviamo In Amazzonia – la più grande foresta tropicale ininterrotta al mondo con il più esteso sistema di acque dolci – uno dei pistoni biologici da cui dipende l’equilibrio di tutta la biosfera.

Ogni albero svolge una funzione importante, ma alcuni (chiamati patriarchi o matriarche a seconda delle culture) hanno – perché più vecchi e più grandi – un ruolo speciale: sono i primi per dimensioni e qualità del legno ad esser predati dall’uomo, ma la loro scomparsa produce ripercussioni su tutto l’ecosistema portando ad un progressivo deterioramento ecologico della foresta. Tipico patriarca della foresta, alto fino a 60 metri, è il noce del Brasile (Bertholletia excelsa).Giunto a maturità, svetta al di sopra della volta (in inglese la canopy) diventando uno dei rari alberi “emergenti”. I noci del Brasile sono vere e proprie sentinelle della fitta volta amazzonica, sono alberi inondati dalla luce solare tutto il giorno e ambiti rifugi per molti animali come i pipistrelli frugivori, aquile arpie, scimmie urlatrici, are giacinto. Gli straordinari noci del Brasile fanno parte dell’elenco delle specie minacciate di estinzione ed è dunque vietato abbatterli. Purtroppo deforestazione, incendi e tagli illegali stanno portando alla scomparsa di queste straordinarie sentinelle della foresta. 

Da millenni il noce del Brasile sostiene la biodiversità dell’ecosistema e la vita delle comunità indigene, che sono tradizionali custodi delle foreste amazzoniche e svolgono un ruolo cruciale nella loro conservazione. Questo albero secolare, infatti, non viene protetto solo per la sua rarità, bellezza e dimensione, ma anche perché fonte di reddito e cibo. Il valore economico rappresentato dai suoi frutti, costituiti da una specie di capsula legnosa (simile ad una noce di cocco) che contiene al suo interno da 12 a 20 semi, le noci vere e proprie, e dall’olio che se ne può estrarre, è tanto importante da farne il più prezioso Prodotto Non Legnoso (NTFP) di tutto il Sudamerica. La noce contiene quasi il 20% di proteine, è ricca di fosforo, potassio, vitamina B, oltre a zinco e selenio e, come altre specie vegetali della foresta, viene anche utilizzato per curare alcune malattie e malesseri, come bruciore di stomaco e disturbi nervosi.

Nella raccolta delle noci sono coinvolti piccoli nuclei familiari indigeni che da millenni utilizzano sostenibilmente questi alberi. Una volta raccolte, le noci vengono trasportate da piccole piroghe lungo i corsi d’acqua per convenire in impianti di lavorazione ed essere vendute localmente. Oggi insieme a gomma naturale, açaí e oli vegetali, la noce del Brasile è uno dei 5 prodotti più importanti della foresta amazzonica e solo raramente questo frutto così sostenibile riesce ad entrare in una filiera economicamente solida e stabile. Gli scarsi guadagni delle comunità indigene e la mancanza di un reddito sicuro, rendono la trasformazione delle foreste in pascoli e coltivazioni intensive sempre più appetibile. In questo modo tra illegalità, incendi e interessi privati, la deforestazione avanza, cancellando gli ultimi noci e i loro ecosistemi.   

La sfida del WWF è combattere deforestazione sostenendo e promuovendo alternative economiche innovative e durature, che supportino un modello di sviluppo basato sulla conservazione della foresta e dei servizi che essa fornisce all’umanità, a partire proprio dalla produzione delle noci brasiliane. 

Per questo il progetto WWF “Salvare la sociobiodiversità dell’Amazzonia attraverso l’impiego sostenibile della noce brasiliana” si concentra in particolare nella regione di Amazonas, uno dei fronti più caldi di deforestazione in tutto il Brasile (qui si riscontra il 78% di tutta la deforestazione brasiliana dal 2008). 

Il termine: “sociobiodiversità”, si riferisce a beni e servizi generati dalle risorse della biodiversità, formando filiere produttive a beneficio delle comunità indigene; promuove il mantenimento ed il miglioramento delle pratiche e delle conoscenze tradizionali, garantisce i diritti dei territori, genera reddito e promuove una migliore qualità della vita e dell’ambiente in cui si vive, elementi vitali per salvare l’Amazzonia.

Gli step principali del progetto sono: lavorare insieme alle comunità indigene per censire i noci secolari del territorio, sviluppare nuovi sistemi di raccolta e di lavorazione, individuare best practices, promuovere una piccola imprenditorialità locale che consenta di beneficiare di importanti economia di scala, contribuire a rendere il prodotto interessante per i grandi mercati, facilitarne la distribuzione e il marketing, sviluppare percorsi di capacity building per l’utilizzo di fondi e finanziamenti disponibili a scala locale e regionale. A sostegno delle comunità indigene, poi, il progetto realizzerà ad Apuí, nella regione di Amazonas, un mini impianto di lavorazione della noce del Brasile e un sistema di piccoli laboratori itineranti che serviranno a diffondere le migliori pratiche per la raccolta e la gestione delle noci, individuare sistemi innovativi e creare una rete connessa di cooperative di raccoglitori. 

Lo sviluppo di una piccola ma solida economia locale, collegata alla raccolta di un’antica e preziosa risorsa naturale è uno degli elementi fondamentali per aumentare la resilienza delle comunità ed aiutarla ad affrontare crisi come la pandemia da Covid-19. Un’importante alternativa di sviluppo locale e regionale, che offre alle comunità l’opportunità di rimanere nei propri territori, di mantenere l’ecosistema sano e vivo, di contrastare la distruzione dell’habitat e di offrire ai propri figli la possibilità di scegliere.

Studi di archeo botanica hanno riscontrato che il noce brasiliano viene coltivato nella foresta amazzonica da oltre 11.000 anni, e che gli antichi lo piantavano nelle radure all’interno delle foreste, per garantire il raccolto alle future generazioni. 

Tutto è connesso, ognuno è importante e nessuno si salva da solo, questo dobbiamo imparare dagli alberi.

Per sostenere i progetti in difesa della biodiversità e in particolare delle foreste, il WWF ha anche lanciato in questi giorni la Campagna natalizia “A Natale mettici il cuore” realizzata con Accenture Interactive: quest’anno il regalo consigliato è infatti l’adozione di una specie simbolo, dal gorilla al koala, specie tra le tante che rischiamo di perdere per sempre senza il lavoro quotidiano e costante dei progetti di conservazione che il WWF porta avanti in tutto il mondo.

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