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Da conoscere Salvatore Luca D’Ascia

Salvatore Luca D’Ascia è medico-chirurgo, specialista in Cardiologia e Aritmologia ed è considerato opinion leader in materia scientifica. Esperto in comunicazione, sceneggiatura, giornalismo, esoterismo, esplora la scrittura a 360° ed esordisce in narrativa con le raccolte Il libro di Nessuno (Croce), Partenope Pandemonium (Larcher) e Questi Fantasmi (Boopen Led); viene poi pubblicato nella graphic novel Nero Napoletano (Corriere della Sera). Dopo la vittoria del premio RAI La Giara negli anni 2013 e 2014, pubblica il romanzo Supersonico (Rai Eri) e diventa opinionista nei principali canali media.

È da poco uscito un suo libro dedicato a Magia e Massoneria. In che misura si può parlare di certi argomenti?

Grafica Divina

Beh, essendo un polemico per eccellenza dovrei attaccarmi alla presunzione della domanda, che appunto pre-identifica argomenti come non diffondibili, spinosi o addirittura censurabili, e tuttavia la domanda è molto furba, poiché con apparente superficialità sigla invece dei contenitori come altamente fraintendibili, ovvero di elité. Necessitanti spiegazioni, contestualizzazione, poiché in effetti, la maggioranza dei lettori potrebbe non conoscerne nulla. E del resto, c’è da dirlo, il pre-giudizio compromette tutta la cultura, e tuttavia un libro è anche uno strumento sociale, che penetra nel sociale, e quindi cosa fare? Beh, ancora usando questo forma discorsiva, che oggi mi sta a genio, penso che sia giusto rispettare le regole della scrittura: quell’antico rituale con il quale non si sbaglia. E quindi si parla di tutto, ma a patto di non farlo con superficialità, senza annoiare il tuo lettore, e senza millantare, senza andare fuori tema e insomma rispettando quel contratto non scritto, ma ugualmente sancito: proponendo al giudizio solo un vero valore.

Cosa significa e cosa comporta essere un iniziato?

Iniziato è colui che inizia un percorso e ciò comporta conoscere una meta, avere mezzi per il viaggio e magari qualcuno con cui condividerlo e con cui condividere le tante gioie e tristezze che il viaggio comporta.

Nel libro molta importanza è giustamente data al significato delle parole oggi banalizzate, private del loro senso… un caso?

Il caso non esiste, come recita il principio universale detto di causa ed effetto, o legge di necessità degli enti, o legge dellalogica citato nel mio testo e che riporto: “Ogni effetto ha la sua causa, ogni causa il suo effetto; tutto avviene in conformità a una legge, il caso è solo un nome che designa una legge che non si conosce, pur se esistono diversi piani di causalità, niente sfugge alla legge. Ogni azione genera quindi una reazione e dunque lafortuna, o sfortuna, non esiste e ogni fenomeno, sia esso profanoiniziaticooperativo, consapevole o inconsapevole, condiziona l’esistente entro il quale si sviluppa. Tale principio è dunque logico e trova corrispondenza nella terza legge della dinamica: A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, nonché nella legge di conservazione di massa: “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. O se volete, in maniera maggiormente fascinosa: per uno scrittore le parole sono gli strumenti di sé stesso e del cosmo (prima legge universale, o dell’analogia) e quindi non possono essere casuali, anche se certo possono essere sublimi.

In che modo gli insegnamenti della Tradizione ancora oggi ci riguardano?

La tradizione, che taluni scrivono con la maiuscola in segno di rispetto, ma che io scrivo con la minuscola essendo un persecutore della grammatica italiana, è un fenomeno complesso di memoria e trasmissione (dal lat. tradere, trasmettere) e in quanto tale è sia eterno che trasversale, poiché legato alla natura dell’uomo. Esso viene infatti sia analizzato che perpetrato nel mito, strumento profano e parzialmente inconsapevole, o mediante sistemi esoterici, che hanno maggiori gradi di consapevolezza, e tuttavia il senso non cambia, poiché tali strumenti ci permettono la connessione verso ciò che non vediamo. In tal senso, dunque, taluni insegnamenti, definiti tradizionali in riferimento alle antiche civiltà del passato di cui erano cardine e da cui ci vengono trasmessi, ritengo siano sempre tra di noi, sempre indagabili e perseguibili, poiché addirittura strutturali nel cosmo. Tali insegnamenti, dunque, così come il ragionare su di essi, non solo sono intramontabili, ma sono germinali e trasformanti in ogni tempo.

Intervista di: Elena Torre

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