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A Siena in Santa Maria della Scala si presenta Hospitalia

Presentazione libroHOSPITALIA. O sul significato della cura

giovedì 13 giugno ore 18.00

Grafica Divina

Sala S. Ansano  Santa Maria della Scala

con l’autrice Elena Franco, architetto

dialoga Domenico Quirico, giornalista de La Stampa

modera Tiziana Bonomo, ArtPhotò

Il libro viene presentato in occasione della mostra: ELENA FRANCO – HOSPITALIA. O sul significato della cura .

Il libro Hospitalia. O sul significato della cura – in relazione alla mostra in corso al Museo di Santa Maria della Scala a Siena, il più antico fra gli ospedali europei – nasce da un’indagine fotografica sui luoghi e le atmosfere di antichi ospedali.

Per raccontare l’architettura di questi importanti monumenti sociali e stimolare il dibattito sulla fotografia quale strumento di conoscenza e di attivazione di progetti e reti per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale, Elena Franco dialoga con Domenico Quirico, autore della prefazione del libro, su temi legati alla solidarietà, all’accoglienza, al riuso e alla cura. Il lavoro di Elena Franco, infatti, va oltre la mera documentazione per affrontare tematiche profondamente umane. Scrive Quirico nella prefazione al volume: “Chi entrava in questi ospedali per praticare la umile misericordia del quotidiano doveva sapere che  diventava parte, custode di grandi dolori, che avrebbe dovuto tenere la mano ai moribondi… Bastano semplici fotografie per tutto questo quando le distanze che ci separano non sono quelle della geografia ma i secoli della Storia? Sì, se esse non sono soltanto estetica e tecnica e virtuosismo, ma dentro c’è l’anima e quasi l’impronta di quel dolore. C’è la compassione, la misericordia a cui spesso questi luoghi erano esplicitamente richiamati, la partecipazione attiva all’altrui sofferenza laicamente definita come umana cosa.”

L’incontro è l’occasione per presentare la seconda edizione – in inglese – del volume edito da ARTEMA e per approfondire gli argomenti della mostra in corso sino al prossimo 7 luglio.

Hospitalia. O sul significato della cura è un progetto fotografico che parte dalle architetture degli antichi ospedali europei – vere e proprie città nella città – per aprirsi al territorio, attraverso le donazioni che, nel corso dei secoli,  i benefattori hanno devoluto per la cura di questi centri dell’accoglienza.

La mostra presenta un progetto avviato da diversi anni e documenta edifici ospedalieri storici in un itinerario che, da Siena, attraversa Venezia, Cremona, Milano, Alessandria, Vercelli, Torino, Arles, Bourg-en-Bresse, Lione, Parigi, fino a Lessines in Belgio. Non è solo quindi una ricerca estetizzante, ma uno studio ben condotto. 
Gli scatti non seguono un itinerario geografico, ma sono inseriti in raggruppamenti tematici, che suggeriscono una stimolante chiave di lettura: monumentalità-bellezza, liturgia-rito, limite-legame, memoria-archivio, comunità-solidarietà, autarchia-sostenibilità, paesaggio-ambiente, riuso-trasformazione, e da essi emergono affinità e somiglianze anche in luoghi tra loro remoti.

Si tratta di un’indagine, infatti, che interroga gli edifici e gli archivi per scoprire le storie degli uomini e delle comunità che hanno costruito e gestito tali importanti complessi. Ma è anche testimonianza del viaggio che Elena Franco ha compiuto, negli ultimi sette anni, per dare un senso alla malattia e alla morte proprio in quei luoghi che sono testimoni della fragilità ma, al contempo, del senso più profondo delle nostre esistenze. E’ un approfondimento che vuole incoraggiare la riflessione sul riuso e la messa in rete di queste strutture, in Italia e all’estero, avendo già ottenuto quale risultato che, in alcuni fra i siti fotografati, si siano realizzati specifici progetti di valorizzazione. La ricerca si è tradotta in un progetto speciale de “Il Giornale dell’Architettura” e in un libro – Hospitalia. O sul significato della cura (ARTEMA 2017 e riedizione in inglese ARTEMA 2019) – a cura di Tiziana Bonomo e con prefazione del giornalista Domenico Quirico, oltre che in alcuni approfondimenti locali, come nel caso del volume “La rinascita dell’ex ospedale di Sant’Andrea a Vercelli” (Silvana Editoriale, 2016).

Il risultato si presenta come  un “glossario visivo” che restituisce alla memoria collettiva un patrimonio architettonico, artistico, medico e sociale, in modo da  suggerire nuove interpretazioni per la storia comunitaria e individuale, ponendo l’accento sui meccanismi di solidarietà che sono stati per secoli alla base dell’accoglienza dei malati e dei poveri in Europa.

Elena Franco (Torino, 1973)

È architetto e fotografa. Si occupa di valorizzazione urbana e territoriale. Grazie alla sua esperienza, lavora a fianco delle comunità locali con progetti di messa in rete,anche a livello internazionale, e, spesso, viene chiamata a intervenire come formatore o speaker a eventi che mirano a sostenere programmi strategici di sviluppo. La fotografia – di documentazione e ricerca – occupa gran parte della sua attività e viene spesso utilizzata nei suoi progetti, anche a supporto del lavoro di costruzione dell’identità locale e di percorsi di messa in rete di potenzialità territoriali. La sua principale ricerca fotografica “Hospitalia”, in corso dal 2012, dopo essere stata esposta e presentata in sedi istituzionali a Milano, Napoli, Vercelli, Losanna, Venezia, Firenze, Arles (FR), Lessines (BE), accompagnata da convegni e workshop ispirati dal suo lavoro, è ora un libro, a cura di Tiziana Bonomo (ARTEMA 2017). Attualmente lavora a progetti artistici focalizzati su architettura, archivi, territorio. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Scrive per Il Giornale dell’Architettura ed è autrice di articoli e saggi sui temi di sua specializzazione. Da gennaio 2016 è direttore artistico della Fondazione Arte Nova, per la valorizzazione della cultura Liberty e Art Nouveau.

Tiziana Bonomo di ArtPhotò

Dal 2015 con ArtPhotò propone, organizza e cura eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro.

Da giugno 2018 è rappresentante, insieme a Pierangelo Cavanna, del gruppo “operatori culturali, curatori e artisti fotografi” del tavolo della fotografia della Regione Piemonte.

La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.

Un periodo di consulenza nella comunicazione e poi ArtPhotò… per creare atmosfere, raccontare storie, suscitare emozioni.

Domenico Quirico

E’ giornalista de La Stampa, responsabile degli esteri, corrispondente da Parigi e ora inviato. Ha seguito in particolare tutte le vicende africane degli ultimi venti anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Nell’agosto 2011 è stato rapito in Libia e liberato dopo due giorni. Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come inviato di guerra, di lui si perde ogni traccia. La prima notizia del suo rapimento giunge il 6 giugno quando viene diffusa la notizia che Quirico è ancora vivo. Viene infine liberato l’8 settembre 2013, dopo 5 mesi di sequestro, grazie ad un intervento dello Stato Italiano e infine riportato a casa. Ha vinto nel 2018 il Premio Terzani per la letteratura, nel 2017 il Premio per la letteratura Albatros, i premi giornalistici Cutuli e Premiolino, nel 2013, il prestigioso Premio Indro Montanelli.  Ha scritto quattro saggi storici per Mondadori: Adua, Squadrone bianco, Generali, Naja e Primavera Araba per Bollati Boringhieri. Presso Neri Pozza ha pubblicato: Ombre dal fondo, Esodo.Storia del nuovo millennio, Il Grande Califfato, Il paese del male e Gli Ultimi: la magnifica storia dei vinti. Ha scritto con Laterza: Succede ad Aleppo.

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