Home Da ascoltare RENAISSANCE – Marcus Miller -Lucca 15/11/2012

RENAISSANCE – Marcus Miller -Lucca 15/11/2012

Serata sold-out  a Lucca dove si è esibito lo straordinario bassista, compositore, arrangiatore e produttore americano, Marcus Miller, che si è immerso nell’intima atmosfera dell’antico Teatro del Giglio, dove fanatici devoti come la sottoscritta lo attendevano impazientemente. Marcus Miller è un artista unico per il “groove”, il tocco ed il perfetto uso della tecnica “slapping”sul basso, che rende il “Marcus touch”  anche se la Fender ha creato il Jazz-bass in suo onore da molti anni.Una carriera che si estende per oltre tre decadi partendo con Miles Davis, passando per David Sanborn, Luther Vandross e collaborando con qualunque grande nome della musica.

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Il tour e l’album omonimo “Renaissance” ci porta ad esplorare le infinite possibilità di rinnovamento che stiamo vivendo nel nostro tempo e che si riflettono nella musica vera e nel musicista profondamente sensibile ad ogni sfumatura di cambiamento, un’esigenza, un dono, non un semplice concerto.

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Grafica Divina
Alle 21:20 le luci si abbassano e Miller entra sul palco dopo la sua band,f ormando un sestetto di incredibile talento musicale. Alex Han al sassofono, Maurice Brown alla tromba, Adam Agati alla chitarra, Chris Bowers al pianoforte e tastiere e Louis Cato alla batteria, la stessa con la quale ha ideato e creato questo nuovo capolavoro, Renaissance, come già detto  la rinascita, ma anche il rinnovamento della musica attraverso questi giovanissimi solisti che con lui condividono questa esperienza intensa da pochi anni, a Brooklyn, dove avviene la maggior parte della creazione di M2, come molti lo chiamano.

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Miller ha aperto con “Mr.Clean”, un groove funk morbido in cui ha subito sostenuto Han per un breve ma intenso assolo di sax alto, poi guardando verso la parte più buia del palco ha cominciato i suoi fraseggi ritmici aumentando gradualmente il livello di abilità e sprigionando un’energia quasi selvaggia. E sono trascorsi solo una manciata di minuti e già non esiste più la cognizione del tempo, se non quello della ritmica da cui il pubblico è completamente rapito.

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Nel secondo pezzo arriva la magnificenza del suo basso; “Detroit” la “città funky che merita ritmo funky” in cui si fondono stili e virtuosismi, le note scorrono e si piegano con la massima precisione davanti allo “slapping” funk pervaso di melodia tra chitarra e fiati.

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“Redemption” è diretta con maestria da Miller che col basso definisce ogni sua parte facendo fluttuare il manico del suo strumento come una bacchetta magica svegliando il pianoforte, poi la tromba ed il sassofono.

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“February” regala la parte più meditativa della serata, dolce e piena di soul permettendo anche a Miller di ballare per qualche minuto, prima di presentare il pezzo seguente che vuole riflettere le due parti che sono dentro di noi, quella oscura e quella buona: “Jekyll and Hyde”, incredibile composizione alla Miller contemplativa all’inizio e piena di funk power dopo, un’alternanza di tonalità contrastanti e melodie bellissime tra jazz-funk e black-rock tra le corde del suo basso e della chitarra molto Hendrix di Agati.

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Con la lunga e appassionante introduzione di “Goree(Go-ray)” e della sua storia intrecciata con quella dei primi schiavi africani e dell’America, ricordando una visita fatta all’isola per trasmettere un pensiero ottimista e positivo, come solo un vero cittadino americano può sentire, inizia una della parti più intense del concerto. Miller si trova solo con il clarinetto basso, un suono così particolare da rispecchiare l’intenzione determinata a portare il pubblico in un mondo di sensazioni diverse in cui riuscire a trasformare ogni negatività nella più creativa positività. Performance sublime ed impeccabile, il bis e poi un pubblico in estasi che non riesce a star fermo e a non applaudire. Carico di un’energia che non si è limitata all’oltre ora e mezza di musica ma ha continuato nel foyer dove l’artista ha condiviso con i suoi ammiratori dopo il concerto molte altre piccole emozioni, firmando dischi,biglietti e spartiti.

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Articolo di: Deborah Pardini

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