Intervista ad Elena Ballario. Suoni in movimento: magia e passione per una rassegna alla scoperta della grande musica italiana.
Si è conclusa in questi giorni una nuova stagione di Suoni in Movimento (21 maggio – 10 settembre) con il suo epilogo autunnale dei Panorami Sonori (19 settembre – 21 ottobre). Una rassegna che ha attraversato in lungo e in largo il biellese portando musica di grande qualità fra le mura di splendide strutture, troppo spesso dimenticate, che sono di questa bellissimo territorio. Organizzata da N.I.S.I. Arte Musica, questo appuntamento ben quattro direttori artistici: Elena Ballario e Sergio Patria, fondatori dell’iniziativa e dell’Associazione che la produce ed ideatori dell’intera struttura e della prima parte tardo primaverile ed estiva. E Camilla Patria e Tommaso Fiorini, responsabile di Panorami Sonori, la sezione autunnale della rassegna dedicata agli interpreti under 35; e dei Nuovi Percorsi Sonori, il progetto di N.I.S.I. ArteMusica realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Composizione del Conservatorio di Torino che prevede la commissione di opere in prima assoluta di giovani compositori.
Tanta, tantissima carne al fuoco per un’iniziativa forte di un coraggio reso forte da un’evidente passione per il fare musica. Abbiamo voluto fare a questo punto alcune domande ad Elena Ballario, una dei direttori artistici, nonché pianista e compositrice: una figura insomma che certo non manca di quella giusta visione d’insieme che ci serviva per meglio comprendere questa iniziativa.
- Quest’anno avete scelto un titolo emblematico Concerto italiano. Ce lo volete spiegare?
Certo, Concerto Italiano ha rappresentato l’ideale omaggio all’Arte italiana e a tutto il patrimonio culturale che comprende numerosi aspetti, non solo musicali. Le sedi della Rete Museale biellese rappresentanti in vario modo le tradizioni, l’architettura, il patrimonio di arti grafiche hanno risuonato con le note del repertorio tutto italiano dal ‘500 ai nostri giorni, vario e innovativo oltre che unico, aspetto quest’ultimo valorizzato dalle Prime esecuzioni commissionate agli studenti di Composizione del Conservatorio di Torino con il quale è in atto una collaborazione da qualche anno.
- Un rassegna che parla di grandi classici, di nuove musiche e di riscoperta del territorio: come ha accolto il pubblico le vostre proposte
I benefici di un festival estivo di questo genere hanno sicuramente ricadute benefiche sull’opinione pubblica che ha imparato a considerare la musica classica come un settore dello spettacolo dal vivo meno ingessato e più divertente di quanto si pensi normalmente e in estate ne fruisce senza timori reverenziali. Basti pensare che il concerto del 23 luglio a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto con la musica contemporanea di vari compositori italiani ovviamente, nell’esecuzione di Sentieri Selvaggi, ha registrato il “tutto esaurito”; l’abbinamento poi alle visite guidate nelle sedi museali o al contesto paesaggistico e storico meraviglioso del Castello di Roppolo ha riscosso un grande successo testimoniato sul nostro “libro degli ospiti” e dalla costante importante affluenza: il che significa evidentemente che le persone apprezzano questo letterale tuffo nella bellezza che coinvolge a più livelli.
- Come avete scelto l’abbinamento fra i programmi musicali e le location che avete scelto?
Le location sono sempre state fonte di ispirazione dei calendario artistico, cito qualche esempio: al Museo del Falso di Verrone abbiamo collocato un programma per soprano e pianoforte Rossini trescherai e inganni oppure a Villa Cà Bianca, azienda vitivinicola, abbiamo inaugurato con le Enoarmonie della natura, al Museo dell’Infanzia è andata in scena la favola in musica Pinocchio e così via. Tutti abbinamenti che in qualche modo facilitano la percezione e la scelta da parte del pubblico, che lo accompagnano.
- La vostra è una rassegna suddivisa in due momenti: Suoni in movimento e Panorami Sonori, una prima parte disegnata da Elena Ballario e da Sergio Patria; e Panorami Sonori, la sezione ideata da Camilla Patria e Tommaso Fiorini, i più giovani di Nisi Arte Musica che hanno costruito un programma con interpreti tutti under 35 fra grandi classici e le opere in prima assoluta commissionate dal Dipartimenti di Composizione del Conservatorio di Torino. Indicateci i 4 momenti più significativi della rassegna
Senza dubbio il workshop di Direzione d’Orchestra è stato un evento di grande significato: tenuto da Yoichi Sugijama ha richiamato otto allievi d’eccellenza di direzione d’orchestra che hanno preso parte al concerto inaugurale di Panorami Sonori cimentandosi sia con il programma più “classico” per le esercitazioni di direzione che con cinque brani in Prima assoluta. Non solo: la formazione da dirigere è stata la neonata Orchestra d’archi giovanile N.I.S.I.ArteMusica. Un connubio di energia giovanile sfociato nella serata del 23 settembre al cospetto di una sala gremita e veramente entusiasta. Lo abbiamo provato con mano: se la qualità è un grande traino e da bellissime soddisfazione, vedere i giovani artisti fa battere il cuore alle persone.
Emozionanti anche la partecipazione dell’OrtAttak ensemble dell’Orchestra della Toscana con le colonne sonore di Morricone, Rota, Piovani supportate da filmati delle pellicole per le quali sono state composte. Bellissimo appuntamento inaugurale in cui i vini dell’azienda DonnaLia commentati dall’enorelatore Davide Botto, hanno collegato l’esecuzione delle Quattro stagioni di Vivaldi nell’interpretazione del solista Nicola Marvulli a loro volta completate dalla lettura dei Sonetti dello stesso compositore. Commovente, pr me sicuramente ma non solo, il ritorno nel biellese della favola in musica Pinocchio che ho scritto alcuni anni fa e che in questo caso è stata eseguita dal Nuovo Insieme Strumentale Italiano e interpretata da Camilla Patria al cospetto dell’incanto di numerosi bambini presenti al concerto. E poi tanti bravissimi giovani concertisti per la rassegna Panorami Sonori.
- Avete sconfitto insomma anche la ritrosia della gente nei confronti della musica contemporanea: spiegateci il trucco…
Il vero e proprio “trucco” se così vogliamo chiamarlo è proporre in modo intelligente il momento di musica contemporanea, ossia, coinvolgere il pubblico dedicando un’esposizione apposita al nuovo brano, intercalare composizioni di carattere diverso ad esso e fare in modo che il contesto che ha ispirato le nuove commissioni abbia come fonte di ispirazione un contesto “popolare”; per quest’ultima edizione della rassegna sono stati indicati “temi” appartenenti al repertorio tradizionale della Banda di Roppolo. E ha sicuramente funzionato.
- Nelle nostre conversazioni ci avete raccontato di una crescita del pubblico anche delle sue fasce più giovani: quattro parole per descrivere l’accoglienza del pubblico dei vostri concerti, ma soprattutto il perché di queste parole.
I giovani attirano i giovani, e questo è già un buon motivo per vedere crescere l’interesse da parte dei giovani: abbiamo realizzato un grande evento con la partecipazione di 300 alunni delle scuole del territorio che ovviamente a loro volta sono stati e, si spera che continuino ad essere, veicolo di informazione anche per le famiglie che già abbiamo visto in numero significativo tra il pubblico.
- Avete coinvolto anche le strutture ricettive del biellese: insomma un’operazione globale di diffusione culturale.
Il territorio deve beneficiare indirettamente dalla realizzazione di eventi come la nostra rassegna che copre un lasso di tempo di cinque mesi e, così attraverso momenti conviviali post concerto, pernottamenti, cene con l’Artista si è realizzata una rete di collaborazione con strutture che supportano l’iniziativa tramite favorevoli condizioni. L’arte e la cultura devono poter vivere in mezzo alle persone.
L’intervista a Elena Ballario è di: Lucrezia Monti