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Da Manzoni La monaca di Monza al Pacta salone di Milano

Da Manzoni La monaca di Monza al Pacta salone di Milano

Prosegue la rassegna DonneTeatro&Diritti al Pacta Salone di Milano con “La Monaca di Monza”  alias Suor Virginia Maria alias Marianna De Leyva da Manzoni, Diderot, Stendhal e gli atti del processo, in prima assoluta fino al 14 maggio 2023.

Grafica Divina

Prosegue il progetto di Annig Raimondi con questo spettacolo che rientra anche nel palinsesto del Comune di Milano “Manzoni 150” che celebra il centocinquantenario della morte di Alessandro Manzoni. Questo progetto attraverso un percorso culturale fatto di spettacoli, incontri, video intende mettere in evidenza figure forti simbolo di emancipazione e di libertà e sensibilizzare al tempo stesso lo spettatore in merito a temi che riguardano la nostra contemporaneità quali la violenza, l’ingiustizia nei confronti dei più  deboli, le disuguaglianze sociali ed economiche, il diritto alla qualità della vita, alla dignità di popoli e di individui.

La Monaca di Monza ha in sé tutte le caratteristiche identificative di questo progetto.

Marianna De Leyva nacque a Milano nel 1575 da una famiglia nobile e divenuta poi Suor Virginia Maria fu coinvolta in uno scandalo che sconvolse la città di Monza. Fu il Manzoni ad immortalarla nei Promessi Sposi, unendo verità storica e finzione letteraria, chiamandola Gertrude la Monaca di Monza o la “Signora”; inquietante tessitrice di trame.

Sulla vita della figura storica di Suor Virginia Maria esistono molti documenti e la messa in scena parte proprio dagli atti del processo che la riguardò per riportarla in vita attraverso la relazione dei fatti per descriverne il conflitto interiore, la dinamicità delle vicende che la riguardano.

Suor Virginia rimarrà sempre un personaggio enigmatico, la sua inquietudine, la verità certo non si sapranno mai, ma lo scopo che si pone questo lavoro  è di riportare per l’appunto in vita il personaggio  e penetrare attraverso l’analisi dei fatti in questa società composta esclusivamente da donne; ” luogo di donne o loro prigione” .  L’interno di un convento, infatti, una grata immensa, un divisorio, un ostacolo per una storia d’amore. Qui è la Monaca di Monza il personaggio complesso che riassume e rievoca molte caratteristiche comuni a diversi personaggi delle monache fra ‘600 e ’800, dalla cronaca scandalosa alla letteratura, da Enrichetta Caracciolo a La religieuse di Diderot, alle monache napoletane raccontate da Stendhal.  Quindi  la monaca diventa il simbolo dell’ opposizione ai compromessi e alla violenza della società, uno spirito moderno in cerca d’identità e libertà, portavoce di una contestazione verso il potere.

Progetto importante ed ambizioso per la drammaturgia  di Annig Ramondi regista ed attrice nello spettacolo con Alessandro Pazzi ed Eiel Ferreira de Sousa,  che ancora una volta porta in scena le vicende personali e controverse di illustri personaggi attingendo dalla storia o dalla lettura di atti che li riguardano per esortarci  attraverso  il racconto ad essere liberi, uguali nei diritti anche se diversi,  e  rispettosi della propria e della dignità altrui.

Martedì 9 maggio, dalle 19.30 alle 20.00, APPROFONDIMENTO SU “LA MONACA DI MONZA” CON LA REGISTA ANNIG RAIMONDI

Articolo di: Ugo Negrini

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