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Festival di Sanremo 2023: intervista a Rosa Chemical. Dalla Sala Stampa – sesto giorno

La nostra giornalista Cinzia Donati è accreditata alla Sala Stampa webex del Festival di Sanremo 2023, perciò DaSapere vi terrà aggiornati quotidianamente sull’evento

Perché hai scelto “America” di Gianna Nannini per i duetti?
Perché la canzone è un inno alla libertà, alla solitudine senza sentirsi soli, all’autoerotismo femminile.

Ti aspettavi il successo che stai avendo?
Assolutamente no!

Grafica Divina

Che posizione in classifica ti piacerebbe?
La 69.

Secondo te cosa ha apprezzato il pubblico?
È un Festival che si è dimostrato aperto, con tanta voglia di libertà. Pensavo che fosse difficile far arrivare il mio messaggio, invece mi sono accorto che tutti, grandi e piccini, hanno voglia di sentirsi dire “sii te stesso”. Non sono attento alla classifica, sono qui per lasciare un messaggio.

rosa chemical

Ci racconti il Manuel ragazzino che scopre di essere artista?
Manuel giovane si era reso conto di avere qualcosa di particolare all’asilo. Ricordo che io non riuscivo a stare a dormire nella brandina e scappavo. Andavo a correre, a disegnare, ero vivace. Ho lasciato la scuola in terza superiore per dedicarmi all’arte. È vero che bisogna studiare, però penso anche che ognuno ha la propria strada. Mi è sempre piaciuta la grafica, il tatuaggio, ho lasciato la scuola per sperimentare tutto il mondo dell’arte. Mi piace scrivere, dipingere, mi piace tutta l’arte. Mi sono trasferito a Londra, dopo aver fatto il tatuatore per due anni a Torino. Ho imparato ma non era il mio, con i pochi risparmi che avevo sono andato a Londra. Li ho spesi tutti per comprarmi il primo set per registrarmi musica. Vivevo a Londra in una casa condivisa con 30 persone da tutto il mondo. Ho deciso di mollare tutto per scegliere la musica come espressione. Ho visto che iniziavo a ingranare, sono tornato in Italia e ho iniziato il percorso che mi ha portato qua.

La tua famiglia era contenta?
No, però con tutto il rispetto e l’amore per la mia famiglia, la vita è mia, ho fatto la mia scelta, è stata una mia responsabilità.

Il linguaggio di “Made in Italy” non è forte come in altri tuoi pezzi precedenti…
Sì, mi sembrava giusto per il palco di Sanremo e anche per la fascia protetta. Spesso mi sento dire “eh ma il Rosa di una volta…”. Siamo esseri umani e ci evolviamo, cresciamo. Se fossi rimasto lo stesso probabilmente non sarei qui e non sarei un artista.

Qual è la soddisfazione più grande che ti porti a casa?
È un pezzo ballerino e lo balleranno tutti. La soddisfazione più grande è che mi sono sentito compreso, capito.

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