La nostra giornalista Cinzia Donati è accreditata alla Sala Stampa webex del Festival di Sanremo 2023, perciò DaSapere vi terrà aggiornati quotidianamente sull’evento
Intervista a Leo Gassmann
“È una bella emozione tornare in questa Sala Stampa. Me la sono sognata per tanti anni!
Sono salito sul palco e mi sono divertito.
Ho cercato di essere la migliore versione di me stesso”
Avevi avuto un problema alle prove, vero?
Alle prove avevo avuto un piccolo problema negli ascolti, all’audio, ma poi alla fine ho superato il problema.
Cosa pensi di Blanco e di quello che è successo ieri sera?
Immaginavo una domanda su Blanco. Ho visto quello che è successo. Sicuramente Riccardo (Blanco, NdR) ha sbagliato. Sono suo amico e spero che abbia la possibilità di chiedere scusa e rimediare. Siamo ragazzi e a volte facciamo degli errori. Sicuramente è stato un errore e non è stata una bella cosa.
Parliamo della cover con Edoardo Bennato?
Per me è un grande onore salire sul palco con Edoardo. È un amico e un maestro per me. Uno dei ricordi più belli che ho da bambino è di me, con mamma e papà a teatro a guardare Peter Pan. Lo sento tutti i giorni, più di mamma! Ormai fa parte della mia famiglia. È un onore cantare con lui.
Hai cantato sempre con il sorriso. Perché nella tua generazione invece in genere c’è il tormento, che tu sembri aver superato?
Io sono una persona molto fortunata. Il tormento della mia generazione credo sia dovuto a un futuro sempre più incerto, dall’emergenza climatica alle guerre, la disparità economica, la paura del diverso che rimane nonostante i social media aiutino ad abbattere un po’ di stereotipi. Credo ci sia anche poca possibilità di studiare, credo che quello sia uno dei maggiori problemi del pianeta. Se non hai la possibilità di conoscere il mondo intorno a te, è ovvio che ti farà paura.
Ti sei sorpreso di essere così in alto nella classifica della Sala Stampa?
Ci tengo a ringraziare la critica, per me è un grande piacere. Il brano è scritto da Riccardo Zanotti, che per me è un fratello maggiore, che ha creduto in me fin da quando ci siamo conosciuti. È stata una grande sorpresa. La lettura della classifica è lacerante, ogni lettura di un nome è una coltellata, ma fa parte del gioco.
Nell’album c’è “Caro Lucio ti scrivo”, un pezzo particolare…
“Caro Lucio ti scrivo” è una lettera di risposta a “L’anno che verrà” di Lucio Dalla. È un brano non necessariamente radiofonico, che si ispira alla mia vena cantautorale che mi piace proteggere.
Hai avuto feedback dai tuoi genitori?
Li ho sentiti ieri. Erano felici e orgogliosi di me. Ieri sera ho chiamato loro e i miei migliori amici a Roma. È sempre bello salutare le persone che ami. Poi ho mangiato un toast con il formaggio perché sono pescivoro e sono andato a letto.
Come senti la fama dei tuoi genitori e di tuo nonno sulle spalle?
Io sono il primo fan della mia famiglia. Nella vita ho scelto di fare un’altra cosa e cerco di farla con rispetto e con pazienza. È un percorso iniziato a 7 anni, quando mia mamma mi regalò una chitarra e poi ho fatto il Conservatorio. Sono stato fortunato perché sono della seconda generazione. Mio padre ha avuto la possibilità di raddrizzare alcune cose che forse gli erano piaciute di meno. I miei genitori mi hanno trasmesso dei valori. Ora le cose che faccio, prima le faccio e i miei genitori le scoprono dopo!
Hai impiegato tre anni per realizzare un album…
Sì, non ho fretta. Bisogna circondarsi di persone che ti vogliono bene, di amici. Con il gruppo che lavora con me siamo una famiglia meravigliosa. Creare qualcosa di unico si può fare solo con il dialogo con le persone, non bisogna avere paura di stare insieme senza pensare ai numeri. La vita credo che se ne accorga e le energie ti premiano.
Sei appassionato di cinema o di teatro?
Mi sono iscritto a un’accademia di cinema, sto studiando da un anno. Ma per adesso lo faccio veramente solo per una questione umana. Mi piace scoprire le mie radici e me stesso. Il teatro cura l’anima.
Come hai convinto Bennato a duettare con te?
L’ho chiamato e gli ho detto che mi avrebbe fatto piacere salire con lui sul palco di Sanremo e lui ha detto subito di sì. Poi sono andato a Napoli per fare le prove e ho conosciuto tutti i suoi amici. Gli ho chiesto perché proprio me e lui ha detto perché siamo simili, abbiamo gli stessi valori e lottiamo per le stesse cause. Il duetto avrà il filo conduttore della pace.
Come ti vedi tra dieci anni?
Non lo saprei in realtà. Spero di essere una versione migliore di me stesso. Spero di aver fatto star bene più persone possibili con la mia musica. Spero di avere con me le persone che amo. A livello artistico spero di poter crescere a livello di qualità, di interpretazione, ma anche di scrittura dei testi.
Un duetto che speri di poter fare prima o poi?
Ce ne sono tanti di autori che stimo tantissimo. Elisa o Brunori Sas, una voce incredibile da una parte e una penna e un animo cantautorale incredibile dall’altra.
Sei più rilassato ora dello scorso Sanremo?
Il mio Sanremo Giovani era un’angoscia, a un livello di stress molto alto. Nei giorni scorsi ho conosciuto il maestro Grignani, ho avuto il piacere di abbracciarlo e di stringergli la mano. Sto vivendo in un bellissimo libro e sto cercando di interagire con tutti i personaggi e di far parte del cast.
Sei amico dei Pinguini Tattici Nucleari. Duetterai con loro?
Ho un rapporto speciale con loro. Sono un po’ i miei fratelli maggiori. A livello umano hanno un cuore grande. Mi piacerebbe, se ci sarà un brano dove stanno bene insieme le nostre voci sarebbe bello.