Il nuovo brano di Marco Di Noia è “Camillevolt”: ne parliamo insieme in questa intervista
Disponibile in digitale “Camillevolt”, il nuovo brano del cantautore e sperimentatore musicale Marco Di Noia, risultato musicale di un progetto di ricerca universitaria con la Scuola di Design del Politecnico di Milano.
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“Camillevolt” è il titolo del tuo nuovo singolo. Un progetto molto particolare. Puoi raccontarci com’è nato tutto?
“Camillevolt” è il nome della nuova maschera carnevalesca di Milano, ideata dai giovani designer del Laboratorio EDME della Scuola di Design del Politecnico, a seguito di workshop con me e il mio team e di una fase di analisi e descrizione della città, effettuata con la metodologia del Design. Camillevolt ha il volto trasparente, e si colora con i mille volti di Milano. A partire dai moodboard dei ragazzi ho scritto il testo e, insieme ad Alberto Cutolo e Giulio Maddaloni, la musica del brano. Le ritmiche della canzone sono invece state create a partire dalle registrazioni di macchine da cucire, flash fotografici, presse, fresatrici e altri suoni che caratterizzano il binomio meneghino moda-industria. A supervisionare tutto lo storico discografico Mimmo Paganelli, ex direttore artistico della EMI per quasi 20 anni.
“Camillevolt” è la nuova maschera di Milano. Perché hai scelto Milano? Hai pensato di replicare anche con altre città?
Ho iniziato da Milano perché è la mia città, e perché ho conosciuto il prof. Mario Bisson del Politecnico in occasione della presentazione dell’EP “La Sovranità dei Robot”. Il progetto è nato con loro, compresa la volontà di ampliarlo alle principali città italiane che ospitano scuole di design. Il progetto più ampio, che si chiama “Mascherita”, è stato anche discusso alla conferenza internazionale Content 2022 tenutasi a Barcellona lo scorso aprile. Inoltre, alcune settimane fa sono stato a Palermo a incontrare gli studenti dell’Università che hanno già iniziato a lavorare alla nuova maschera palermitana.
Il singolo arriva dopo tre Ep innovativi e diversi tra loro: “Elettro Acqua 3D”, “Leonardo Da Vinci in Pop” e “La Sovranità dei Robot”. C’è un legame tra questi progetti?
Sicuramente sono tutti progetti legati dalla volontà di volere esplorare nuovi scenari artistici e dotare le canzoni di contesti d’approfondimento che vadano oltre a testi e musiche. L’aver lavorato con il 3D audio, gli strumenti musicali ideati da Leonardo Da Vinci e i robot reali mi ha inoltre fatto vivere avventure artistiche e umane memorabili, che sono poi il tesoro più prezioso di ogni sperimentazione.
Il 20 giugno a Milano hai presentato dal vivo tutta la tua discografia. Ci sono altri live in programma? Dove ti piacerebbe suonare?
Il concerto alla Fabbrica di Lampadine del 20 giugno mi ha permesso di portare le prerogative sperimentali degli album sul palco, dove a fianco di chitarra elettrica, drum machine, flauti e synth hanno trovato spazio il robot-pianista Teotronico, l’arpa e gli strumenti di Leonardo Da Vinci suonati da Adriano Sangineto e persino l’olofono per il 3D audio. È stato un numero zero, che speriamo di poter replicare nel prossimo futuro. Dove vorrei suonare? Di luoghi particolari ne ho già sperimentati diversi: dallo storico Barcone delle Scimmie di Milano all’emporio genovese ViaDelCampo29Rosso, da un museo d’arte moderna di Faenza in occasione del MEI, a esibizioni particolari per festival importanti come FIM e WMF o semplici locali. Essendo io molto affascinato dai contesti fiabeschi, mi piacerebbe magari esibirmi in atmosfere classicheggianti, ad esempio in un anfiteatro greco-romano. Tuttavia, suonando con una band rock elettronico, forse, mi verrebbe da dire banalmente che esibirmi su un grande palco davanti a tanta gente sarebbe atipicamente divertente.
Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro da te?
Oltre all’andare avanti col progetto “Mascherita”, sto scrivendo dei brani con il grande Piero Cassano, uno dei pochi geni musicali che ho conosciuto personalmente, compositore di successi per Mattia Bazar, Eros Ramazzotti, Anna Oxa, Mina e persino per la grande voce di Demis Roussos. Prossimamente saprete… Inoltre, credo che andrò presto a trovare i giovani talent della Stardust House per discutere con loro di commedia dell’arte e innovazione.