“Mia diletta” di Marieke Lucas Rijneveld: la nostra recensione
In libreria per Nutrimenti “Mia diletta” di Marieke Lucas Rijneveld.
La piatta campagna olandese, asfissiante, monotona, stagnante è lo scenario vischioso in cui nasce, cresce e si alimenta l’ossessione di un veterinario cinquantenne, Kurt, per la figlia tredicenne di un suo cliente allevatore.
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“Mia diletta” è il lungo racconto di Kurt che dall’inizio fino alla condanna ripercorre per i giudici. Un lento monologo, quasi una confessione più a se stesso che per chi lo ascolta che diventa specchio crudele della sua ossessione. Ma è nello spiare, desiderare, circuire la sua diletta che emergono frammenti del suo passato che di tanto in tanto gettano bagliori ancora più inquietanti sul cammino che sta percorrendo.
Impariamo a conoscere i suoi macchinosi e perversi pensieri, spiamo i suoi tentativi a volte subdoli altre volte maldestri per adescare una ragazzina alle soglie di un’adolescenza difficile, minata da eventi che l’hanno profondamente segnata già prima dell’incontro con il colto veterinario.
In una spirale che sempre la trascina verso il basso la ragazzina sente sulla propria pelle la responsabilità di tutte le colpe del mondo, nella sua mente dialoga con Hitler e Freud, si crede uno degli attentatori delle Torri Gemelle mentre crede di poter volare.
Un libro impressionate, destinato a insinuarsi nella mente del lettore che “suo malgrado” a volte viene trascinato in basso con i protagonisti e quasi si trova partecipe della desolazione che in fondo entrambi vivono. Una lettura forte, proposta da un autore giovanissimo (classe 1991), Marieke Lucas Rijneveld non a caso considerato uno delle più promettenti voci della letteratura olandese, già vincitore di importanti premi.
“Mia diletta”
Marieke Lucas Rijneveld
Nutrimenti
Articolo di: Elena Torre