Lesioni Personali di Margaret Atwood, la nostra recensione.
Rennie Wilford è disposta a partire senza farsi troppe domande. Lasciare il Canada alla volta di St. Antoine, una minuscola isola dei Caraibi, le sembra l’unica cosa possibile. Jake se n’è andato. Qualcuno si è introdotto in casa sua pe fortuna non c’era. Il suo rapporto con la morte è cambiato dopo l’intervento. Lasciare tutto e cambiare aria le viene naturale, scriverà uno dei suoi soliti pezzi sulla moda e i viaggi. Si vede già lì, a recensire qualche spiaggia e i piatti di risoranti tipici.
Ma St. Antoine non è quello che ci si aspetta quando si pensa ai Caraibi. C’è una strana atmosfera, le elezioni sono alle porte, tutti sanno tutto di tutti, la gente è sospettosa, sembra che chiunque lì abbia qualcosa da nascondere ed è così.
“Lesioni Personali” di Margaret Atwood
Dopo I testamenti Margaret Atwood torna con Lesioni Personali. All’istante ci si trova invischiati in quella strana melma che permea la scrittura di una delle più grandi scrittrici di sempre.
I temi a lei cari sono tutti lì: il ruolo dell’educazione nella provincia moralista del Canada, il posto della donna nelle realzioni, anche con il proprio corpo e nella società. Il potere, l’avidità, la violenza, le menzogne. E la vita nonostante tutto, quella che emerge anche tra le pieghe delle storie più inquietanti.
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Atwood ha la rara capacità di tenerti incollato alle pagine anche quando il libro è finito. Lo fa per giorni o a volte per sempre, le sue storie ti rimangono addosso agganciate da qualche parte.
Non delude neanche stavolta.
“Lesioni Personali”
di Margaret Atwood
editore Ponte alle Grazie
Articolo di: Cinzia Ciarmatori