Quando è iniziato il percorso artistico di Carko Farina?
Il mio percorso artistico è iniziato fin da bambino, da autodidatta, quando riproducevo i personaggi dei manga e dei film di animazione. Da quel momento non si è mai fermato, e si è solo approfondito e affinato con la formazione e l’esperienza.
Carko Farina da quale tipologia di pittura è stato influenzato?
Come molti artisti dei nostri tempi sono stato molto influenzato dalla cultura pop, cioè dai cartoni animati, dai fumetti e anche dalle tecniche grafiche della pubblicità. Questo ha rappresentato un po’ la base su cui si sono innestati riferimenti artistici e culturali più classici, come la pittura simbolista e surrealista di inizio novecento. E penso che nella mia produzione si può notare anche un’influenza dei principali artisti naif contemporanei. Non riesco a dare una definizione precisa di cos’è l’ispirazione. Per me ci sono colori, amalgami cromatici e immagini che sorgono dal profondo, che mi vengono ispirati dalle esperienze nella mia vita quotidiana. Immagino, rielaboro o forse cerco solo di guardare più in profondità la realtà che ci circonda.
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Colori o bianco e nero?
I colori sono fondamentali nella mia produzione artistica. Direi che sono i veri protagonisti di tutte le mie opere. Più che il bianco e nero, cerco di sfruttare varie sfumature cromatiche di tutti i colori e di fare anche accostamenti “impossibili”. Ad esempio, gioco sempre nell’accostamento di colori caldi e freddi. La realtà è infinitamente varia, come i colori nelle mie opere. Non mi piace ridurre il mondo al bianco e nero…
Pittura o matite?
La pittura è il mezzo che utilizzo di più in arte, la prediligo. Però spesso eseguo opere con matite colorate o anche con altre tecniche.
Il suo pittore preferito?
Mi piace molto Ligabue, penso abbia espresso con potenza il suo mondo interiore.
Che meccanismi artistici la infastidiscono?
Non mi occupo troppo di questi aspetti della vita artistica. Posso dire che a volte osservo delle chiusure nel nostro paese a causa di meccanismi clientelari che non permettono di allargare gli orizzonti. Poi forse mancano investimenti privati, oltre che un maggiore impegno delle istituzioni per valorizzare il patrimonio artistico italiano e promuovere gli artisti contemporanei.
Su che cosa ci concentra?
In primo luogo è necessario concentrarsi sulla propria arte e sulla propria ricerca. Avere una personalità. Poi è necessario avere dei contatti ed esporre il proprio lavoro.
Su cosa sta lavorando?
In questo periodo sto lavorando ad alcune pitture su capi di abbigliamento. Conto di approfondire anche questa via.
Intervista di: Daniela Lombardi