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A tu per tu con la griffe Plumilla

La nostra intervista a Plumilla

Plumilla perché hai deciso di scegliere la moda come carriera?

Nel 2015, dopo un periodo burrascoso nell’ambito lavorativo, insieme ad un’Amica con i piedi nell’acqua cristallina di Minorca, da qui il nome di Plumilla che in spagnolo significa piccola piuma, e con la voglia di riscattarmi professionalmente, decido di dare finalmente spazio e corpo alla mia vera e autentica propensione all’Arte e all’Artigianato selezionando dapprima, in giro per l’Europa, e creando poi, delle capsule collection di Moda e Accessori che potessero dar sfogo e anima alla creatività sempre avuta ma mai fino ad allora espressa in modo totalitario.

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Qual è secondo te la parte preferita dell’essere stilista?

Essere Stilista non è un lavoro ma una vera e propria necessità tal volte anche faticosa. La Creatività spesso dirompe e ogni volta deve essere incanalata per dare forme e stili che corrispondano al proprio disegno di Donna.

I disegni che hai creato sono senza dubbio abbastanza buoni, ma chi e quali cose sono stati la tua ispirazione durante la creazione di tali disegni?

I disegni delle mie creazioni sono l’espressione di un concetto di Donna iperfemminile ma moderna e contemporanea che pur cercando un suo spazio e una sua identità nell’ambito professionale, rivendica e cerca continuamente di esprimere la sua natura di Donna. Nel farlo mi rifaccio anche alla storia del costume e a cenni della Natura che vivo quotidianamente. Storia e Natura sono le maggiori ispiratrici delle mie collezioni nelle quali anche nuove visioni di attualità fanno capolino.

Definire la moda?

La Moda viene definita un fenomeno sociale di comportamento nel gusto e nello stile. Per me è la rappresentazione del vivere e del viversi nel proprio contesto storico e sociale.

Descrivi il tuo periodo di tirocinio?

Divertente e stimolante. Ai primordi di questa esperienza è stato un susseguirsi di stimoli nuovi e di esperienze straordinarie. Viaggi in giro per il Mondo per riportare selezioni vintage e nuove tendenze per dare corpo a collezioni da proporre alle Amiche in ritrovi o eventi con il calice di bollicine in mano fra stampelle e camerini ricavati dietro paraventi improvvisati. Poi la decisione di iniziare corsi di studio per creare da sole le proprie collezioni.

Quali competenze secondo te sono necessarie per uno stilista di successo?

La prima competenza che mi viene in mente riguardo all’attività di una Stilista di successo o meno è la visione che si ha nell’immaginare una creazione finita. Spesso infatti le mie idee prima di essere realizzate attraversano una fase “visionaria” che non sempre trova immediatamente l’appoggio tecnico e realizzativo. Lo Staff che mi assiste ormai è abituato a sforzarsi di seguirmi in step dapprima tortuosi ma che poi con uno sforzo unanime riescono a tradursi in capi unici e originali dal taglio classico e a tratti innovativo.

Sei un esperto di computer e tecnologia per la progettazione? O che tipo di software usi durante la progettazione. Se no, allora anche essere franco?

Attualmente ancora, pur conoscendo la varietà di software che aiutano ad elaborare modelli, preferisco appoggiarmi a schizzi di forme e colori. Sarà il prossimo step per imparare ad attingere a nuove tecnologie.

Come rimani aggiornato sulla moda?

Il mio lavoro di continui aggiornamenti di stili e preferenze si interseca ogni giorno tra quotidianità in strada sui rotocalchi e mangiando libri e film storici.

Cosa ne pensi dell’etica del lavoro e che tipo di etica credi di seguire mentre lavori con la moda?

Per me l’espressione più alta di etica del lavoro è considerare il lavoro che offre ad ognuno la possibilità di esprimersi tenendo conto delle esigenze di business e di quelle personali. Il rispetto della persona alla base e prima di tutto.

Come descriveresti il ​​tuo stile personale?

Non c’è un solo stile al quale vorrei che gli altri mi identificassero. Sono una persona dalle molteplici espressioni artistiche che come prima necessità ha quella di rappresentare una Femminilità ritrovata senza nascondere la personalità e la grinta che caratterizza noi Donne nell’affrontare i molteplici aspetti che devono  assumere nelle loro quotidianità. La Donna deve piacersi per piacere.

In quale settore dei lavori di design della moda desideri lavorare?

Non pongo mai confini. La vita mi ha insegnato che siamo noi a deciderli e io non ne voglio. Ogni ambito di espressione mi riguarda, che sia nella Moda che nell’Arte.

Essere uno stilista? Che tipo di vestiti preferirai durante un’intervista?

I miei outfit personali che siano per un’intervista o per una sfilata o evento a cui partecipare, sono sempre creati al momento. Devo sentirmi bene e a mio agio in quel momento. Ho un solo corpo ma una moltitudine di personalità da vestire…

Come contribuirai al meglio per l’azienda?

La mia Azienda è uno degli scopi della mia vita dopo la mia famiglia. E finché riuscirò a conciliare con Amore e dedizione le due cose, nessuno può fermarmi. Ogni giorno è una scoperta nuova per dare anima e corpo a questa passione.

Come gestiresti un cliente arrogante?

Il Cliente arrogante è un Cliente come gli altri. Va accompagnato nella scelta senza creare traumi o attriti, la Moda deve essere un momento piacevole e di condivisione. Di solito mi riesce, perché il suo piacere nell’indossare le mie creazioni è la vera essenza della mia professione.

Plumilla quanto ti senti a tuo agio a lavorare con modelli e altri designer?

Mi sento come in una grande famiglia. I modelli li vedo come figli da proteggere e i colleghi designer come compagni di viaggio. Un viaggio avventuroso ed entusiasmante.

Come metteresti in relazione le tendenze della moda passate e presenti?

Con un filo di stravaganza e di preziosità, perché le une e le altre possano fondersi armoniosamente e splendere.

Intervista a Plumilla di: Daniela Lombardi

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