Davide De Angelis, Beyond
(INRI Classic / distribuzione Artist First)
Nato a San Benedetto del Tronto nel ‘96, e cresciuto anche all’accademia di perfezionamento del grande Roberto Cacciapaglia (il che si sente molto a livello d’eleganza e di taluni concetti, ed è ovviamente un pregio), Davide De Angelis si propone come pianista contemporaneo di valore, capace di eco colte come di squarci modernissimi, declinate con tocco garbato e scrittura sensibile quanto intensa.
In “Beyond”, otto brani tutti di sua composizione, De Angelis propone un viaggio introspettivo aperto all’Oltre, piuttosto snello ma con buona profondità, molto misurato e di bella cultura. Di più, l’ascolto dell’album rivela la musica dell’artista non solo volutamente comunicativa, ma pure incisivamente terapeutica: capace cioè di spingere verso rilassamento, riflessione, commozione senza mai scadere nella retorica o nelle banalità New Age e dintorni.
Il percorso di “Beyond”
Il percorso di “Beyond”, il cui titolo già suggerisce un approdo spirituale “oltre” la materia fisica del mondo, e i cui passaggi non per nulla vanno dall’intimismo d’una notte di San Lorenzo (“Night Of Falling Stars”) a momenti di melanconico ripiegamento su sé (“Rêve”) sino all’esplosione della libertà e delle consapevolezze (“Broken Chains”) che porta al raggiungimento d’una via d’uscita spiritual-visionaria dalle meschinità del quotidiano (“Wonderland”) è un viaggio intriso di melodie carezzevoli, sviluppate molto bene e sempre con una certa misura, fors’anche con un certo pudore.
I pezzi
Si parte da “Night Of Falling Stars”, brano delicatissimo e suadente in modo a tratti commovente; poi alcune “pesanti”, ben pensate carezze sonore introducono “Deneb” (dedicata a una stella della costellazione del Cigno, una delle stelle più brillanti nel nostro cielo), che lascia un segno forte senza rinunciare a trasparenze sonore molto affascinanti. “Rêve”, una delle pagine meglio riuscite del CD, propone begli spunti melodici vagando fra aerei puntinismi e una certa, intensa, inquietudine moderna; e dopo che “Beyond”, la title-track, ha aperto già le prime prospettive d’Oltre tramite una scrittura evoluta e di classe, ecco un altro episodio di spicco e senso dell’opera: la mossa, colorata, fascinosissima “Fantasia”, che tramuta in spleen positivo l’inquietudine di cui sopra e amplia d’acchito gli orizzonti di viaggio ed ascolto.
Piccolo passaggio un poco meno significativo del disco è la successiva, umbratile “Invisible Chains”, che pure ha il pregio di passaggi scintillanti e dell’uso del riverbero che ne dilata qua e là la presa. Poi però subito si torna a salire di tono verso la conclusione del percorso. Prima con la nervosa, intrigante “Broken Chains” il cui sviluppo è estremamente interessante, infine con una “Wonderland” che si colloca in modo voluto a cavallo fra riferimenti a song e riferimenti a forme classiche, ed alfine esplode in personali colori mediterranei.
E forse proprio questa mediterraneità rappresa e terrigna, che si disvela solo nel passaggio finale del CD, è il segno maggiormente originale della qualità d’un giovane compositore ormai pronto a staccarsi dai suoi modelli e dai suoi mentori, ma crediamo pure d’un compositore da spingere, a trattenersi meno. Per osare panorami sonori e riferimenti stilistici più personali, che sicuramente De Angelis ha dentro e che non possono che far salire ulteriormente di tono e presa la sua già validissima, a tratti davvero emozionante, proposta d’autore.
Articolo di: Andrea Pedrinelli
Da ascoltare/guardare:
“Wonderland”