È uscito “Il ballo del grizzly”, l’EP del rapper torinese FattoSano. L’uscita è stata accompagnata dal singolo “Buffet”. Per capire FattoSano non bisogna prendere tutto alla lettera e tanto meno le cose per il verso giusto. A tempo di rima e di frasi ironiche che celano significati intensi, in un’epoca in cui tutti si prendono fin troppo sul serio, il rap di FattoSano è come una medicina, una cura contro le esagerazioni e le frivolezze di questo mondo.
“Buffet” è il tuo nuovo singolo: quali sono le tematiche centrali che hai sottolineato nella canzone?
Il tema principale del singolo “Buffet” è la “condivisione”. Esattamente la mancanza di saper condividere realmente qualcosa. Siamo bravissimi, io compreso, a condividere ogni giorno sulle piattaforme social,ma nella realtà facciamo fatica a condividere, a “comunicare” con il prossimo. Proprio per questo tema, nel video musicale del singolo, abbiamo voluto (il team SetteAFK ed io) rappresentare la nostra versione dell’Ultima Cena (Gesù e gli Apostoli). Il video rappresenta la “condivisione” ai giorni nostri. Buona visione.
E del tuo EP “Il ballo del Grizzly” cosa puoi dirci?
Formato da cinque canzoni, io lo definisco un “Ep colorato”. La composizione e l’arrangiamento musicale di Adriano Sette Vecchio (Maestro Jedi musicale) è stato fondamentale a sprigionare pensieri e di conseguenza tematiche e testi. È un Ep in cui bisogna saper leggere tra le righe, anche se possono sembrare canzoni “leggere”. Gli argomenti mutano: dalla mancanza di condivisione in “Buffet”; al piacere dell’alcol che ci accomuna tutti in “Prosecco”; “Italiano Loco Yankee” punta invece i riflettori sulla mia generazione e su quella più giovane, cresciute non conoscendo a pieno la propria cultura; le difficoltà di ogni giorno, la fretta che accomuna questo mondo, il dover produrre velocemente, tempestivamente, per arrivare prima di altri, scordandosi l’importanza di fermarsi a pensare sono gli elementi cardine di “Sunny Day”. Abbiamo così tanta voglia di libertà che non vogliamo responsabilità e senza quest’ultima si darà vita al caos, allo scontento di ogni persona come in “Ma Che Sbatta”.
In cosa hai cercato di apportare la tua personalità e ricerca musicale?
Nelle produzioni è obbligatorio far emergere la propria personalità e le sensazioni ricevute da qualsiasi contaminazione musicale.
Quali sono i generi in cui spazi per la tua produzione?
Cerco di ascoltare un po’ di tutto. Ci sono periodi che vado alla ricerca di nuovi artisti (che però ahimè scordo nomi e titoli delle canzoni) ed invece altri periodi che vado a sensazione. Se all’ascolto mi piace, ok, se non mi piace, skippo. Essendo della provincia torinese la cassa dritta è d’obbligo (ahahah). I primi che ho ascoltato: Articolo 31, Caparezza, Fabri Fibra, Marracash e il rap’n roll di J-Ax.
Cosa significa lavorare nella musica oggi?
Essendo un emergente non posso rispondere completamente a questa domanda. Sicuramente bisogna tenersi aggiornati e “stare sul pezzo”, tutto il mondo (non solo quello musicale) gira velocemente oggi giorno. Come in ogni lavoro bisogna farsi in quattro per raggiungere quel poco di gloria personale.
Pensi che i social network e il web in generale siano importanti per farsi notare oggi?
Che siano importanti per farsi conoscere sì, perché ormai viviamo con questi strumenti molto potenti. Penso che dovrebbero insegnare ad usarli correttamente e quindi far capire la vera importanza. È tutta una questione di educazione.
Stai pensando a come presentare il tuo Ep dal vivo?
Per ora il team SetteAFK ed io ci stiamo concentrando sull’uscita dell’EP “Il ballo del Grizzly”, credo che verso l’autunno inizieremo a lavorarci.