Il 30 maggio, in provincia di Rieti un altro lupo è stato ucciso. Bracconato. E infine impiccato.
È l’ennessimo atto di bracconaggio che registriamo dall’inizio dell’anno e, ogni volta, ci troviamo di fronte ad episodi sempre più crudeli e violenti.
Accanto al corpo del lupo, è stato lasciato un biglietto, in cui l’uccisione veniva legittimata come reazione per il mancato rimborso dovuto alla perdita di pecore e vitelli causata dal predatore.
E così, invece di difendere le proprie greggi utilizzando quegli strumenti preventivi che sono davvero capaci di proteggere gli animali, come recinzioni elettrificate e cani da guardiania, è stato ammazzato e impiccato un lupo.
Non ci possono essere giustificazioni per chi decide di uccidere per vendetta e non ci possono essere giustificazioni per chi continua a rifiutare l’uso di misure preventive, salvo poi uccidere per le perdite subite.
Ed è per questo che non possiamo fermarci!
La nostra campagna per la difesa del lupo continua perché il lupo continua ad essere minacciato, ucciso e bracconato.
Ma continua anche per tutti quegli allevatori che invece, come noi, sono convinti che una convivenza pacifica sia davvero possibile e lottano ogni giorno affinché questo possa accadere.
Aiutaci a fermare questo massacro, aiutaci a portare avanti la nostra battaglia!