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Gianluca Ferrara, l’intervista

Da poco in libreria è uscito per Edizioni Il punto d’incontro il nuovo saggio di Gianluca Ferrara, Derubati di sovranità. Noi l’abbiamo incontrato per approfondire alcuni interessanti aspetti che ci riguardano tutti da vicino.

Gaber diceva “Libertà è partecipazione”. Cos’è per te la partecipazione?

Grafica Divina

Per me la partecipazione è avere consapevolezza, significa non trascorrere un’esistenza in cui “altri” decidono per te raccontandoti che fanno i tuoi interessi. Purtroppo, la realtà è un’altra. La democrazia della rappresentanza è profondamente malata e quindi occorre partecipare, far pressione al fine di allargare gli spazi e gli strumenti di partecipazione.

Una controinformazione libera esiste davvero? O è anch’essa strumentalizzata in qualche modo?

Bella domanda. In effetti sovente è accaduto che coloro che professano un’idea, un modello alternativo a quello dominante in realtà erano bramosi solo di sostituirsi al potere che dicevano di combattere. Un tale atteggiamento è nefasto ed è equivalente a coloro che si vuole “combattere”, poco importano i pensieri espressi se il fine è il potere. Prima di partecipare, di informare in maniera altra occorre guardarsi dentro e capire qual è il proprio fine, occorre, in silenzio, interrogarsi per comprendere se la propria azione è gratuita o se si vuole agire come i maiali di Orwelliana memoria…

Questa società è davvero senza speranza?

No, la speranza non muore mai finché ci saranno uomini e donne in grado di sognare. Il problema è che, come accade con i cd, anche per la speranza si fanno delle copie taroccate. Occorre anche sui termini ripristinare una verità semantica. Dopo 20 anni di Berlusconi che tramite le sue TV ci ha riempito di bugie sul termine “libertà”, ora abbiamo Renzi che usa la parola “speranza”. La vera speranza si avrà allorquando avremo una classe politica che smetterà di fare gli interessi di questa aristocrazia globale del vero potere e si dedicherà a ciò per cui è stata votata e cioè rappresentare il popolo. Ma, come detto prima, ora il legame malsano tra élite economico finanziarie e politica si può spezzare solo con la consapevolezza e la partecipazione diretta dei cittadini.

Un ordine mondiale esiste? E a che cosa mira?

Purtroppo quando si parla di ordine mondiale a volte si degenera in tesi complottiste che fanno solo confusione, quella confusione che avvantaggia proprio chi detiene il potere. E’ evidente che esiste un élite che controlla il sistema dei mass media, quello finanziario e della politica. Occorre seguire i capitali… capire dove sono… come si è giunti a tale ordine (io nel mio ultimo libro traccio un percorso in cui noi cittadini siamo stati derubati, poco alla volta, di tutte le nostre sovranità). Negli ultimi decenni, con la controrivoluzione neoliberista si è giunti a una privatizzazione di ogni aspetto sociale. Tuttavia credo che l’obiettivo sia stato già raggiunto e cioè privatizzare il più possibile in modo da racchiudere nelle mani di pochi l’intero potere. Rammento lo studio della Oxfan del febbraio 2014 che ci dice che le 85 persone più ricche del pianeta detengono un patrimonio equivalente a quello dei 3,5 miliardi più poveri.

In che modo ognuno di noi può fare la propria parte per uscire da questo momento che sembra non dare scampo?

Informandosi. Quindi il primo passo è non comprare più giornali e spegnere la televisione. Il web propone diversi spazi che fanno “controinformazione”, ci sono sempre più pubblicazioni e voci indipendenti che possono essere d’ausilio per comprendere questo Truman Show in cui siamo rinchiusi. Invito in particolare a seguire un blog (Byoblu) che da anni è una voce critica ed è un utile strumento di consapevolezza, di recente ho lasciato questa intervista: https://www.byoblu.com/post/2014/12/04/porci-sono-loro.aspx#more-33376

Intervista di: Cinzia Ciarmatori

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