In questi ultimi giorni si sono succeduti tre importanti convegni che hanno avuto per tema i parchi. Il primo, organizzato da Legambiente, sulla tanto attesa riforma della legge regionale sulle aree protette (la LR 49/1995) che ipotizza di superare le ANPIL e minaccia di azzerare tout court le indennità dei presidenti dei parchi regionali.\r\n\r\nUn secondo convegno, organizzato dalla Parchi Val di Cornia, per illustrare e valorizzare un progetto di coltivazione di varietà antiche di grano nel territorio del parco della Sterpaia; attività questa che può rappresentare il volano per il rilancio dell’agricoltura di qualità e dell’enogastronomia in Val di Cornia, attivando le filiere della pasta, del pane, dei legumi e della filiera orzo – malto – birra. Un terzo convegno, infine, sempre curato dalla Parchi, ha presentato uno studio dell’Università di Londra che prende in esame il caso della Società Parchi Val di Cornia SpA come modello di eccellenza nella gestione e valorizzazione delle emergenze archeologiche, naturalistiche e culturali. In tutti e tre i casi, si è parlato della fondamentale importanza delle aree naturali protette in generale e, in particolare, della Parchi Val di Cornia SpA come strumento di valorizzazione del territorio, del necessario rilancio del turismo di qualità, della riqualificazione dell’agricoltura verso le eccellenze produttive e dell’intreccio con la ristorazione e l’accoglienza, associate a forme di mobilità ecologica sul territorio.\r\n\r\nInsomma, si è evidenziata la necessità di “fare sistema”, rafforzando l’esperienza sin qui maturata. Di questa hanno parlato molto bene i professori universitari dell’American University of Rome, dell’University of Pennsylvania e la dottoranda dell’University College of London curatrice dell’indagine. Per questo, è stato detto che è fondamentale un rilancio dei parchi in generale e della Parchi SpA in particolare, allargandone le sue competenze ed i suoi ambiti gestionali per far crescere ancora di più il sistema economico locale legato ad un territorio ben conservato e amministrato. È stato evidenziato che proprio in un periodo di crisi, questo sistema di interrelazioni, guidato da una società pubblica, è un’ancora di salvezza per il nostro territorio per attrarre interessi, ricchezza ed occupazione, condizione fondamentale per renderlo più competitivo e più sostenibile.\r\n\r\nContemporaneamente, apprendiamo invece che la Parchi, per i tagli che sta subendo, stenta a portare avanti alcuni di quei progetti innovativi di marketing territoriale che invece sono sempre più opportuni per il complesso sistema economico dell’intera Val di Cornia, in particolare nel settore turistico. Per tutti questi motivi, crediamo sia necessario un confronto pubblico sulle scelte che stanno affrontando le pubbliche amministrazioni sul tema e, in particolare, sul nuovo contratto di servizio che i Comuni della Val di Cornia stanno rinnovando alla Parchi, come emerso dal dibattito degli ultimi giorni.\r\n\r\nIn un momento di profonda crisi (ambientale, sociale, economica), occorre a nostro avviso ricompattare il senso di coesione delle comunità, potenziando i livelli di tutela e di valorizzazione del territorio ragionando, nel contempo, su imminenti e nuovi auspicabili scenari futuri. E’ per questo motivo che le associazioni ambientaliste, le associazioni di categoria etc. ma anche i consigli comunali, non possono non essere chiamati a dare un proprio contributo su questo tema.\r\n\r\nFonte: Legambiente e WWF Toscana