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El otro paredon – L’altro muro

Interventi di Rafael Rojas, Uva de Aragón, Juan Antonio Blanco, Ana Julia Faya, Carlos alberto Montaner, Gordiano Lupi\r\n\r\nPrefazione di Ramón Guillermo Aveledo\r\n\r\nCi sono molti modi per distruggere una persona, uno di questi è togliere prestigio. Per la prima volta accademici e giornalisti con diverse idee politiche analizzano i metodi con cui il governo cubano, da oltre mezzo secolo, demolisce le reputazioni di persone e gruppi sociali. Questa seconda edizione ampliata si avvale della prefazione del noto accademico venezuelano Ramón Guillermo Aveledo e di un articolo dello scrittore e giornalista italiano Gordiano Lupi, traduttore del blog Generación Y di Yoani Sánchez.\r\n\r\nSe diamo retta alla propaganda governativa, a Cuba, tra le persone che si oppongono al sistema, preoccupate per il destino nazionale e senza aver commesso alcun crimine, non c’è una sola persona decente. Tutti coloro che osano emettere una critica sono immediatamente definiti terroristi, traditori della patria, malfattori o amorali. \r\n\r\nYoani Sanchez\r\n\r\nDal post “Delinquenti comuni” nel blog Generación Y\r\n\r\nIn questo libro, non affrontiamo la distruzione di reputazione che potrebbe sviluppare un partito politico di opposizione contro il governo o un gruppo di consumatori insoddisfatti contro un ristorante. Non stiamo parlando di diffamazioni personali o di critiche istituzionali. Ci riferiamo a una forma organizzata di terrorismo statale orientato verso la deliberata e completa distruzione della credibilità di una persona, gruppo o istituzione.\r\n\r\nEl otro paredón esamina questo tema alla luce dell’esperienza cubana ricorrendo a diversi esempi: il politico Carlos Márquez Sterling, l’impresario Amadeo Barletta, il giornalista Carlos Alberto Montaner e centri di studio accademici creati dallo stesso regime.\r\n\r\nRafael Rojas, noto intellettuale e storico delle idee cubane più rilevanti della sua generazione, centra la sua analisi sul fatto che il regime cubano si è sempre impegnato a fondo per costruire una storiografia ufficiale che contribuisca a legittimarlo.\r\n\r\nUva de Aragón, importante scrittrice dell’esilio storico cubano, impegnata in una politica di riconciliazione, analizza il modo in cui la classe politica precedente alla rivoluzione sia stata demonizzata e l’arbitrarietà dei giudizi che hanno infangato la reputazione di uomini come suo padre, il Dr. Carlos Márquez Sterling, presidente dell’Assemblea Costituente nel 1940.\r\n\r\nJuan Antonio Blanco incentra il suo lavoro sull’impresario Amadeo Barletta e mostra come il governo cubano sia riuscito a demolire la sua reputazione, in primo luogo per confiscare arbitrariamente i suoi beni, quindi per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale quando, nel 1989, le strutture militari cubane sono state coinvolte in uno scandalo per operazioni di narcotraffico.\r\n\r\nAltri due autori, Ana Julia Faya e Carlos Alberto Montaner, espongono come anche partendo da prospettive opposte (marxista e liberale), entrambi siano stati vittime di questa sorta di terrorismo di Stato che è la demolizione della reputazione.\r\n\r\nGordiano Lupi, scrittore italiano e giornalista specializzato in Cuba, espone le campagne di demolizione della reputazione della blogger cubana Yoani Sánchez in Italia.\r\n\r\nGli storici devono fare uso di una metodologia rigorosa e imparziale per determinare il comportamento di ogni persona. I fatti vanno contestualizzati per poter capire bene le rispettive posizioni. La riconciliazione tra cubani reclama un rispetto della storia e dei comportamenti dei singoli protagonisti.

Grafica Divina

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