Elena Somaré artista multimediale, è una delle rarissime e più note interpreti, sul piano internazionale, nel campo della musica per fischio che ha sdoganato un genere vietato alle donne e ne ha fatto il suo mestiere. Si è esibita in numerosi teatri, festival e luoghi prestigiosi in tutto il mondo e ha portato questa particolare forma di espressione ai più alti livelli interpretativi, liberandola dal pregiudizio che la confinava alla pura esibizione virtuosistica. L’artista ha da poco pubblicato il brano “Avinu Malkeinu” un inno di pace in un periodo costellato di guerre…
- Come hai iniziato?
La mia ricerca artistica nasce molti anni fa come fotografa. Ho lavorato come fotografa edho fatto molte mostre d’arte in Italia e in Svezia. Contemporaneamente ho coltivato la mia passione per la musica ed il mio strumento particolare studiando musica (armonia e ritmica). A me interessa raccontare storie e non c’è differenza nel farlo attraverso immagini oppure attraverso la musica. La cosa per me importante e suscitare emozioni. Ho iniziato abbinando la musica alle immagini con “ Il fischio magico”, una mostra al museo della Casina di Raffaello a Villa Borghese, patrocinata dal Comune di Roma: nelle sale c’era una antologica delle mie fotografie e in diffusione un CD che avevo realizzato apposta più la registrazione di vari miei concerti. Piano piano però la ricerca musicale è diventata sempre più importante e totalizzante, per cui adesso quasi esclusivamente mi sto dedicando a quella. Ma non è detto che in futuro non possa riprendere anche ad esprimermi attraverso le immagini. Anche ora tutte le copertine dei miei dischi sono le elaborazioni di mie fotografie.
- Elena Somaré soganato un genere vietato alle donne e nei hai fatto il tuo mestiere…
Si, questo è stato un ulteriore sprono. Il senso di libertà che dà il fischio è infatti incredibile ed ho pensato che anche per questo fosse mal visto nelle donne. Ancora oggi, in molti paesi, per le donne è disdicevole fischiare. Ma anche da noi fino a poco tempo fa le mamme chiedevano alle figlie di non farlo perché considerato maleducato. “Fischio di donna è inviso alla Madonna” recita un proverbio, ma ce ne sono tanti simili in tutto il mondo. In realtà le donne hanno sempre fischiato e l’unico manuale di fischio scritto al mondo (prima del mio, pubblicato due anni fa da Dantone Edizioni) era di una fischiatrice americana che apparso nel 1923: Agnes Woodward. Negli Stati Uniti infatti il fischio non era così mal visto.
- Come è nata l’idea di incidere “Avinu Malkeinu”?
Incidere Avinu Malkeinu (preghiera di pentimento e speranza) è un simbolo forte, soprattutto oggi, nell’inquieto periodo di guerra fra Israele e Palestina. Come recita il testo: «che il nuovo anno sia un anno buono per noi». È un augurio che, sul finire del 2023, unisce tutti.
Si, ho inciso un Padre Nostro proprio perché il “Padre” unisce tutte le religioni. È di tutti: ebrei, musulmani, cristiani. E inciderlo fischiato, ovvero nella nostra voce più universale perché senza parole, lo rende una speranza che unisce tutti e fa capire come sia assurda una guerra tra popoli che oltretutto credono nello stesso Dio. Non solo assurda ma vergognosa, perché il primo comandamento per tutti è “Non uccidere”.
- Occorre fare studi o esercizi particolari per il fischio?
Il fischio per me è naturale ma ovviamente per fare musica bisogna conoscerne il linguaggio. È fondamentale studiare la ritmica e l’armonia. Per quanto riguarda la tecnica del fischio, ci sono esercizi respiratori e un grande lavoro sulla intonazione e sui fiati. Ho scritto un manuale (credo sia oggi l’unico al mondo) proprio per spiegare come avvicinarsi a questo strumento che molti usano ma che per essere usato musicalmente ha bisogno di esercizio, esattamente come accade per la voce.
- Come si trova un giusto equilibrio sonoro tra il fischio (penetrante ma senza un grande volume di suono) e gli strumenti che lo accompagnano?
Dipende da con chi stai suonando e in che ambiente. Se mi trovo in una sala piccola o in una sala che ha molto riverbero naturale e sono accompagnata dalla sola chitarra classica posso suonare acusticamente. Ma già se lo spazio è piu grande o se mi accompagna un pianoforte o un ensamble di musicisti (sono spesso in quartetto con arpa, chitarra, percussioni e pianoforte) allora ovviamente ho bisogno di essere amplificata.
- Le collaborazioni musicali più suggestive?
Ovviamente il feeling più grande è con i musicisti con cui suono sempre. Mats Hedberg alla chitarra (è anche il mio arrangiatore), Lincoln Almada all’arpa paraguaiana e Gianluca Massetti al pianoforte. Sono grandi musicisti! Ma ho suonato e ho collaborato e inciso con grandi star internazionali come Morgan Agren (ultimo batterista di Frank Zappa) ed il flautista Andrea Griminelli.
- Ci sono generi o tipi di musiche che sono più adatti di altro al fischio?
Tutto ciò che è melodico è particolarmente adatto al fischio che è uno strumento direi quasi struggente. Infatti ho inciso un primo album (Incanto) sulla canzone napoletana, un secondo album (Aliento) sull’influenza che la grande melodia italiana ha avuto sulla musica latino-americana ed un terzo sugli anni sessanta, ma sempre con brani molto melodici. Brani che alterno spesso con qualcosa di ritmico perché anche usato in questo modo il fischio può essere interessante.
- Elena Somaré quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sono in uscita tra poco due album nuovi, Uno in duo con il chitarrista Mats Hedberg per l’etichetta Aulicus Classics di brani classici italiani e svedesi rivisitati ed arrangiati dallo stesso Hedberg per chitarra e fischio ed un secondo in settetto con brani per lo più originali e che sarà una vera sorpresa! Inoltre ho in prpogrammaa lcuni concerti tra febbraio e marzo a Roma alla Cappella degli Orsini e il 23 marzo all’Ambria Jazz Festival.
Matilde Alfieri tingrazia Elena Somaré per l’intervista