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Frida Khalo. Una vita per immagini

FRIDA KAHLO. UNA VITA PER IMMAGINI È il titolo della mostra fotografica che dal 24 giugno prossimo e fino all’8 ottobre 2023 sarà aperta al pubblico ad Alberobello presso casa Pezzolla ( piazza XXVII Maggio).

La mostra sulla grande artista è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alberobello con l’organizzazione di Bass srl e Rjima Progetti Culturali in collaborazione con Locus Festival e Diffusione Italia Int. nell’ambito del progetto di internazionalizzazione ed innovazione culturale di Alberobello che ha scelto Frida Kahlo come simbolo, per la sua arte, per la sua emancipazione femminile, ma soprattutto per le vicende della sua vita definita controcorrente; vicende documentate da foto scattate da alcuni tra i maggiori fotografi del primo novecento.

Grafica Divina

L’allestimento nel Museo di Casa Pezzolla, sito protetto dall’UNESCO costituito da quindici trulli comunicanti  mostrerà le immagini di Frida Kahlo e della sua Casa Azul a Città del Messico divenuta oggi un importante Museo.

Il percorso di mostra ricostruisce innanzitutto il contesto in cui si è affermata la personalità di Frida: cioè il Messico del primo Novecento, attraversato da una rivoluzione che ne ha cambiato la storia, grazie a protagonisti come Pancho Villa e Emiliano Zapata.

Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte originali, la mostra, ricostruisce le vicende della vita controcorrente della grande artista messicana, alla ricerca delle motivazioni che l’hanno trasformata in un’icona femminile e pop a livello internazionale. Le foto sono state realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più̀ grandi fotografi della sua epoca, a cui è dedicata una istallazione nel giardino del Palazzo Pezzolla: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray e altri ancora. In mostra è esposto anche un gruppo di piccole fotografie molto intime di Frida, scattate dal gallerista Julien Levy.  Alcune litografie di Rufino Tamayo insieme al catalogo originale della mostra di Frida, organizzata a Parigi, il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera sono a testimoniare la vivace cultura artistica che caratterizzava all’epoca il Messico.

 Il padre Guillermo è un fotografo di professione di origine tedesca, che giunto in Messico nel 1891  ben presto si innamorò del paese . In mostra vi è anche un suo ritratto con Matilde Calderon, sua sposa e madre di quattro figli, tra cui Frida. 

Nella mostra fotografica si susseguono le vicende spesso dolorose di una vita, oltre agli amori, alle amicizie e alle avventure di Frida.  Tutta la sua opera è una forma di autoanalisi, alla ricerca di una propria identità e di una ragione di vita. Nei suoi numerosi autoritratti non teme di mettere a nudo le proprie debolezze e le proprie inquietudini.  Accanto a Frida è spesso ritratto Diego Rivera, il pittore e muralista con cui ha condiviso un rapporto intenso e turbolento, che ha attraversato gran parte della sua vita. Ma vi appaiono anche altri personaggi come Leon Trotskij e André Breton.

La mostra si conclude con un video che raccoglie le poche immagini filmate dell’artista messicana. Nella sala di accoglienza e di uscita è presentata una documentazione fotografica della sua famosa Casa Azul, che, dopo la morte di Frida, Diego Rivera donò allo stato messicano per creare il Museo Frida Kahlo.

Da non perdere!

Articolo di: Ugo Negrini

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Collaboratrice di numerosissime testate, tra cui Topolino e Corriere dei Piccoli, è stata direttrice responsabile di piccole testate e autrice di tre biografie (Julio Iglesias, Adriano Celentano e Nazionale Italiana Cantanti); traduttrice dal giapponese delle poesie di Murasaki Shikibu (973/1014) e Izumi Shikibu (976/1033). Ama la moda, l’enogastronomia, lo spettacolo, il design, i viaggi, la medicina e la cultura ebraica.

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