Non è semplice recensire “Oblivion Rhapsody” lo show nato per festeggiare l’anniversario dei primi dieci anni di tournée degli Oblivion perché è impossibile rendere su carta più di un’ora e mezzo di filato di show frenetico dove il quintetto non si ferma un solo secondo.
Oblivion Rhapsody
Cinque voci che cantano, recitano, sbeffeggiano accompagnati da una chitarra e altri improbabili oggetti per fare suoni compresa una batteria “vocale”. Gli Oblivion partono da “I promessi sposi in 10 minuti” e ripercorrono le tappe del loro straordinario e doveroso successo frullando il tutto in un incredibile melting pot dell’universo spettacolo. Questo quartetto Cetra più uno filtrato da Macario al varietà, alla comicità slapstick, alla parodia, al surrealismo fanno dei riferimenti culturali di una diversità tale che sembra impossibile il collegamento che riescono a portare in scena.
Questo spettacolo è un compendio delle loro più riuscite esibizioni che dimostra il lavoro, lo studio e la competenza che hanno alle spalle, ma soprattutto come ogni loro gesto, suono o idea sia talmente perfetto che si ride (e si riflette) di cuore anche se sono sketch noti.
Questo accade perché è impossibile non lasciarsi andare sull’onda dei loro sberleffi alla musica, alla storia o alla società.
Sono bravi, e questo lo si sapeva, ma la cosa importante è che rinnovano una tradizione, quella della Rivista, facendola propria con un’impronta talmente personale che nessun altro potrebbe ripetere le loro idee.
Cinque artisti di cui ognuno ha una sua precipua particolarità, ma che sono tutti legati da un filo unico, un minimo comun denominatore e, durante lo spettacolo, ci si chiede come riescano a stare seri perché la risata è continua da parte del pubblico.
Parafrasando una celebre frase si potrebbe sostenere che Arlecchino (Oblivion) cantando disse la verità perché tra una parodia e l’altra si toccano anche temi sociali e politici.
Anche vedendolo una seconda o una terza volta questo spettacolo sarebbe una prima visione perché sicuramente si potrebbero apprezzare altre sfumature magari sfuggite a una prima visione poiché davvero cantanto e fanno di tutto in questo spettacolo nudo salvo pochi oggetti di scena e delle sedie.
Sono loro nella loro totale e grandiosa bravura che trascinano lo spettatore in un vortice di quasi due ore.
Lo spettacolo si tiene presso la Sala Umberto (Via della Mercede, 50, 00187 Roma – prenotazioni@salaumberto.com mart – sab h 21:00 – dom h 17.30 prezzo biglietto da 30€ a 25€ disponibili su www.salaumberto.com – www.ticketone.it) fino al 29 gennaio.
Articolo di Luca Ramacciotti