Il 6 gennaio esce in digitale e in vinile in edizione limitata e numerata “Ancient Cosmic Truth – A Suite in 4 Movements”, il nuovo LP del Synth performer e compositore Louis Siciliano, che partendo da Napoli ha girato tutto il mondo per compiere un percorso di ricerca musicale che lo ha portato oggi ad essere uno dei nuovi esponenti del “Napule’s Power”, movimento fondato dal giornalista Renato Marengo. Noi lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato!
Louis Siciliano. Partendo da Napoli hai girato il mondo. In quale posto ti senti a casa?
C’è un’antica frase dei Gitani, i quali primi di stabilirsi in Andalusia, migliaia di anni fa hanno fatto un lunghissimo viaggio dal Rajasthan (Nord dell’India) che recita così: “Li dove affondo le assi della mia tenda, quello è il centro del Mondo ed è la mia casa”. Rielaborando questa frase a modo mio: “Lì dove faccio la mia Musica è il centro del Cosmo e il pubblico la mia casa”. Da anni mi dedico alla Musica Strumentale. La Musica Strumentale riesce a bypassare il concetto di linguaggio e di frontiera e arriva direttamente nelle profondità dell’inconscio di ciascuno di noi. Grazie alla pratica musicale, ho avuto la possibilità di creare “ponti empatici” che mi hanno portato subito a vibrare in sintonia con popoli lontanissimi da noi come i Pigmei della Foresta Pluviale, o gli abitanti di Tuva in Siberia. Grazie a Madre Musica mi sono sempre sentito ovunque a casa.
Sei uno dei principali esponenti del “Napule’s Power”, movimento fondato dal giornalista Renato Marengo. Cosa vuol dire per te?
È il coronamento di un sogno. Da ragazzino nei primi anni ‘90 suonavo a Napoli nei locali di Dino Luglio come il Caffè Nobile, il City Hall Cafè, il Banana Split. Erano posti dove si faceva musica live come a Londra o a New York City. Grazie a Dino, Napoli visse un periodo d’oro dal punto di vista dell’attività musicale. Ebbene in quei locali passavano spesso a bere qualcosa grandi artisti come Pino Daniele, James Senese, Joe Amoruso, Ernesto Vitolo, Rino Zurzolo, Gigi De Rienzo che sedevano lì nel pubblico mentre io suonavo. Erano i miei idoli, i miei supereroi. Ancora oggi quando ascolto le canzoni di poeti dell’anima come Carlo Faiello oppure Enzo Gragnaniello mi emoziono fortemente. Il Napule’s Power è parte di me, mi scorre dentro da sempre, da quando sono nato ed è stato un bellissimo regalo della vita ritrovarmi a lavorare con un produttore e un gigante della cultura italiana come Renato Marengo.
Il 6 gennaio esce “Ancient Cosmic Truth”, una suite strumentale contenente quattro brani strumentali jazz-rock innovativi che mettono insieme i suoni caratteristici della musica elettronica e dei sintetizzatori. Come nasce questo LP?
L’Antica Verità Cosmica,quell’energia che muove tutto, qualcuno diceva “Il sole e le altre stelle”, ebbene questa Verità si chiama AMORE. E questo AMORE per quanto mi riguarda mi piace esprimerlo coi suoni. Pur avendo pubblicato 3 volumi di poesie, da sempre sono attratto dalla Musica senza parole. Un tempo la chiamavano Musica Assoluta. Questa esigenza di essere Cosmici attraverso il suono per valicare tutte le frontiere, si è affacciata molto presto dentro di me. Ero bambino e sognavo un giorno di mettere insieme John Coltrane e Jimy Hendrix con Ravi Shankar. Est ed Ovest. Oriente e Occidente. Nord e Sud del mondo partendo dal Vesuvio, il mio Apu. Ho dovuto aspettare 25 anni per fare un album come dicevo io, basando l’accordatura dei miei Synth e di tutti gli strumenti su multipli che approssimano gli 8Hz che è la frequenza sulla quale vibra il nostro bellissimo pianeta e al quale dobbiamo, a proposito di Amore, molto più rispetto di quello che gli diamo. Ritornando a noi, ho dovuto aspettare 25 anni per registrare un album tutto in analogico, (per inciso tutti i miei Sintetizzatori sono analogici), con compagni di viaggio a dir poco straordinari. Alex Acuña alle percussioni, uno dei pilastri dei Weather Report, un musicista leggendario. Un vero caposcuola. Randy Brecker, da molti definito il più grande trombettista di Jazz vivente. Claudio Romano alla batteria, il quale ha suonato col gotha del Jazz internazionale. Immaginate che quando Manu Katché, uno dei maestri assoluti della batteria nel mondo ha messo su la propria band, ha voluto proprio Claudio alla batteria. E chiudendo la lista di questi grandi artisti, al sax tenore troviamo Umberto Muselli. Un musicista che ammiro da sempre per la sua genialità. Pensate che Pat Metheny l’ha definito l’erede di Michael Brecker. Io, Claudio e Umberto ci conosciamo da ragazzini. Facciamo musica da sempre insieme. Con Umberto giocavamo a calcio sulla spiaggia da bambini. Renato Marengo spesso parla dei “Negri del Vesuvio”, riferendosi al più grande musicista che Napoli abbia mai espresso che è James Senese. Anche noi siamo la generazione successiva dei “Negri del Vesuvio”. Siamo “Negri” dentro. La Negritudine che è anche Napolitudine di un certo sound, del Jazz, della musica del mediterraneo, della Tammorra che è il nostro Blues è il collante che ancora ci tiene insieme e ci entusiasma. Per questo album così importante non potevo non chiamare questi incredibili musicisti per condividere un’esperienza così intensa e pregnante. Potrei andare avanti per ore ma spero di aver comunicato l’essenza.
Nel corso della tua carriera hai incontrato musicisti di tutto il mondo. Qual è il consiglio più prezioso che ti sia stato dato?
Noi siamo nani sulle spalle dei giganti. Mi ricordo da ragazzino quando incontravo Pino. Mi tremavano le gambe e non avevo il respiro quando lui parlava di Musica. Che esperienza. Poi ho frequentato Joe Amoruso; la madre non ci poteva pensare che io ero cresciuto nel bar dei miei nonni e non mi piaceva il caffè. Che grande genio che era Joe. Poi Nanà Vasconcelos, Herbie Hancock e tanti musicisti che hanno lavorato con Miles. Mi piace ricordare il mio maestro Antonio De Santis, uno dei pionieri mondiali della Computermusic, un musicista unico e geniale. Mi ha trasmesso tantissimo e gli sarò riconoscente per sempre. Poi il prof. Renzo Cresti che è anche il direttore artistico di MUSICA PRESENTE RECORDS, l’etichetta che distribuisce questo album. I libri di Renzo mi hanno aperto la mente e mi hanno fatto fare un salta quantico nel modo di indagare il linguaggio dei suoni. Una gigante del pianoforte come Elizabeth Sombart non potrei non citarla, anche se è una concertista di Musica Classica apparentemente lontana dal mio mondo. Elizabeth mi ha fatto capire cosa significa suonare uno strumento facendo emergere la Musica dalla pagina scritta e farla vibrare in maniera viva ed emozionante. E infine la persona che mi ha rivoluzionato la vita che quando l’ho incontrata e frequentata nel tempo, ho sentito dentro di me la chiamata, come accade ai monaci e agli uomini di fede. Grazie a Wayne Shorter ho capito che dovevo puntare tutto sul mio modo di concepire e fare Musica. Sicuramente di nomi ce ne sono ancora tanti e mi scuso se non riesco a citarli tutti. Il consiglio più importante a chi intraprende la via della Musica: avere fiducia in se stessi e nel mondo che ci circonda.
Cosa c’è nel futuro di Louis Siciliano?
Non credo nel futuro. Io vivo nel Qui ed Ora. Non è un caso che mi sia dedicato ad un Arte che si esprime nel presente. Il mio è un eterno presente. Un presente di pace, di apertura verso l’altro, di rispetto per gli animali e per Madre Natura. Un presente dove tutte le minoranze hanno una voce importante e dove i poveri hanno una grandissima dignità. Un presente di Verità e non di falsità e bugie in nome del potere e del D-O denaro. Un presente che è passato e futuro insieme. Un presente che si ricollega all’ ANTICA VERITA’ COSMICA.
Un album che è un viaggio. Una sintesi sincretica di suoni e atmosfere che fa volare l’Anima. Le riviste americane danno Louis Siciliano come un importante innovatore del linguaggio musicale del nostro tempo. È bello sapere che Napoli e la sua Cultura è rappresentata in tutto il mondo dal genio di questo incredibile musicista e compositore.