Munch amori, fantasmi e donne vampiro è il titolo del docufilm in arrivo nelle sale il 7, 8 e 9 novembre prossimi (elenco sale su nexodigital.it).
Ill film si impegna a dare una immagine diversa dell’uomo Edvard Munch; persona dal fascino profondo e misterioso, precursore e maestro per tutti quelli che vennero dopo di lui.
Munch amori, fantasmi e donne vampiro
Il docufilm si apre nella casa di Edvard Munch ad Åsgårdstrand. In una notte d’inverno, davanti al focolare, una giovane donna. l’attrice Ingrid Bolsø Berdal (nota al grande pubblico per la serie Westworld), guida prescelta per questo viaggio, legge ai bambini una fiaba norvegese. Fuori nevica e i bambini ascoltano rapiti…
Siamo nel mondo del Grande Nord dove i venti parlano e i troll lanciano incantesimi malvagi. la storia ha una fine che sembra l’inizio di una nuova vita. il film intende essere anche un viaggio attraverso la Norvegia; il mondo di Munch, alla ricerca delle radici e dell’identita di un artista dalla personalità complicata con un percorso personale assai difficile e doloroso. Una favola personale conclusasi presto: la morte di sua madre, seguita da quella della sorella Sophie, così come la devastante depressione del padre, segneranno ben presto la sua vicenda umana e artistica. Una vita travagliata tra problemi psichiatrici, alcolismo e isolamento.
Il suo lavoro, la sua personale idea del tempo che emerge dai suoi dipinti. Egli infatti scrive: “non dipingo ciò che vedo, ma ciò che ho visto”. Questo significa che dipingendo e ridipingendo le stesse immagini, ripetendo gli stessi soggetti lo scopo è di conservarli di creare un equilibrio tra passato e presente per poter vivere la propria esistenza; un ponte attraverso il quale poter anche entrare in contatto con il mondo dei fantasmi e degli spiriti. Un concetto che al tempo stesso ha gettato le basi per la pratica dei Multipli.
I temi, ma anche le ossessioni di tutta la sua opera hanno caratterizzato le sue abilità artistiche così come le tecniche da lui utilizzate. le sue ricerche sull’animo umano e il tentativo di trasmettere le emozioni su tela o su carta hanno sempre trovato corrispondenza con la scelta delle sue diverse tecniche.
Emergono poi i vari periodi della vita di Munch da quello bohémien a quello berlinese caratterizzato dalle frequentazioni con satanisti e dottori che sperimentavano l’utilizzo della cocaina dall’amicizia col drammaturgo August Strindberg e dall’amore per la magnetica Dagny Juef; rappresentativi di un certo tempo storico e di tutta l’opera artistica di Munch.
Poi il suo complesso rapporto con le donne, come la burrascosa relazione con Tulla Larsen, l’amante che sparò a Edvard durante una lite generata dal suo ennesimo rifiuto di sposarla. Tulla era solo una delle “Donne Vampiro” che Munch incontrò durante la sua vita. Per lui, trauma e arte, desiderio e tormento si fondono costantemente in un’intensa riflessione sulla donna: questa “sirena” ed enigmatica “sfinge”, per usare le parole dell’artista, che attrae e spaventa l’uomo.
Questa è la chiave per entrare nel Mondo e nel Tempo di Munch.
Articolo di: Ugo Negrini