Home Da ascoltare Ivan Stray ci racconta la sua Malafortuna

Ivan Stray ci racconta la sua Malafortuna

Ivan Cogodi, in arte Ivan Stray, nasce nel 1984 sul Lago Maggiore. Sin da giovane sperimenta con diverse band della sua zona fino a maturare la sua personale via di creazione musicale. Innamorato di musica rock, cantautorato ed elettronica decide di miscelare i generi ottenendo il risultato che lo porta, con l’aiuto del suo amico musicista e produttore Marco Ulcigrai (Il Triangolo, I Ministri) alla realizzazione dell’album d’esordio.

L’intervista

Bentornato Ivan Stray! È uscito il tuo nuovo album Malafortuna! Cosa ti ha spinto a scriverlo?

Grafica Divina

Malafortuna è stato un percorso interiore che dovevo a tutti i costi esternare. Una lunga seduta con uno specialista, che in questo caso è stato la mia personalità più intima. Dovevo chiudere un capitolo della mia vita ed aprirne un altro.

Racconta in una intervista chi sei e cosa fai!
Diventa protagonista
!
Scrivici a redazione@dasapere.it per avere un redattore a tua completa disposizione!

La tua musica ha delle sonorità retró molto evocative, cosa ti ha ispirato maggiormente?

Le sonorità di questo album rispettavano esattamente quello che avevo dentro, rispettavano le mie paure, i miei bisogni, tutto quello che rimbombava nella mia testa. La mia cultura musicale basata sulla musica del passato hanno facilmente avvolto le parole che avevo dentro.

Un collagene molto spontaneo che hanno descritto esattamente ciò che volevo dire.

La volta scorsa avevi anticipato l’uscita dell’album entro il 2022 e cito le tue parole: “Non mi sento un artista a tavolino non posso prevedere il futuro, piuttosto posso condividere i momenti e posso farmi trasportare dalle emozioni del momento”.
Allora la domanda è mirata a questo momento. Eccoci qua, come sta andando?

Per quanto posso sperare che le cose possano cambiare, intendo i generi musicali, i gusti delle persone, mi rendo conto che non posso pretendere che un progetto come Malafortuna possa prendere piede e diventare Hipe.

Sono contento di come procedono le cose perché a me piace e questo è la cosa più importante, per il resto me ne importa davvero poco e probabilmente non sto nemmeno spingendo troppo con le pretese. Prendo quello che arriva e resto felice così.

dasapere da ascoltare

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.