Dal 22 aprile all’11 settembre 2022 il Mudec di Milano ospita una grande mostra: “David LaChapelle, I Believe in Miracles”.
La mostra personale illustra il lungo percorso di ricerca artistica di David LaChapelle, fotografo e regista statunitense con tante opere inedite e non poche sorprese. Le opere in esposizione indagano l’uomo contemporaneo in rapporto all’ambiente, alla società e ai miti della cultura occidentale.
David LaChapelle: una mostra personale a Milano
Il Mudec, il Museo delle Culture di Milano, ospita 90 opere di David LaChapelle: scatti site-specific, grandi formati e una nuova video installazione. Queste opere raccontano anni di attività di un artista che ha saputo raccontare l’uomo contemporaneo come pochi altri, indagando entusiasmi, passioni, dolori, ideali e paure di un’umanità che vive una grande crisi e guarda al futuro con grandi incertezze, ma che, nonostante tutto continua a credere nei miracoli. La mostra è a cura di Reiner Opoku e di Denis Curtis in collaborazione con lo studio LaChapelle.
La carriera di David LaChapelle è iniziata nella Grande Mela degli anni Ottanta, a fianco di Andy Warhol. L’interesse per la cultura pop sarà sempre uno dei grandi temi della sua produzione, che affronterà nei modi e nei contesti più disparati. L’occhio di David LaChapelle è sempre fisso sullo Zeitgeist, sullo spirito del tempo. L’esposizione del Mudec ci mette di fronte a tutta l’evoluzione artistica del fotografo americano, passando dalle prime foto degli esordi fino ad arrivare ai giorni nostri.
Tra diluvi universali e mitologia pop
Forte la denuncia nei confronti del consumismo e dell’irresponsabilità umana verso l’ambiente. Il pianeta è vulnerabile e l’uomo altrettanto fragile. David LaChapelle esplora la mitologia contemporanea dello star system e delle varie “divinità” del mondo della musica e dell’arte. Tra le più celebri opere del fotografo troviamo i ritratti di Michael Jackson, Madonna, Britney Spears, Hillary Clinton, Elizabeth Taylor, Muhammad Ali, David Bowie, Jeff Koons, Uma Thurman, David Hockney e Kim Kardashian. Troviamo anche i grandi soggetti dell’iconografia tradizionale occidentale rivistati in chiave pop. Nel 2006 con Deluge, David LaChapelle decide di reinterpretare il Diluvio Universale di Michelangelo Buonarroti ai giorni nostri, ambientando il tutto a Las Vegas. Las Vegas per David LaChapelle diventa una sorta di luogo mitologico. D’altronde parliamo della capitale mondiale dell’intrattenimento e dei casinò. Il mondo del gioco cambia sempre più in fretta, le piattaforme online stanno completamente rivoluzionando il settore, eppure, Las Vegas resta sempre un simbolo, un’icona dell’immaginario americano. Il mondo dei consumi, i suoi colori e le sue luci diventano un nuovo scenario apocalittico. Questo motivo tornerà di frequente in tutta la produzione del fotografo, dai suoi negativi fotografici dipinti a mano alle sue nature morte. Lo stesso tema del diluvio universale verrà ripreso nel 2009 con After the Deluge. Dello stesso anno, forte anche la denuncia degli scatti di “Rape of Africa”, in cui troviamo Naomi Campbell come nuova Venere nelle miniere d’oro dell’Africa.
Un miracolo è possibile
Anche nelle ultime opere di David LaChapelle troviamo la stessa potenza e gli stessi toni critici. È il caso di Spree (2019-2020), una produzione che si sviluppa intorno al conflitto tra natura, consumismo e opulenza. Il fotografo ha realizzato il modellino di 35 centimetri di una nave da crociera incagliata nel ghiaccio. La nave da crociera è il simbolo della società dell’intrattenimento, un luogo in cui ogni attività è regolata intorno al piacere. È un mondo chiuso, staccato da tutto il resto, che va inesorabilmente incontro al disastro: la nave da crociera resterà per l’appunto incagliata nel ghiaccio.
David LaChapelle lancia diversi allarmi, ma comunque non vede tutto nero. Racconta una società devastate dall’incertezza e della crisi, ma infondo al tunnel vede una luce. Un miracolo può salvarci e i miracoli sono ancora possibili. Lo stesso artista in più occasioni ha avuto modo di definirsi lui stesso come un miracolato. Crede nei miracoli perché ne è stato testimone. La nostra società si trova davanti a un grande squilibrio. Odio e avidità hanno sempre danneggiato il mondo, ma oggi la situazione è più grave, secondo David LaChapelle. A una velocissima evoluzione tecnologica non è corrisposta, infatti, un altrettanto rapida evoluzione spirituale dell’umanità. Nulla però è perduto finché crediamo nella possibilità di un miracolo.