In libreria per UTET La scimmia armata L’arte della guerra e l’evoluzione della società di Peter Turchin.
A Bouvais c’è la chiesa gotica più alta, così alta da restare incompiuta a causa dei ripetuti crolli. Ad Amiens a nord di Parigi c’è la più alta tra quelle compiute, pesa quasi quanto l’Empire State Building. Dalle Piramidi alla Stazione Spaziale Internazionale, passando per il CERN di Ginevra e il Tempio di Göbekli Tepe in Turchia l’intera storia dell’uomo è segnata dalla realizzazione di opere che hanno richiesto la cooperazione di milioni di individui anche per secoli.
La scimmia armata L’arte della guerra e l’evoluzione della società di Peter Turchin
Centri rituali, luoghi sacri, costruzioni simboliche che puntano al cielo, produzioni dell’ingegno che il cielo lo oltrepassano e colonizzano lo spazio. L’ultra socialità della specie umana, a cui in da contraltare l’eusocialità di api, vespe, formiche e altri insetti sociali è al centro degli studi di Peter Turchin, professore di biologia evolutiva e antropologia nel Connecticut.
Nel 2010 con l’ausilio di modelli matematici predisse che il 2020 sarebbe stato costellato di tensioni sociali terribili. Previsione azzeccata.
I suoi studi che si concentrano sull’evoluzione genetica che ha portato la nostra specie in poco tempo ad avere un grado di socialità e collaborazione superiore a qualsiasi altra non possono non coinvolgere anche aspetti drammatici della nostra convivenza, in particolare la guerra, “il padre di tutto e il re di tutto” per dirlo con le parole di Eraclito. La domanda centrale di questo saggio e fascinante riguarda la natura duale dell’uomo, che appare in grado di cooperare in modo incredibile eppure in modo altrettanto convincente sa investire energie e risorse nel conflitto. È proprio il conflitto, guardato da più angolazioni potrebbe essere il propulsore della collaborazione.
La scimmia armata attraversa la storia dell’umanità per parlarci di noi, conoscerci meglio e trovare la chiave per cambiare il futuro.
Articolo di: Cinzia Ciarmatori