La Fondazione Alfredo Catarsini 1899 sarà presente alla rassegna culturale “I venerdì di Milziade”, a Villa Argentina di Viareggio, in via Fratti 44.
L’appuntamento è per venerdì 25 febbraio, alle ore 16:30, per la presentazione del romanzo Giorni neri, il romanzo che l’artista Alfredo Catarsini pubblicò nel 1969, che da decenni risultava introvabile, e che da poco è tornato disponibile per i lettori grazie alla nuova edizione edita da “La nave di Teseo”, con la prefazione di Giordano Bruno Guerri.
“I venerdì di Milziade”: a Villa Argentina di Viareggio si presenta il romanzo “Giorni neri”
Condotta dal giornalista Umberto Guidi, la presentazione vedrà la partecipazione di Elena Torre che, oltre a essere scrittrice, giornalista e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Alfredo Catarsini 1899, è anche la curatrice della nuova edizione del romanzo che fa tesoro di tante esperienze di vita vissuta di Catarsini durante il duro momento del passaggio del fronte dalla Versilia durante la seconda guerra mondiale e ce le ha restituite in forma di romanzo riuscendo «a dipingere con le parole», come affermò lo scorso luglio il critico d’arte Vittorio Sgarbi alla Versiliana, durante la presentazione dell’antologia dedicata all’opera dell’artista.
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La vicenda storica e il romanzo
Come moltissime altre persone in quei difficili anni, tra il 1943 e il 1945 anche Alfredo Catarsini fu sfollato da Viareggio verso l’entroterra. La ferrovia e la via Aurelia che attraversavano la Versilia erano arterie strategiche per i collegamenti e il rifornimento delle truppe impegnate nel conflitto mondiale e la poco distante presenza della “Linea Gotica” rendeva l’intera area un luogo pericoloso a rischio bombardamenti, come poi si rivelò.
Catarsini trovò rifugio in alcuni luoghi della Lucchesia come la Val Freddana e il Monte Magno che furono teatro di fatti atroci, con deportazioni di massa, uccisioni di ostaggi, veri e propri eccidi.
Il libro Giorni neri nasce come testimonianza romanzata di quei momenti e prende le mosse proprio dagli appunti che l’autore scrisse durante quei lunghi mesi in cui si trovava lontano dalla sua città, note che poi si trasformarono poi in una storia vera e propria, in un romanzo che, pur avendo radici nella realtà, ha permesso la creazione di personaggi fittizi, capaci di incarnare sentimenti ed emozioni universali restituendoci un affresco veritiero di quanto accadde.
Da pittore quale è, Catarsini dipinge anche con le parole e scorrendo i capitoli, le immagini si fissano nella mente del lettore per rimanerci, con volti e luoghi che si animano come in un affresco.
Ci sono le piccole grandi storie, ci sono gli uomini e le donne che, sradicati dalla loro terra, si trovarono con le loro poche cose in un altrove non cercato, pieno di dolore e paura. Sono personaggi vividi, dialoghi intensi, aspri che ci raccontano forse la parte più difficile della nostra storia. Ed è da tener conto che in quel periodo Alfredo Catarsini affrescò le due chiese di San Martino in Val Freddana e di Castagnori ritraendovi anche alcuni dei personaggi che sono citati del libro.