In streaming su Zoom, Michele Bravi ha raccontato qualche dettaglio della sua partecipazione al 72° Festival di Sanremo, con il pezzo “Inverno dei fiori”, classificatosi 10°.
Abbiamo partecipato insieme ad altri giornalisti e realizzato così la nostra intervista.
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L’intervista
Raccontaci qualcosa del pezzo di Sanremo
Con questa canzone volevo raccontare il gesto di ascolto e di empatia. Ho scoperto nell’immagine dei fiori invernali una grandissima metafora del senso dell’amore. Non essendo esperto di botanica, pensavo che i fiori fossero solo primaverili. Poi invece ho scoperto bellissime leggende sui fiori invernali, tipo quella del calicanto, che con un gesto di gentilezza inizia a fiorire anche in inverno. La gentilezza può essere un seme di rinascita. Credo ancora nella forza delle parole e delle canzoni.
Ti senti cambiato dall’ultima volta che hai partecipato a Sanremo?
Le prime volte che mi sono presentato a Sanremo avevo tanto pudore, così tanto che avevo paura a farmi vedere. Ecco, ora questa paura l’ho persa, se non altro per un fatto di età!
Parlaci del video
Con questo video volevo raccontare un modo di vivere la solitudine attraverso le stagioni. La metamorfosi finale dei fiori che invadono la scena racconta una piccola richiesta d’aiuto. Abbiamo bisogno di rifiorire.
Il video ha visto il tuo esordio alla regia…
Il cinema è da sempre una mia grande passione, ma l’ho sempre limitata. Invece ora mi piace pensare che la creatività è senza perimetro, che per la maggior parte delle volte nel mio caso si traduce in musica. Però mi piace anche entrare nel mondo del cinema. Non voglio più farmi paranoie sul mettere perimetri alla creatività.
“La gentilezza può essere un seme di rinascita”
Per la serata delle cover hai scelto “Io vorrei… Non vorrei… Ma se vuoi”: un pezzo di Battisti che molti hanno giudicato “intoccabile”. Cosa ne pensi?
Per scegliere la cover ho fatto una considerazione artistica. Non si dovrebbe dire “Questa canzone non la può cantare nessuno”, ma si dovrebbe dire “Questa canzone non la può cantare nessuno come la cantava Lucio Battisti”. Perché altrimenti significa relegare una canzone a un tempo e non è giusto. Piuttosto che sentirmi dire che quella canzone non la può cantare nessuno, preferisco che mi si dica “Non mi piace la tua interpretazione”.
Hai partecipato al FantaSanremo molto attivamente, vero?
Per me FantaSanremo è stato molto utile per allentare la tensione, è stato stra divertente.
Come ti sei sentito nel cast di Sanremo di quest’anno?
Devo dire che per questo Sanremo c’è stato uno dei cast più belli di sempre. Ranieri, Morandi, Elisa… Io sono poco competitivo davanti a tutta questa bellezza di questo cast estremamente variegato. Me la sono vissuta anche un po’ da studente, perché sono un artista emergente.
Tre parole per descrivere “Inverno dei fiori”?
Ascolto, comprensione, empatia.
Raccontaci del tuo incontro con il tuo idolo Massimo Ranieri…
Le prime volte che ci siamo visti io sono rimasto gelato e non riuscivo a parlare. Mi avrà scambiato per un cafone. Poi per questo Sanremo ci siamo incontrati nella Red Room, dove i cantanti aspettano di esibirsi. Ranieri per me è un mito, è un performer incredibile. È poliedrico, è veramente un uomo di spettacolo. Se tu mi chiedessi “Cosa vuoi diventare un giorno?” ti risponderei “Massimo Ranieri”!
Sappiamo che in te convivono tante parti…
Sono molto timido, anche molto ironico. Ci sono diverse anime in me, ancora non so quante! (ride) Ho imparato a non giudicarmi troppo e ho accettato parti di me che non apprezzo e non mi piacciono. Ora mi sento me stesso come non mai. Ero me stesso anche prima, però diciamo che il caricamento è andato avanti!
NOTA: Le domande dell’intervista sono state raccolte durante la conferenza stampa tra le domande poste dai giornalisti che hanno partecipato.