È uscito “La pelle del serpente” di Annabella Calimani: un romanzo, un racconto… Una storia pulita adatta a tutti, che attraversa un periodo storico ricco di eventi, cambiamenti e tensioni sociali.
Abbiamo intervistato l’autrice per saperne qualcosa di più.
Un filo sottile che attraversa la vita e racconta una storia nelle storie, affrontando tematiche primitive e costanti come l’amore, la felicità, il dolore, la morte.
In un passato vissuto e immaginato, la protagonista ritrova momenti, analizza contenuti e riemerge nel presente consapevole e ricca di tutte le esperienze vissute.
L’arte come momento di vita e ricerca interiore, la natura e il delicato rapporto con gli animali, la morte e la rinascita.
L’intervista
Quali sono i tuoi riferimenti letterari? Quali sono le tue letture preferite?
Non sono mai stata una grande lettrice di romanzi rosa, gialli, eccetera. Ho sempre letto libri dedicati ad argomenti da approfondire che ritenevo utili a me e al mio lavoro, ad esempio le opere dell’etologo e zoologo austriaco Konrad Lorenz; pubblicazioni sull’arte, la psicologia, e tutto ciò accompagna la nostra vita. Mi piace dare risposte alle mille domande che affollano la mia mente!
Ti ispiri a qualche scrittore in particolare?
Non mi ispiro a nessuno scrittore particolare, perché penso che ogni scrittore famoso e conosciuto abbia un suo modo unico di esprimere le proprie emozioni e che deve essere solo suo, non può e non deve essere preso in prestito da altri.
C’è un messaggio in particolare che vuoi trasmettere ai tuoi lettori quando scrivi?
Quando scrivo per me la cosa più importante è riuscire ad andare oltre lo sguardo che ti legge, al cervello che comprende, alla logica che ognuno di noi usa per decifrare un messaggio. Arrivare all’anima e far scattare un’emozione è il mio traguardo e per fare questo devi usare poco la parte cosciente di te, devi lasciarti andare a ciò che senti cercando di tradurlo nel miglior modo possibile.
Il processo creativo: dall’idea al libro, quali sono i tre momenti più importanti?
Come ho riportato in modo abbastanza chiaro nel prologo del romanzo, il processo creativo, qualunque sia l’opera finale, è un momento molto delicato e personale. Nel mio caso tutto avviene apparentemente per caso, senza un disegno progettuale preventivo e cosciente; questo sia per la scrittura che per la pittura. Devo sentirmi totalmente libera, talmente libera da averne paura: da lì il primo passo, il secondo e poi la gioia di poter esprimere ciò che sento nel miglior modo possibile. Non mi preoccupo della forma, se sia giusto o meno mischiare alcuni argomenti, seguo la corrente di questo fiume che mi porta a valle. Dopo arrivano le correzioni, le idee per eventuali illustrazioni, la parte più razionale insomma! Per cui: elaborazione dell’emozione e/o concetto da comunicare, stesura libera e rilettura cosciente e razionale per dare una struttura adeguata al racconto.
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Un romanzo adatto a tutti
“La pelle del serpente” è un romanzo forte nelle sue linee guida, estremamente scorrevole e soprattutto non di nicchia; adatto quindi a chiunque voglia ritrovarsi in una storia pulita che attraversa un periodo storico ricco di eventi, cambiamenti e tensioni sociali.
Potremmo definirlo naturalistico, psicologico, introspettivo, filosofico, onirico, storico, artistico; è come un filo sottile che attraversa la vita, raccontando una storia nelle storie, affrontando tematiche primitive e costanti (come l’amore, la felicità la sofferenza, la crescita), cercando le risposte necessarie.
La protagonista si proietta nel passato vissuto e immaginato, ritrova momenti, analizza contenuti e riemerge nel presente consapevole e ricca di tutte le esperienze vissute.
Una bambina che vive nella Milano degli anni 60/70, che sperimenta la solitudine, che ha fame di vita; accanto a lei gli animali, la natura con le sue leggi dure ma utili e poi una famiglia a volte presente e altre estremamente lontana.
C’è il confronto fra il mondo animale-naturale e quello umano-tecnico/scientifico; il tentativo di comprendere ciò che ci si agita dentro; dare un nome diverso a parole usate troppo e comprese poco (la felicità per esempio (cap. 14).
C’è l’arte come momento di vita e di ricerca interiore, come realizzazione immediata di un sentire, come visione e storia (cap. 15); c’è l’amore, quello per le figure genitoriali e familiari ma anche quello maturo di una donna; c’è l’esperienza nel mondo dello spettacolo, l’essere femmina e donna in un mondo ancora molto orientato al maschile; l’essere madre; c’è anche la voglia di stravolgere i ruoli e di calarsi nella pelle di qualcuno che non sei tu per comprendere com’è essere fuori dal tuo corpo e dai tuoi pensieri e imparare a essere l’altro, magari per pochi attimi o più a lungo (cap.9).
“La pelle del serpente” ha anche un significato di morte e rinascita: il serpente lascia la vecchia pelle (morte) a seccare al sole e ne esce con una nuova, simbolo di vita e speranza.
Qui sotto la copertina: l’immagine usata è un’opera digital art dell’autrice stessa, dal titolo “Trait d’union”
L’autrice
Annabella Calimani nasce a Milano il 10 ottobre 1962.
Si trasferisce in Versilia a Forte dei Marmi nel 1975, dove consegue la maturità scientifica.
Successivamente frequenta per due anni l’Accademia d’Arte Drammatica di Firenze e comincia a lavorare come modella, indossatrice e attrice. Diventa autrice di testi e scrive brani pop che lei stessa canterà in svariate manifestazioni canore e programmi televisivi. Si perfeziona nella danza frequentando corsi di specializzazione in danza moderna, rock e boogie; approfondisce discipline importanti quali yoga e meditazione dedicandosi successivamente allo studio dell’estetica applicata allo spettacolo, con diploma nel 1982. Dal 1992 in poi è autrice e conduttrice tv per emittenti toscane. La bellezza intesa come equilibrio, delicatezza ed espressione di completezza dell’individuo la affascina e la incuriosisce e nel 1993 decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Carrara dove affronterà 4 anni di studio intenso e piacevolissimo che terminerà nel 1997 con la tesi. Continua la sua strada nella pittura attraverso personali e collettive in Italia e all’estero; concorsi nazionali e partecipazione a eventi come creativa, scenografa e maestra d’arte. Nel 2000 dà vita al primo Centro Artistico dedicato all’arte e allo spettacolo in Versilia: “Graffiti”. Qui è presidente e direttrice artistica e segue personalmente tutte le manifestazioni (teatro, musica, moda, cultura, arte figurativa, cabaret, danza) che avranno luogo per 4 anni. Nel 2004 da vita a “Notorius”, un nuovo centro artistico che spazia fra spettacolo e moda.
Vive e lavora a Forte dei Marmi (Lucca).
Ecco qui di seguito alcuni link dove è possibile acquistare il libro:
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La pelle del serpente
di Annabella Calimani
Rossini Editore
Pagine: 251