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Mr. Arbitrium, scultura gigante, spinge o sorregge il Duomo di Pietrasanta?

Dopo la scenografica esposizione di Mr. Arbitrium a Seravezza (dal 6 maggio al 30 giugno), la scultura di quasi sei metri di Emanuele Giannelli è stata posizionata venerdì 2 luglio a Pietrasanta, “appoggiata” al campanile del Duomo (nella piazzetta San Martino) dove resterà per due mesi, a luglio e agosto. All’interno del campanile, sotto la scala elicoidale, è stata inoltre posizionata una scultura della serie “Sospesi”.

Mr. Arbitrium la scultura di Emanuele Giannelli spinge o sorregge il Duomo di Pietrasanta?

A una settimana dalla collocazione di Mr. Arbitrium a Pietrasanta, si è svolto l’8 luglio presso i locali del MuSA (Museo virtuale della scultura) l’evento “Scultura Contemporanea e il Virtuale” dove esperti in scansione della robotica e scultura si sono confrontati in un dibattito e sono stati presentati tre videoproiettati su grandi schermi, di cui uno realizzato dall’architetto Antonio Rafanelli di una visita virtuale tra le opere di Giannelli, alla scoperta della sua ricerca artistica.

Grafica Divina
Mr Arbitrium e lo scultore Emanuele Giannelli dentro la Cittadella del Carnevale di Viareggio
Lo scultore Emanuele Giannelli ci mostra il suo Mr. Arbitrium (Foto di Cinzia Donati)

Mr. Arbitrium sarà poi spostato il 1° settembre al Duomo di Carrara e, a partire da ottobre, verrà collocato in piazza Mazzini a Viareggio appoggiato alla GAMC, per circa un mese. A Natale infine, verrà disposto nel centro storico di Lucca, a spingere la Chiesa di San Michele. Successivamente a queste date, che sono sicure, ci saranno quelle di Roma, Firenze e Milano, da definire.

Lo scultore Emanuele Giannelli torna ad esporre nel contesto di uno spazio urbano, con questa nuova installazione site-specific: una scultura rappresentante una figura maschile monumentale di circa 6 metri, “appoggiata” di volta in volta ai palazzi e alle chiese, dal titolo emblematico: Mr. Arbitrium, ovvero scelta.

Il nuovo progetto artistico è curato da Filippo Rolla.
Mr. Arbitrium è il nuovo progetto artistico che arriva dopo la personale “QuadrilegiO”, svoltasi a Parma nel 2020 per la rassegna d’arte contemporanea Quadrilegio2020 (in occasione di Parma Capitale Italia della Cultura).
Tra le altre personali degli ultimi tre anni, l’installazione “Xtopia Tribù” del 2019, presso la Galleria Paola Raffo di Pietrasanta e la mostra “Altro come possibilità” del 2018, svoltasi a Forte dei Marmi, nel Fortino di Leopoldo I.

Il “giant” Mr. Arbitrium appare nell’atto di spingere o sorreggere, a scelta dell’osservatore, l’architettura dove si trova di volta in volta collocato. È il frutto dell’ultima fase di ricerca dell’artista, che riflette su temi d’attualità, in particolare sui cambiamenti e ritmi accelerati del nostro tempo e pone all’osservatore un dilemma: se conservare le tradizioni e la cultura del passato, rappresentate in questo caso dall’edificio storico, oppure respingere la nostra storia e cultura di uomini occidentali. Come in altre sue opere, in questa scultura, appare una stretta relazione tra figurazione e concetto: Giannelli ci costringe a interrogarci su tematiche contemporanee forti, di cui lui stesso si fa portavoce, interrogandosi su quello sarà il mondo tra venti/trent’anni. Il dubbio della scelta quindi è posto da un nuovo che avanza, avvertito dall’artista come potenzialmente minaccioso. Attraverso la sua opera l’artista però non vuole dare giudizi, bensì offrire un invito a riflettere su queste tematiche.

In Mr. Arbitrium soggetto e luogo dove si trova la scultura diventano un tutt’uno e aumenta la percezione del posto dove ci troviamo. Realizzata in resina, la scultura esce nello spazio urbano, per andare incontro alle persone, nell’ottica di un fare arte che diviene comunicazione sociale per tutti e non solo per gli addetti ai lavori. In questa chiave di lettura, rientra anche la teatralità dell’opera di Giannelli, intesa come desiderio di colpire da subito l’attenzione dell’osservatore, lasciando poi lo spazio a un’interpretazione personale. Dalle sue opere inoltre, si evince che l’artista non sia interessato al bello fine a se stesso: quello che ricerca è la creazione di qualcosa che funzioni e abbia dentro un concetto che fuoriesca e faccia riflettere.

Da anni Giannelli conduce una ricerca molto interessante sull’impatto-relazione che quotidianamente l’uomo contemporaneo ha e vive con la scienza, il progresso e la tecnologia. Lo scultore si interroga sui rischi di una tecnica che può portare alla disumanizzazione. In passato, nella sua ricerca si è spesso occupato dell’industrializzazione, quella storia dell’uomo occidentale degli ultimi centocinquanta anni. La fascinazione per le visioni futuristiche e surreali e il progresso lo ha portato a raccontare, attraverso le sue opere, le contraddizioni del nostro tempo, raccontandoci di un’umanità in continua trasformazione. L’artista mostra un essere umano capace di cose eccezionali, e al tempo stesso individua in lui uno spirito autodistruttivo.

In Mr. Arbitrium ritorna anche il tema della gravità, ricorrente in molte opere e cicli dell’artista, come gli uomini e le donne blu di “Xtopia tribù” che nuotano, sospesi nell’aria, ponendosi al di sopra dello sguardo di chi li osserva, dirigendosi nella stessa direzione, come uno stormo di umani. Ancora la gravità, l’uomo contemporaneo e la tecnologia, il progresso e l’autodistruzione tornano nei gruppi di sculture come “I Sospesi” (2013), dove scorgiamo la fascinazione per le visioni futuristiche e surreali. Tema ripreso anche dai “Korf 17” (2017) e “I Visionari” (2012) dove si ritrovano i mondi fantascientifici di Philip K. Dick e Thomas Pynchon e il cinema in stile “Mad Max” e “Blade Runner”. Giannelli non è alla prima esperienza con un giant: nel 2018 ha creato due sculture di 5 metri e mezzo (Korf 17).

Per quello che riguarda la creazione dell’opera Mr. Arbitrium, il processo si compone di diversi step.
Il primo è la realizzazione di un bozzetto in creta, per mano dello scultore. Successivamente viene fatta una scansione e il file inviato (in questo caso a un collaboratore di Giannelli, il carrista Luigi Bonetti), per la lavorazione del polistirolo per mezzo del robot. La scultura al suo interno è armata in ferro e fissata alle basi su una struttura. Il robot arriva fino ad un 90% di precisione, richiede dunque un ulteriore intervento per mano dell’artista, per ridefinire molti dettagli, in particolare del volto, delle mani e dei piedi. L’ultimo step è la resinatura e la patinatura, che danno la colorazione finale desiderata, in questo caso bianca.

Qui una chicca su Mr. Arbitrium e Emanuele Giannelli solo per i lettori di DaSapere a cura di Cinzia Donati 😉

A proposito di Mr. Arbitrium, lo scultore Emanuele Giannelli spiega:

“La scultura è pensata con tutta la muscolatura in tensione, intenta a sorreggere la struttura o altrimenti a spingerla via in maniera decisa: giocare su tale ambivalenza è l’intento del mio progetto e nel duplice significato di questa azione si cela il concetto che sta alla base della mia opera. In un momento storico di grandi cambiamenti e di ritmi sempre più accelerati come quello che stiamo attraversando, a mio avviso, esiste realmente questo dilemma che inevitabilmente ci chiede di scegliere: spazzare via la Chiesa o l’edificio storico, simbolo delle Istituzioni, di storia, di cultura e tradizione passata o invece sostenere e difendere la Chiesa, la nostra storia millenaria, i simboli della cultura dell’Occidente? Credo che non solo nei prossimi decenni, ma già oggi dovremmo aver chiaro il percorso che vogliamo intraprendere, la scelta che intendiamo fare. Il futuro, secondo il mio modo di vedere e sentire, è già molto vicino: la scienza ogni giorno e da tempo ci propone e ci  parla di robotica, neuro-tecnologie, cellule staminali, clonazione, società digitali controllate ecc. D’altra parte, da sempre l’uomo condivide incertezze, paure, entusiasmi e progressi. Come si interfaccerà rispetto a tali sfide? Ognuno di noi sarà chiamato a decidere quale dei due diversi sentieri intraprendere: “spingere” oppure “sostenere”. Nel dubbio su quale direzione, filosofica e culturale, prendere, ognuno di noi metterà in campo il proprio “io”, agendo secondo le proprie capacità, competenze e soprattutto la propria coscienza. È qui che nasce l’idea che il soggetto protagonista non sia più la scultura, ma noi stessi, l’umanità tutta. Tanti “io” portati a prendere quelle decisioni, tante interpretazioni simili o distanti tra loro, nella speranza di evitare fraintendimenti, malintesi o errori di valutazione. Il futuro e l’uomo passeranno da qui, almeno nella mia visione”.

Biografia di Emanuele Giannelli

Emanuele Giannelli è uno scultore contemporaneo nato a Roma nel 1962. Poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea, complici la cultura industriale da cui viene sempre più assorbito – la musica industriale ed elettronica, i libri, gli amici, i dischi, i fumetti – il punk come movimento giovanile di protesta, il movimento studentesco e gli scontri politici di fine anni ’70, che vede e vive da vicino, i tanti viaggi d’ispirazione tra Berlino e New York e il periodo vissuto a Londra nell’85. L’artista cresce così, sperimentando nuovi materiali e nuove tecniche con impetuosa curiosità e coscienza, ma anche sperimentando il mondo, fino a trovare una sua narrazione, che quasi come un’ossessione ritorna in tutte le sue opere e che vediamo ancora oggi: la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione. Infine approda a Pietrasanta, terra di grandi scultori. Nei suoi quarant’anni di ricerca ha realizzato moltissime mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero. Artista di respiro internazionale, sapientemente provocatore, Giannelli costruisce le sue opere sull’equilibrio perfetto tra arte figurativa e arte concettuale. Racchiude dentro di sé la classicità della capitale e la geniale provocazione toscana, intesa da lui come una caratteristica positiva, in quanto capace di “provocare emozioni”.

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