Per tutti noi, l’isola che non c’è è quel luogo lontano, difficile da raggiungere come da trovare, dove però regna la contraddizione della meraviglia è tutto può succedere sfidando ogni legge razionale fino ad oggi sconosciuta. Ma se vi dicessi che questa isola che non c’è, non è poi così lontana ed è a due passi da uno dei monumenti più importanti della città di Firenze, ci credereste?
Piazza SS. Annunziata per Edoardo Bennato a Firenze cornice magnifica
Piazza SS. Annunziata da ormai diversi anni e con successo, trasforma una piazza sonnacchiosa nel palcoscenico naturale più scenografico di tutta Firenze. Complice una naturale bellezza testimone di un illuminato passato, e l’abilità di sapienti tecnici delle luci, capaci di esaltare il profilo migliore del luogo scelto per gli spettacoli, fatto sta che questa piazza, per quasi due settimane, si trasforma esattamente in quella isola felice, capace di donare per alcune ore, che purtroppo volano, sano intrattenimento e senso di normalità. Ci stiamo abituando ai cambiamenti ma vista la grande partecipazione a queste manifestazioni, il messaggio che passa è che non ne abbiamo mai abbastanza di condividere le cose belle e che ci emozionano.
La proposta è ricchissima e trasversale, io scelgo di ascoltare Edoardo Bennato, Peter Pan contemporaneo, a tratti Lucignolo, altre volte Pinocchio ma mai Geppetto consumato dal passare degli anni, che esorta ad aprire gli occhi. Con le sue canzoni invita a stupirsi e a rinnovarsi continuamente, ci dimostra che testa e spirito non invecchiano.
Edoardo Bennato nei miei ricordi infantili è quello di Viva la mamma, che in questa serata del 19 luglio 2021, non canterà. E la mamma è sempre la mamma così come quelle Motti magiche d’estate che tanti hanno fatto sognare pur non consegnando la coppa del mondiale all’Italia, però quell’Italia ’90 del calcio e della canzone la ricordiamo tutti, Anche chi nacque poco dopo.La forza della musica. Ed è con questo spirito, incuriosita dal voler fare un viaggio nel tempo attraverso i più celebri brani di Bennato, che partecipo a questo rito collettivo in musica.
Per l’occasione Bennato stringe alleanza con l’Orchestra della Toscana, riarrangiando le canzoni in chiave acustica.Il colpo d’occhio è impressionante. Davanti al pubblico un minuto Bennato/Pan, la sua chitarra impugnata come una spada e alle sue spalle uno schieramento orchestrale, elegantissimo, che lo supporta con ogni nota.Il risultato è sorprendente. E’ emozionante come il rock, discendente naturale della musica classica, dialoghi perfettamente con quelle note classiche che accomunano con neppure troppa audacia, la drammaturgia musicale di Rossini, con quella di Bennato.Il filo conduttore è dal rock a Rossini, e di sicuro tra i due, oltre a esserci l’amore per la musica e per quella scuola napoletana che ha dettato legge nel panorama culturale del ‘700, influenzando costantemente i giorni nostri. Troppo spesso ce lo scordiamo ma il passato non è poi così’ distante.Ed è così che il miracolo si compie: la classica è il rock suggellano uno sposalizio in una piazza che dimostra di essere perfettamente contemporanea nonostante l’età. E quale miglior cerimoniere e testimone assieme al pubblico, per celebrare questa unione se non Bennato stesso, lui che a discapito delle mode porta avanti la sua poetica, così trasversale da rimanere indelebile in ogni generazione?
Edoardo Bennato, si dona con generosità alla sua platea, lasciando spazio a dei momenti di assolo orchestrali, e facendosi accompagnare dall’incredibile Giuseppe Scarpato, suo chitarrista di fiducia, che si lascia totalmente trasportare e si diverte.
Io rivivo la mia infanzia e alcuni ricordi che spesso le canzoni si portano via, per ricomparire giusto in tempo quando le risentiamo. Da una cassetta col nastro, sul quale era riprodotta la musica che mi venne regalata, ad oggi, i supporti sono cambiati, ma la bellezza di un concerto dal vivo, del ritrovarsi, anche per caso tutti insieme, a cantare e a coreografare una canzone, tra generazioni diverse e unite dalla mano potente della musica, è un dono che va celebrato ogni giorno, ogni qualvolta si presenti l’occasione per poter mettersi in ascolto di un artista e di noi stessi.
Articolo di Susanna Alberghini