È disponibile in CD e su tutte le piattaforme di streaming “Morsa” (Blackcandy Produzioni con distribuzione Believe/Warner Chappell), primo progetto discografico full lenght da solista di Serena Altavilla.
Dieci brani tra reale e onirico
La fragilità come punto di rottura, poi di rinascita: questo è il cuore pulsante di “Morsa”, primo album di Serena Altavilla, già attiva in numerose formazioni ben note del panorama alternativo italiano, e trasposizione in chiave musicale di un viaggio autobiografico tra deja-vu e fantasmi passati, presenti e futuri.
In questo iter di dieci tracce, Altavilla canta e disegna scenari variegati e personali, a metà strada tra il reale e l’onirico: ogni canzone è una stanza abitata da umori e personaggi diversi; dalle finestre si scorgono paesaggi notturni, penombre, qualche raggio di luce. Il sound del disco contribuisce a ricreare atmosfere agli antipodi, passando dal pieno allo scarno in un battere di ciglia, dal suolo al sottosuolo, dal giorno alla notte. Uno scivolo inesorabile dai mille affacci.
La produzione artistica dell’album è stata curata da Marco Giudici.
Oltre allo stesso Giudici, i musicisti che hanno partecipato all’arrangiamento e all’esecuzione dei brani sono Adele Altro (Any Other), Francesca Baccolini (Hobocombo), Alessandro Cau (Geoff Barrow, Miles Cooper Seaton), Luca Cavina (Calibro 35, Zeus!), Enrico Gabrielli (Calibro 35, PJ Harvey, Mariposa), Matteo Lenzi (Filarmonica Municipale LaCrisi), Jacopo Lietti (Fine Before You Came), Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro 35, I Hate My Village) e Valeria Sturba (OoopopoiooO).
L’immagine di copertina è opera dell’artista e fotografo Jacopo Benassi, attivo dalla fine degli anni Ottanta e acclamato a livello internazionale. Il suo stile, caratterizzato dalla luce del flash a cancellare la luce reale, è crudo e potente.
Dall’album “Morsa” è stato estratto il primo singolo “Epidermide”, con un videoclip creato dal collettivo John Snellinberg e diretto da Patrizio Gioffredi, che ha assecondato le venature dark e romantiche della canzone ambientando il tutto in un minimale set teatrale, con luci cangianti ed espressioniste e un montaggio che gioca con il buio. Sulla scena Altavilla interagisce con il suo doppelgänger, a cui presta il corpo l’attrice e regista Livia Gionfrida.
La nostra mini-intervista
Spiegaci questo nuovo album e il concept che lega i brani tra loro…
La sensazione di essere stata morsa dalla taranta ce l’ho spesso avuta, così come la sensazione di essere stretta in una morsa, di non riuscire a muovermi, reagire e scappare. Il morso della tarantola, il morso che dà vita a una purificazione passando per l’isteria e la perdita di senno, è l’espressione di una lotta interna ed esterna che solo la musica può curare. La spinta a cercare ciò che morde all’esterno, la ricerca dello scontro. Sentire il bisogno di esplodere per ritrovare i pezzi e ricomporsi, per rinascere.
A chi ti ispiri?
A un grande esercito di voci e persone importanti: Mina, Diamanda Galas, Edith Piaf… Tante…
I concerti dal vivo?
Ne parliamo spesso, ma forse per riprendere la normalità è presto. Sto immaginando dei live un po’ diversi, senza una folla davanti. In una forma o nell’altra, bisogna ricominciare!
La musica cosa rappresenta?
È sempre l’espressione di una urgenza. Il veicolo musica è potente, necessario, terapeutico. La musica è qualcosa di nutriente e fondamentale.
Provieni da esperienze con band o gruppi e ora sei da sola. Cosa ti porti dal passato?
Nelle band si impara tantissimo. È un ottimo campo di battaglia e di prova. Ma in questo momento non ho voglia di ricreare un gruppo.
Spiegaci il tuo processo creativo…
Per me le parole vengono sempre dopo. La parola ha un peso, però il suono è quello che mi conduce per primo.
La tracklist di “Morsa”:
1 – Nenia
2 – Distrarsi
3 – Rasente
4 – Epidermide
5 – Un bacio sotto il ginocchio
6 – Tentativo per l’anima
7 – Sotto le ossa
8 – Forca
9 – La trascrizione dei sogni
10 – Quaggiù
L’artwork del cd è stato curato da Legno.
Chi è Serena Altavilla
Dal 2005 a oggi Serena Altavilla, cantante e songwriter, si è fatta conoscere nel panorama alt-rock indipendente come frontwoman dei Blue Willa – prodotti da Carla Bozulich, in precedenza noti come Baby Blue – e successivamente dei Solki. Con entrambe le formazioni ha pubblicato vari dischi e ha macinato tantissime date live, sia in Italia che all’estero. Nel suo background coesistono il punk, la tradizione popolare e le musiche d’avanguardia. Il suo eclettismo, le sue capacità performative affinate nel corso delle parallele esperienze teatrali e la sua duttilità vocale l’hanno portata a collaborare nel corso degli anni, in studio e dal vivo, con Calibro 35, Mariposa, La Band del Brasiliano, Tundra Orbit e Il Complesso di Tadà, tra gli altri. Adesso inizia il suo percorso da solista inaugurato dal brano “Epidermide”, disponibile in digitale e in radio. Il brano è estratto da “Morsa” (Blackcandy Produzioni), primo album solista di Serena Altavilla.
Per seguire Serena Altavilla:
Foto di copertina di Jacopo Benassi
NOTA: Le domande dell’intervista sono state raccolte durante la conferenza stampa tra le domande poste dai giornalisti che hanno partecipato.
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