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Corpo Appennino. In cammino da Monte Sole a Sant’Anna di Stazzema

“Corpo Appennino. In cammino da Monte Sole a Sant’Anna di Stazzema”
Tre estati a confronto: quella delle stragi nazifasciste del ’44, le nostre estati fatte di decreti sicurezza e morti nel Mediterraneo e l’estate di Simona che deve affrontare un intervento chirurgico alla testa. Corpi feriti che si sovrappongono e si parlano: l’orecchio sinistro che sente meno, la parte a sinistra del Paese che non sa dare risposte. Una camminata in gruppo sull’Appennino fra Emilia Romagna e Toscana per riscoprire l’importanza del FARE INSIEME PER AGGIUSTARSI, per insistere a cambiare le cose, per non stare a guardare e ascoltare invano.

In libreria “Corpo Appennino” di Simona Baldanzi

25 APRILE “Un cammino che unisce due regioni lungo l’Appennino e attraverso due fra le stragi più sanguinose ed efferate che hanno avuto luogo nel nostro Paese: il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema e tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, a Monte Sole furono trucidate centinaia di vite. […] Se oggi possiamo camminare in pace su questi luoghi lo dobbiamo a chi ha liberato questi territori e l’intero Paese tra l’estate del ’44 e il 25 aprile del ’45. Se oggi possiamo unire questi luoghi dolorosi ma vivi è perché il dolore, l’elaborazione del lutto e la giustizia hanno trovato una collocazione, e i racconti individuali di chi era rimasto vivo non sono stati più sospesi o nascosti, ma ascoltati e riconosciuti collettivamente.”

Grafica Divina
Corpo Appennino

«Ho capito che siamo corpi-persone e corpo-paese e che camminare su questo vasto pezzo di territorio da Monte Sole a Sant’Anna di Stazzema vuol dire mantenersi di sana e robusta costituzione, o meglio di sani e robusti ideali»

Prendi alcune estati e mettile a confronto, ad esempio quella del ‘44 e le nostre estati, quelle fatte di decreti sicurezza e morti nel Mediterraneo, o la mia estate di un intervento chirurgico alla testa, che porta a rallentare, ad affidarsi agli altri, a mettere in discussione il bastarsi da soli. L’orecchio sinistro che sente meno, la parte a sinistra del Paese che non sa dare risposte. Corpo paese, corpo Appennino, corpi in cammino, corpo di una donna: ferite che si sovrappongono e si parlano. Riconsidera quelle estati attraverso una camminata in gruppo sull’Appennino fra Emilia Romagna e Toscana, da Monte Sole a Sant’Anna di Stazzema, nei luoghi delle stragi nazifasciste. Un percorso di monti intrisi di morti a lungo abbandonati. Muovere passi per trovare il posto alla memoria e oleare i meccanismi attuali per porre freni alle barbarie. Riscoprire l’importanza del fare insieme per aggiustarsi, per insistere a cambiare le cose, per non stare a guardare e ascoltare invano. In attesa che il senso dell’utopia venga riconosciuto fra i sensi umani.

Chi è l’autrice

Simona Baldanzi (Firenze 1977) vive nel Mugello. Ha scritto il racconto Finestrella viola finalista al Campiello Giovani. Con Figlia di una vestaglia blu (Alegre 2019, Fazi 2006) ha vinto il premio Miglior Esordio di Fahrenheit Radio RAI 3 e il Premio Minerva. Tra i suoi ultimi libri Il Mugello è una trapunta di terra (Laterza, 2014) e Maldifiume (Ediciclo, 2016), Premio Sergio Maldini.

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