In libreria, edito da Gabriele Capelli editore, il romanzo Il guaritore di Damiano Leone: trasporta nellacontemporaneità la figura di Gesù di Nazareth e racconta la guerra spietata che si scatena tra i poteriterreni odierni che se lo contendono. Al centro il Vaticano, che ha inviato il primo “crononauta” dellastoria, il dottor Mark Sacks, nella Gerusalemme di duemila anni fa e che se lo ritrova inaspettatamente diritorno insieme al Profeta, che proprio a Roma troverà il vero nemico da combattere.
“Il guaritore” di Damiano Leone
Tutto comincia proprio nella Gerusalemme dell’anno zero: nel silenzio di un sepolcro scavato nella roccia,una figura solitaria veglia il cadavere di un condannato a morte. Quell’uomo, nudo e completamenteinerme, è Sacks, il primo crononauta: proviene dal nostro tempo e deve portare a termine una missionestraordinaria, perché il corpo che sta vegliando potrebbe essere quello di Gesù. Le cose, però, non vanno come le alte sfere vaticane auspicavano e Jeshua, così verrà chiamato ilcondannato a morte, giungerà inaspettatamente nella nostra epoca e si rivelerà una figuraestremamente contraddittoria. Completamente privo di memoria, si dimostrerà capace di sensazionaliguarigioni e a causa di queste straordinarie doti diverrà oggetto di accese dispute tra poteri economici,politici e religiosi. Riuscirà ad evadere dal segretissimo centro ricerche in cui è stato segregato e giungeràa Roma: proprio nella Città Eterna dovrà affrontare l’avversario più temibile, un nemico che serve il Malesu scala universale e che non esiterà a seminare terrore e distruzione nel cuore stesso della cristianità
Spiega l’autore Damiano Leone: «Ho scritto questa storia spinto dalla necessità di condividere un’idea di
collaborazione e tolleranza come base delle relazioni nella società umana. Non vedo futuro se la logica
fondamentale continuerà ad essere quella del conflitto e della competizione, e mai come durante una
pandemia abbiamo la possibilità di rendercene conto. Nel romanzo, la figura di Jeshua scatena gli aspetti
peggiori del potere, o dei poteri, e diventa così lampante la piccolezza delle guerre terrene di fronte
all’universalità della lotta tra il bene e il male che tutto trascende».