Belle Époque è il nuovo progetto musicale e visivo di Emanuele Scataglini.
Dopo il successo di “Surreal World”, l’eclettico artista torna a stupirci con un ulteriore “racconto” che ripercorre questa volta con nostalgia un periodo storico che tanto ci affascina. L’intento in questo caso è quello di riuscire a stupire lo spettatore, così come rimasero stupite ai tempi le persone d’innanzi alle tante novità della Belle Époque: la luce elettrica, l’avvento del cinematografo, il fiorire dell’arte e della cultura che si respirava nei caffè, sorseggiando assenzio e leggendo Baudelaire.
Belle Époque
Un periodo storico straordinario, anche per le tante contraddizioni, in cui l’uomo poteva credere all’esoterismo, così come alla scienza al contempo. La Belle Époque è anche l’epoca dei “fiori del male”, dei Bohémien, dei giocolieri, degli ubriachi, delle ballerine, di artiste come Camille Claudel che fu rinchiusa in manicomio per la sua vita non convenzionale.
Ed il nuovo album di Emanuele Scataglini racconta soprattutto la vita e le mirabolanti imprese di queste persone.
L’Artista ha immaginato di essere un cittadino di Parigi, messieur Arnould Vanvitell: una sera entra all’Unicorne, un locale di Montmartre e si innamora della ballerina Sophie; assiste allo spettacolo del Grande Rastelli, vede le opere dei grandi, si perde nel vino e nel gioco. La Ville Lumiere lo consuma e al contempo lo fa sentire vivo. Seguite le canzoni, fermate il tempo, torniamo indietro insieme e viviamo un sogno chiamato Belle Époque!
Uno straordinario progetto di Emanuele Scataglini, che verrà rilasciato sia in streaming (l’intero album) che visivamente in video-puntata sul portale de Il Quorum.
Chi è Emanuele Scataglini
Artista poliedrico e multidisciplinare, Emanuele Scataglini, unisce lo studio teorico alla pratica artistica. Ha lavorato come compositore e sound designer per diversi brand, tra cui Marni, Margiela, Moleskine e Yoox. La sua vocazione è la composizione di colonne sonore per video, performance, spettacoli di danza e installazioni e per questo collabora con diversi artisti visuali e performer. Non crede che esistano generi pre costituiti e quindi per la sua musica segue il flusso dell’emozione che lo porta a fare incursioni nel teatro e nella canzone.
Suona la chitarra, le percussioni ed altri strumenti che ama unire al suono elettronico nella composizione digitale.
Scrive per diversi strumenti e quando lavora, anche di fronte ad un computer, ha sempre con sé una matita e un foglio pentagrammato.
Classe 1968, ha studiato Filosofia della musica, Scienze dello spettacolo, armonia classica e analisi musicale. Forse la bellezza non sarà sufficiente a salvare il mondo, ma cosa sarebbe il mondo senza la bellezza prodotta dall’arte?