Alan Jackson
The Greatest Hits Collection
(Doppio LP – Sony Music / Legacy / Arista Nashville)
Sono così tanti, i colori della musica di tutto il mondo, che anche gli appassionati più addentro in essi spesso si trovano dinnanzi ad artisti che per vari motivi non avevano incontrato mai prima. Noi italiani, che per concetto (e per fortuna, aggiungerebbe Gaber… ma questo è un altro discorso!!!) ad esempio non siamo americani: dunque, è difficile che abbiamo sentito parlare di Alan Jackson. Eppure, questo signore di sessant’anni è un mito del country-pop a stelle e strisce: con tanto di Hall Of Fame e di cinquanta milioni di dischi -cinquanta milioni- venduti negli States.
Ed è decisamente artista da scoprire o riscoprire, Alan Jackson, con la sua capacità di spostare il country da talune sue ruvidità costruite a tavolino verso l’eleganza d’un pop comunque non banale né bolso: Jackson è un cantante (e spesso pure un autore) certo “easy” ma di gusto, incisivo quando serve e quanto basta, meno personaggio -e meno “country hero”- di altri ma comunque bella firma, bella voce, bella musica americana pura, nitida, genuina al cento per cento.
E di Alan Jackson negli ultimi mesi è approdata in Italia, e per la prima volta sul rinato mercato dei vinili a 33 giri, una storica raccolta del ’95, “The Greatest Hits Collection”: che regala anche un codice per fare download dei suoi venti brani, e soprattutto permette di scattare una valida fotografia dell’arte e della carriera dell’artista.
In scaletta ci sono riletture di brani USA d’antan, dal rockabilly venato di blues di “Summertime Blues” di Eddie Cochran al gusto Cajun di “Tall, Tall Trees” del ‘57, assieme a diverse pagine del catalogo di Jackson che vanno dal 1989 al 1994. Con l’aggiunta dell’inedito -di allora- “I’ll Try”, una canzone scritta dallo stesso cantante per dire dolcemente e melanconicamente d’amore, con belle carezze sonore figlie della pedaliera chitarristica.
E sono davvero diverse, le canzoni di qualità che si vengono a conoscere viaggiando fra i solchi di questo “Greatest Hits”. Ad esempio, l’intima e sentita “Midnight In Montgomery” dedicata ad Hank Williams, il delicato classico country “(Who Says) You Can’t Have It All”, la toccante confessione di piglio da pellicola western “Wanted”, il rock-blues scintillante “Mercury Blues”, il classicone country (moderno) “Chattahoochee”, proposto in un bell’Extended Mix.
Ma forse su tutte spiccano il delicato bozzetto memorialistico “Chasin’ That Neon Rainbow”, la tenera “Livin’ On Love” dedicata ai genitori e colorata dal violino, l’intensa ed elegante dedica alla moglie per i dieci anni di matrimonio “I’d Love You All Over Again” (che di Jackson disvela una penna proprio di qualità), la classica e ruspante “Here In The Real World”, che fra cowboy che non piangono ed eroi che non muoiono dice molto del romanticismo epico del country migliore.
Ma è ascoltando “Home”, pagina scritta e interpretata da Jackson nell’89, che si coglie la specificità elegante dell’artista. “Home” è soffuso e struggente ricordo dei genitori e della casa dell’infanzia, che Jackson eleva a poesia lavorando però anche su una musica di mossa bellezza, non banalizzata in certa retorica pop né però imbalsamata dentro gli stilemi del country più ovvio.
Decisamente, dunque, Alan Jackson è un artista che regala emozioni vocali e qualità di viaggi testuali, dentro un mondo musicale di gusto che mescola i generi senza dimenticarsi però d’una pulita, convincente, eleganza di fondo; tradotta qua e là in frizzanti ballabili o spruzzate di riscattante ironia.
E chissà quanti altri artisti, per vari motivi, noi in Italia non conosciamo perché si “fermano” dentro altri confini: mentre è davvero bello, quanto arricchente, quando qualche iniziativa delle case discografiche ci permette d’impararne qualcuno. Come, in questo caso, Alan Jackson.
Da ascoltare/guardare: “Home”
https://www.youtube.com/watch?v=VAZZrj4LWA4
Articolo di: Andrea Pedrinelli